Su Europa di oggi Mario Rodriguez, professore di Comunicazione Politica all’università di Padova, fa delle riflessioni sulla nuova campagna del Partito Democratico.
La foto è bella. L’impaginazione anche. La pianificazione degli spazi nei grandi luoghi di passaggio è efficace. Dal punto di vista grafico pubblicitario la nuova campagna del Pd tiene. Convince anche il fatto che sia coerente e in continuità con la campagna precedente: si cerca di affermare una linea di comunicazione continuativa, una identità visiva.
Ma allora perché sembra non incidere, passa come routine, non come l’annuncio di una novità? Il fatto è che un messaggio pubblicitario anche e soprattutto in politica deve avere una sua intima coerenza con la promessa che fa, con il patto fiduciario che si propone di costruire.
Tra la promessa del messaggio, dell’affermazione, e l’esperienza che si lega al messaggio, i comportamenti che lo sostengono, ci deve essere equilibrio, coerenza. L’esperienza deve essere autentica. E qui emergono invece le dissonanze. Sia per l’immagine, la foto di Bersani con le maniche rimboccate, che per lo slogan, il claim, «Oltre».
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