«Fa le quattro tutte le notti»

I dati sui bonifici e altre intercettazioni sulle feste di Arcore raccontano quello che già sappiamo, ce lo ricordano e ci lasciano ulteriormente desolati

I giornalisti che si occupano dell’inchiesta contro Silvio Berlusconi hanno messo le mani sulla richiesta della procura – richiesta accolta dal gip – di giudizio immediato nei confronti del PresdelCons e sulle intercettazioni finora ignote che vi sono contenute. Così ne scrive il Corriere della Sera:

«Ti rendi conto che siamo sputtanate a vita? Ma noi abbiamo il coltello dalla parte del manico, ricordatelo sempre». Ad ascoltare le altre ragazze delle notti di Arcore, così come le svelano la nuova rata di loro intercettazioni inserite non nell’invito a comparire del 14 gennaio a Berlusconi ma nella richiesta dei pm di giudizio immediato, già a fine ottobre il clima tra le papi-girls di Arcore era da ultimi giorni a Pompei. «Sto andando alla festa tesorino, mamma mia è incredibile lo schiffo ke fa il denaro, in questo momento mi sto faccendo schiffo da sola!», si sfoga in un sms della mezzanotte del 25 ottobre la 18enne Iris Berardi. Paradosso vuole che proprio la mattina seguente del 26 ottobre esca su Il Fatto la notizia di una inchiesta sui racconti hard fatti ai pm da una minorenne marocchina, Ruby: «Hai letto?», chiede una. «Sì, però non esiste che non avvisa, anche lui! – risponde l’altra piccata -. Boh, è allucinante ‘sta storia, dai!». Tuttavia l’emersione dell’indagine, peraltro intuita settimane prima come già era emerso da alcune fibrillazioni attorno a Ruby (a cominciare dal misterioso «interrogatorio» condotto il 6 ottobre da non si sa chi alla presenza di «un avvocato» e di «un emissario di lui» sulle «scene hard con il pr…»), non interrompe le feste ad Arcore: anzi, rispetto a quelle già indicate negli inviti a comparire a Berlusconi e a Nicole Minetti, ora i pm ne conteggiano altre quattro il 25 ottobre, il 7 e 22 novembre, e il 19 dicembre 2010. Totale sotto esame: sedici.

Ad aumentare tra le ragazze sono però il risentimento, l’invidia reciproca, le recriminazioni. Una racconta che «c’è chi si è lamentata che voleva più scarpe», un’altra sbuffa che «c’ho le palle girate perché ieri è arrivata quella con la Mini Cooper che gli ha regalato a luglio, e a me m’ha regalato la Smart a giugno… adesso giuro che gliela chiedo un’altra auto». Qualcuna «consiglia di scrivere a lui una lettera di sfogo, parlando anche dei genitori e del fatto che per colpa di quello che è successo sentono dire che la figlia è una prostituta e si vergognano». Tra le papi-girls c’è chi esplode a dire «non ce la faccio più, cavolo, mi ha costretto a dormire lì a tutti i costi, non voleva farmi andar via». Ma altre vogliono sfruttare questa debolezza attribuita al premier: tanto che il giorno di Natale, via sms tra amiche, progettano che «oltre che per le palle bisogna prenderlo per il coso… Domani se è aperto vado in un sexy shop e prendo un po’ di cose per me e te: più tr… siamo più bene ci vorrà». Anche perché, lamenta autoironicamente una che all’interlocutrice confida una divorante passione per un nuovo cliente incontrato la notte prima, «a volte penso e dico che mi sembro papi… qua sempre a voler fare l’amore».

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