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  • Martedì 6 settembre 2011

I rapporti tra Israele e Turchia peggiorano

Erdogan sospende le relazioni per gli strascichi dell'attacco alla nave Mavi Marmara

Turkish Prime Minister Recep Tayyip Erdogan speaks at a press conference during the Palestinian ambassadors meeting with Palestinian President Mahmud Abbas in Istanbul on July 23, 2011. Mahmud Abbas said that the Palestinians' bid for UN membership was forced upon them by Israel's refusal to halt settlement building and end its occupation. AFP PHOTO / MUSTAFA OZER (Photo credit should read MUSTAFA OZER/AFP/Getty Images)
Turkish Prime Minister Recep Tayyip Erdogan speaks at a press conference during the Palestinian ambassadors meeting with Palestinian President Mahmud Abbas in Istanbul on July 23, 2011. Mahmud Abbas said that the Palestinians' bid for UN membership was forced upon them by Israel's refusal to halt settlement building and end its occupation. AFP PHOTO / MUSTAFA OZER (Photo credit should read MUSTAFA OZER/AFP/Getty Images)

I rapporti diplomatici tra Israele e Turchia si stanno deteriorando di giorno in giorno. Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan ha annunciato oggi che «le relazioni commerciali, militari e quelle riguardanti la difesa verranno sospese» e che «seguiranno altre sanzioni». Venerdì scorso il governo turco ha ordinato all’ambasciatore israeliano ad Ankara di lasciare il paese e lunedì ha esteso l’invito ad altri diplomatici israeliani. Sempre lunedì i turisti israeliani arrivati all’aeroporto di Istanbul sono stati interrogati per un’ora e mezza da ufficiali turchi, che hanno accusato Israele di aver fatto lo stesso con i loro connazionali arrivati a Tel Aviv.

I due paesi avevano intrattenuto buoni rapporti fino all’anno scorso, quando nove cittadini turchi e un americano di origine turca si erano imbarcati sulla Mavi Marmara per forzare il blocco navale imposto a Gaza da Israele ed erano rimasti uccisi durante gli scontri con i soldati israeliani che hanno fermato la nave. Da allora la Turchia ha chiesto più volte a Israele di scusarsi per la loro morte e di risarcire le loro famiglie. Il governo israeliano si è detto dispiaciuto ma ha sempre rifiutato di chiedere scusa, sostenendo che si sia trattato di legittima difesa.

La situazione è degenerata la scorsa settimana, dopo la pubblicazione del rapporto delle Nazioni Unite sulla Mavi Marmara. Il rapporto ha riconosciuto la legittimità del blocco imposto a Gaza per impedire che i miliziani palestinesi si rifornissero di armi e ha stabilito che i comandanti israeliani erano stati effettivamente attaccati dai filo-palestinesi dopo essere sbarcati su una nave della flotilla. Il rapporto però ha anche condannato il modo in cui le forze israeliane hanno reagito all’attacco definendolo eccessivo e irragionevole. La Turchia ha avanzato nuovamente le sue richieste al governo israeliano che le ha ancora rifiutate e a quel punto Erdogan ha annunciato una serie di misure contro Israele e ha minacciato di visitare Gaza nel corso del suo viaggio diplomatico in Egitto, previsto per la prossima settimana. Erdogan ha anche detto che chiederà delle misure internazionali contro il blocco di Israele a Gaza.

Molti politici israeliani hanno chiesto al primo ministro Benjamin Netanyahu di accettare le richieste della Turchia per salvare il rapporto tra i due stati, assai delicato data la rarità di alleati di Israele nelle sue vicinanze. I consiglieri più stretti di Netanyahu e molti politici a lui vicini pensano però che sia troppo tardi e che le cose siano compromesse nel breve periodo.

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Nella foto il premier turco Recep Tayyip Erdoğan (MUSTAFA OZER/AFP/Getty Images)