L’ultimo editoriale del Riformista

Domani Emanuele Macaluso, il direttore del giornale, annuncerà la sospensione delle pubblicazioni come anticipato nei giorni scorsi

Domani, venerdì 30 marzo, il Riformista uscirà con un editoriale del suo direttore responsabile Emanuele Macaluso che annuncia la sospensione delle pubblicazioni del giornale. Da diverse settimane si parla dei problemi economici del Riformista e negli ultimi giorni era sembrato che i nuovi fondi pubblici per l’editoria potessero evitarne la chiusura, ma nemmeno le nuove risorse sarebbero state sufficienti per far sopravvivere il quotidiano. L’ANSA ha pubblicato oggi brani del testo dell’editoriale di Macaluso:

In queste ultime settimane abbiamo reso noto ai nostri lettori le difficoltà che incontravamo per continuare a pubblicare il Riformista. Oggi con grande amarezza vi diciamo che tutti i tentativi fatti per salvare il salvabile, non hanno avuto esito positivo. L’assemblea dei soci, quindi, ha deciso di affidare a un liquidatore l’amministrazione della cooperativa e di sospendere la pubblicazione del giornale”. Lo scrive il direttore del Riformista Emanuele Macaluso nell’editoriale che uscirà nel numero in edicola domani. “Dico sospendere perché, a norma di legge, se c’é un editore che mostra con i fatti di essere in grado di riprendere la pubblicazione,la liquidazione può essere revocata. A chi nei giorni scorsi si è fatto avanti gli amministratori della cooperativa hanno mostrato carte e conti, che sono in perfetto ordine e alla luce del sole, e la disponibilità a sostituire soci e direttore. Ad oggi nessuno ancora ha deciso di fare il passo decisivo, spero che ci sia chi lo faccia in questi giorni in cui opera solo il liquidatore. Tuttavia, comunque vadano le cose, da oggi non sarò più il direttore di questo giornale”.

Ricorda il direttore di aver “accettato l’offerta dei vecchi editori (sempre incombenti) di provare a resuscitare il giornale già chiuso, entro un anno, solo se si realizzavano tutti gli impegni contrattuali e se il contributo pubblico non fosse stato decurtato. Non è stato così. L’anno che ormai è alle nostre spalle è stato denso di avvenimenti politici e sociali che abbiamo commentato quotidianamente con un nostro punto di vista”. Il suo lungo e amaro editoriale d’addio Macaluso lo conclude spiegando che “Il Riformista è un piccolo ma significativo quotidiano con redattori giovani e di qualità che spero possano continuare a scrivere e lavorare in questo giornale; e un personale ‘tecnico’ di eccezionale professionalità e disponibilità. Sono particolarmente grato a Marcello Del Bosco che, con professionalità e abnegazione, ha condiviso con me la direzione del giornale. Ringrazio chi ha collaborato scrivendo sul Riformista. Ricorderò tutti con affetto. Mi dispiace che in un momento difficile per il giornale, e amarissimo per me, ci sia stato qualcuno che in redazione con il suo agire scorretto mi ha costretto a chiudere in modo brusco il mio impegno che ho profuso con disinteresse e passione.

Infine, voglio ribadire che non ce l’abbiamo fatta, anche per ragioni politico-editoriali, per nostre, soprattutto mie, deficienze. Non ce l’abbiamo fatta, come ho detto in altre occasioni, anche perché chi poteva darci una mano, soprattutto il movimento cooperativo con la pubblicità che concede a destra e a manca, ma anche il sindacato, non ce l’ha data. E’ un segno dei tempi. Ma non mi arrendo. E con me Gianni Cervetti che ha condiviso questa avventura. In un modo o in un altro, per quel che mi riguarda personalmente, finché avrò forze fisiche, continuerò la mia battaglia. Grazie a tanti lettori e amici che in questi giorni mi hanno mostrato solidarietà e stima.