La CGIL impedisce al Corriere di uscire?
Domani il Corriere non uscirà, al contrario di vari altri giornali, e De Bortoli scrive che "la decisione è stata presa direttamente da Susanna Camusso"
Domani il Corriere della Sera non uscirà, a causa dello sciopero generale indetto dalla CGIL. Non è un fatto scontato: al contrario degli scioperi aziendali, di quelli cioè indetti direttamente dai giornalisti che provocano la mancata uscita della testata, storicamente nel caso degli scioperi generali il sindacato ha considerato suo interesse che i giornali uscissero così da informare i cittadini sulle motivazioni e sull’esito della protesta. Di norma si arriva a questo risultato attraverso una deroga del sindacato, che autorizza i lavoratori suoi iscritti a lavorare nonostante lo sciopero senza che venga meno il loro sostegno alla mobilitazione. Per questa ragione molti giornali usciranno regolarmente. Il Corriere no, e il direttore De Bortoli dice che questo è accaduto per diretta volontà di Susanna Camusso.
Lo sciopero nazionale della Cgil impedirà domani l’uscita del Corriere. La maggior parte degli altri quotidiani sarà in edicola. In precedenti occasioni, i lavoratori poligrafici, con grande senso di responsabilità, avevano garantito tutte le pubblicazioni. Questa volta no.
La decisione è stata presa direttamente da Susanna Camusso. Ed è stato minacciato un ulteriore sciopero nel caso si tenti di far uscire ugualmente il giornale con le maestranze presenti. Un atto grave e discriminatorio. Ho chiesto al segretario della Cgil di esaminare la possibilità di una deroga. Com’è sempre accaduto.
Le ho fatto notare che altri giornali, pur con molti dipendenti aderenti alla Cgil in sciopero – seppure in percentuale inferiore ai nostri -, appariranno regolarmente in edicola. Il Corriere no. Non ho ricevuto risposta. Educazione a parte, mi è sembrato di cogliere nelle parole della Camusso un fastidio nei confronti delle critiche e delle posizioni del Corriere che mi ha sorpreso e amareggiato. Ci siamo sempre comportati in maniera corretta con la Cgil, pur non condividendone alcune scelte. Nell’impedire l’uscita del giornale, Susanna Camusso scrive una pessima pagina della sua gestione. Nega i diritti di altri lavoratori e, soprattutto, dei lettori. Già, i diritti. Ne parlerà dal palco di Roma, domani, segretario?