L’Europa, la Lega e le pensioni
L'analisi di Michele Brambilla sulla Stampa sulle possibili conseguenze politiche del casino di questi giorni ("un pertugio senza vie d’uscita")
Oggi sulla Stampa Michele Brambilla spiega in che modo le richieste dell’Unione Europea al governo italiano, soprattutto quelle sulle pensioni, si inseriscono nella nota crisi che sta attraversando la Lega, e come quindi potrebbero essere risolutive – in un modo o nell’altro – per la sopravvivenza del governo Berlusconi.
Il governo Berlusconi è stato dato per morto talmente tante volte che ormai viene da pensare che sia immortale. Magari in perenne agonia, ma immortale. Adesso, a una sola settimana dal voto di fiducia, è di nuovo in rianimazione. Ce la farà?
Non lo sappiamo. Ma questa volta pare si sia infilato in un pertugio senza vie d’uscita. Perfino il solito arruolamento di parlamentari dell’ultima ora sarebbe inutile.
C’è da superare una difficoltà ben più grave dei numeri alla Camera: l’appoggio della Lega a una riforma, quella delle pensioni, che l’Europa ha posto come condizione ineludibile.
Il problema è che anche Bossi considera le pensioni una condizione ineludibile: nel senso esattamente opposto, però, a quello richiesto dall’Europa. Su questo punto, il senatur pare non abbia alcuna intenzione di cedere. Ora, è vero che la Lega ci ha abituati a talmente tante retromarce – sulle aliquote Irpef, sul trasferimento dei ministeri, sulla guerra in Libia – che non ci sarebbe più da stupirsi di nulla. Però sulle pensioni è lecito pensare che non voglia fare retromarcia. Anzi, non possa.
Almeno per tre motivi. Primo: Bossi e i suoi ci hanno messo fin troppo la faccia, giurando sul «no» all’innalzamento dell’età pensionabile. Secondo: il 65 per cento delle pensioni di anzianità è al Nord e la Lega, andando a colpire i pensionati, andrebbe a svuotare il proprio bacino elettorale. Poi c’è il terzo motivo, che forse è quello determinante. Bossi sa che, se anche questa volta abbassa il capo «per non tradire l’amico Silvio», rischia di vedersi scappare di mano tutto il partito.