Approvato l’emendamento sui contratti aziendali

I contratti aziendali potranno operare in deroga a leggi e contratti nazionali, se i sindacati aziendali saranno d'accordo

I contratti di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale «operano anche in deroga alle disposizioni di legge» e «alle relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali». È quanto esplicita un emendamento alla manovra, presentato dalla maggioranza e approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. Tra le materie per le quali è possibile la deroga dalla legge e dai contratti nazionali figura anche il licenziamento. Salve solo la «Costituzione nonché i vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro». È una delle novità all’articolo 8 della manovra bis.

L’EMENDAMENTO – Nel nuovo testo si ribadiscono dunque il rispetto per la Costituzione, i vincoli derivanti dalle norme Ue e le convenzioni internazionali sul lavoro e i diritti delle lavoratrici, a tutela dal licenziamento, in concomitanza del matrimonio o dei periodi legati alla maternità, all’adozione o all’affidamento con le relative tipologie di richieste di congedo. Un secondo emendamento, firmato dal relatore Antonio Azzollini e accolto dalla Commissione, precisa, con implicito riferimento all’accordo sindacale del 28 giugno scorso, che l’efficacia delle intese sottoscritte a livello aziendale o territoriale, riguarda «tutti i lavoratori interessati a condizione di essere sottoscritte sulla base di un criterio maggioritario relative alle predette rappresentanze sindacali» realmente rappresentative.

I SINDACATI – «Le modifiche della maggioranza di governo all’articolo 8 indicano la volontà di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo Statuto dei lavoratori, e non solo l’articolo 18, in violazione dell’articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama». È la reazione della leader della Cgil, Susanna Camusso. «Tutto ciò – aggiunge – oltre a confermare le ragioni dello sciopero proclamato dalla Cgil per martedì 6 settembre, dice anche che la scelta esplicita di questo governo è quella di impedire che le parti sociali abbiano un ruolo positivo nel contribuire al superamento della crisi e per favorire la crescita». «Se il governo divide, Camusso sta facendo molto di più del governo, il doppio, per dividere il sindacato» attacca invece il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, secondo cui la segretaria della Cgil «ha organizzato uno sciopero senza dire niente a nessuno». «Con l’articolo 8 si recepisce l’accordo interconfederale di giugno e, con l’emendamento anche da noi sollecitato, si evita la costituzione di sindacati di comodo» rassicura il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani. E aggiunge: «Rischi per la Costituzione, già paventati a seguito dell’accordo di Pomigliano, non ce ne sono stati nè ce ne saranno».

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