I prezzi del petrolio e la Libia

I progressi a Tripoli avvicinano la ripresa della produzione petrolifera, ma il Brent diminuisce di pochi dollari

Nelle ultime settimane il prezzo del petrolio ha subito diverse oscillazioni a causa dell’insicurezza dei mercati, dovuta ai nuovi segnali della crisi economica, e dei fermenti che interessano alcuni paesi grandi esportatori di combustibili fossili. La progressiva conquista di Tripoli e la prospettiva di riattivare le esportazioni di petrolio dalla Libia hanno fatto scendere in poche ore i prezzi al barile. Il Brent, uno dei riferimenti per stabilire il prezzo del petrolio, è diminuito sensibilmente per buona parte della giornata per poi recuperare qualcosa nelle ultime ore. È a 107,25 dollari al barile per gli ordinativi di ottobre, in flessione di 1,25 dollari.

Libia
Secondo gli analisti il regime di Gheddafi è ormai alla fine e questo avvicina la possibilità di inserire nuovamente la Libia nella lista dei paesi che forniscono con costanza il petrolio. Per tornare alla normalità, dicono, saranno necessari molti mesi e il livello di produzione sarà almeno fino alla fine dell’anno distante da quello che si aveva prima delle rivolte e della guerra contro il regime libico.

I leader dei ribelli che stanno dando l’ultimo attacco a Tripoli hanno annunciato di voler riprendere quanto prima la produzione, ma le loro speranze si scontrano con la realtà sul territorio. Al momento non è chiaro quanto siano rimaste danneggiate le strutture di produzione e quanto tempo ci vorrà per ricollaudare gli impianti e riavviarli. Questo potrebbe condizionare la disponibilità di nuovo petrolio incidendo nuovamente sui prezzi.

Prima dell’inizio delle rivolte e degli attacchi della NATO, la Libia produceva circa 1,6 milioni di barili di petrolio al giorno. Le proteste e la guerra hanno fatto ridurre drasticamente la produzione giornaliera, riducendo la disponibilità di petrolio sul mercato e facendo aumentare i prezzi. Sono aumentati principalmente quelli del Brent, il tipo di petrolio estratto nel Mare del Nord e molto simile a quello libico, mentre i prezzi del petrolio a New York hanno subito variazioni più per ragioni interne di mercato e di riserve. La scorsa settimana la differenza tra i prezzi del Brent e quelli di New York raggiunse 26 dollari.

NYMEX e ICE
Generalmente quando si parla di “prezzo del petrolio” ci si riferisce alla quantità necessaria per comprare in un dato momento un barile (159 litri), venduto o sul New York Mercantile Exchange (NYMEX) o presso l’Intercontinental Exchange (ICE). Il NYMEX vende soprattutto petrolio di tipo West Texas Intermediate, leggero e a bassa densità raffinato negli Stati Uniti, mentre l’ICE vende principalmente il tipo Brent, meno leggero ed estratto nel Mare del Nord. I prezzi di queste due “famiglie” di petrolio vengono utilizzati sui mercati come punto di riferimento per stabilire in media quanto costa ogni giorno il petrolio.

Il prezzo varia in continuazione perché ci sono in gioco molte variabili. Sui prezzi incide la qualità del prodotto e il luogo in cui è stato estratto, le scelte dell’OPEC che raccoglie dodici paesi che controllano circa il 78 per cento delle riserve conosciute di petrolio in tutto il mondo e naturalmente la domanda su scala globale di combustibili fossili. L’aumento della produzione di barili di petrolio porta solitamente a una riduzione del prezzo medio, mentre prezzi alti hanno spesso effetti deleteri sulla crescita economica. Con il petrolio del resto si producono le merci e i suoi derivati, come benzina e altri carburanti, sono indispensabili per spostare questi prodotti in giro per il mondo dove vengono venduti.

Altalena
Il prezzo del Brent è cresciuto in maniera significativa a partire dallo scorso febbraio, quando sono aumentati i fermenti e le rivolte in paesi come Egitto, Yemen, Bahrein e Libia. Dai 95 dollari di gennaio si è passati ai 116 dollari al barile dei primi giorni di marzo, arrivando in aprile fino a 126,8 dollari al barile. I prezzi hanno poi iniziato a scendere nei mesi successivi, arrivando a 103 dollari all’inizio della seconda settimana di agosto. Da allora si sono verificati alcuni progressivi aumenti fino ai 110 dollari della settimana scorsa.

Benzina
L’andamento altalenante dei prezzi del petrolio incide anche sul prezzo della benzina, uno dei suoi principali derivati, ma queste variazioni sono apprezzabili nel lungo periodo e quasi sempre nel caso dei rincari. Per questo motivo una riduzione del prezzo del petrolio in un certo periodo dell’anno non comporta necessariamente l’immediata riduzione dei prezzi della benzina per i consumatori. Nel breve periodo il prezzo della benzina viene determinato anche sulla base della propensione all’acquisto del consumatore, così d’estate la domanda cala facendo salire i prezzi e viceversa d’inverno quando la domanda aumenta. Sul prezzo della benzina in Italia gravano anche le tasse e le accise.