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  • Venerdì 18 febbraio 2011

I dieci migliori inni nazionali

Mano sul cuore, stringiamci a coorte e ascoltiamo quelli degli altri

Miami fans stand for the national anthem during an NCAA college football game against Virginia Tech in Miami, Saturday, Nov. 20, 2010. (AP Photo/Lynne Sladky)
Miami fans stand for the national anthem during an NCAA college football game against Virginia Tech in Miami, Saturday, Nov. 20, 2010. (AP Photo/Lynne Sladky)

La rivalutazione dell’inno nazionale italiano – ritenuto brutto persino dai suoi difensori, ridicolizzato dai calciatori, storpiato da gran parte della popolazione – ha conosciuto un piccolo successo giovedì sera grazie al racconto e alla commossa interpretazione di Roberto Benigni durante il festival di Sanremo. Il dibattito sull’inno è ormai superato e noioso – ci siamo fatti una ragione di quello che abbiamo – e allora siamo andati a fare un giro per il mondo per scegliere i migliori degli altri paesi, tra scelte prevedibili e scoperte, e raccontare da dove vengono. Se ci è sfuggito qualcosa di fondamentale, fateci sapere.

Francia
È il simbolo della rivoluzione francese. Testo e musica furono composti dall’ufficiale dell’esercito francese Claude Joseph Rouget de Lisle nella notte fra il 25 e il 26 aprile 1792. Il nome originario era Chant de guerre pour l’armée du Rhin ma divenne nota come Marsigliese perché le truppe di volontari provenienti da Marsiglia la cantarono durante l’assalto alle Tuileries, che pose fine alla monarchia. Venne subito adottato come inno dai rivoluzionari e fu proclamato inno nazionale il 14 luglio del 1795. L’inno fu poi bandito da Napoleone nel 1807 e bisognerà aspettare fino al 1876 prima che diventi di nuovo inno nazionale della Francia. Il testo è piuttosto cruento, ispirato da alcuni volantini rivoluzionari affissi a Strasburgo, e invita a combattere e vincere per la patria.

Turchia
È stato adottato ufficialmente nel 1921, due anni prima della costituzione della Repubblica della Turchia. Il parlamento organizzò un concorso nazionale per scegliere il testo dell’inno, offrendo un premio in denaro. Mehmet Akif Ersoy, un poeta assai celebre all’epoca, inizialmente rifiutò di prender parte alla competizione perché contestava l’idea che si potesse ricevere un compenso per scrivere l’inno: poi il parlamento lo convinse, lui scrisse una poesia, questa fu scelta e il denaro andò in beneficenza. Successivamente venne organizzato un altro concorso per scegliere la melodia: parteciparono 24 compositori e vinse Ali Rıfat Çağatay. È una roba pomposa e strasolenne, anzi: memorabile!

Regno Unito
God save the Queen è uno degli inni più conosciuti al mondo, anche perché è stato a lungo l’inno nazionale non solo della Gran Bretagna ma di tutti i paesi del Commonwealth. L’autore del testo è sconosciuto e ne esistono varie versioni: il primo verso è uguale per tutte, poi ci si perde. Non esiste alcun documento che lo dichiari ufficialmente inno del regno: si tratta di un’usanza che si è diffusa a partire dalla fine del Settecento. Le parole cambiano in base al sesso del monarca: quando la regina Elisabetta cederà il trono a Charles o William, si tornerà a cantare God save the King.
https://www.youtube.com/watch?v=_8KveQdaNmA

Germania
È l’inno nazionale della Germania dal 1922 ed è conosciuto anche come “Deutschland, Deutschland über alles”, che poi è il suo primo verso. C’è tutta una controversa questione riguardo il testo dell’inno e il fatto che questo dovesse essere o no riscritto dopo la fine del nazismo, anche perché durante la guerra fredda la Germania est adottò un altro inno nazionale mentre la Germania ovest mantenne la melodia ma cantava solo la terza strofa. Dal 1990 la terza strofa è diventata l’inno della Germania riunificata: la si canta tutti insieme, anche se con moderazione.
https://www.youtube.com/watch?v=IdXgqubdwJw
Russia
La melodia è quella del vecchio e spettacolare inno dell’Unione Sovietica usato dal 1943 al 1991, il cui autore è Aleksandr Vasil’evič Aleksandrov: fu composta su richiesta di Stalin, che voleva sostituire l’Internazionale socialista, rea di essere stata composta da un francese. Il testo, invece, è stato composto nel 2000 da Sergej Vladimirovič Michalkov, che aveva composto anche i testi degli inni sovietici del 1944 e 1977.

Sudafrica
È l’inno del paese dal 1997 ed è di fatto la fusione di due inni: Nkosi Sikelel’ iAfrika (Dio protegga l’Africa), composto nel 1897, e Die Stem van Suid-Afrika (Il richiamo del Sudafrica), composto nel 1918. Ed è un inno il cui testo è scritto in cinque lingue, le cinque più diffuse tra le lingue ufficiali del Sud Africa, che sono a loro volta undici: lo Xhosa e lo Zulu nella prima strofa, il Sesotho nella seconda strofa, l’Afrikaans nella terza e l’inglese nella strofa finale.
https://www.youtube.com/watch?v=qXKur2FAN7g
Iraq
È uno dei più giovani al mondo, come adozione: è stato scelto come inno nazionale poco dopo la caduta di Saddam, nel 2003, proprio per sostituire quello usato negli anni della dittatura. La musica è stata composta dal compositore Muhammad Fuliefil mentre il testo è stato scritto nel 1934 dal poeta palestinese Ibrahim Touqan. La cosa curiosa è che l’inno – che si intitola Mawtini, “La mia patria” – è stato per anni anche l’inno ufficioso della Palestina.


Cina
La musica fu composta nel 1934 dal musicista Nie Er e il testo è del drammaturgo Tian Han. La leggenda vuole che Tian Han avesse scritto le parole su una cartina per il tabacco, mentre era in carcere. Fu adottato come inno nel 1949 ma Mao Tse-Tung lo proibì e ne fece arrestare l’autore. Soltanto nel 1982 si ricominciò a suonare l’inno in pubblico e la sua adozione ufficiale è recentissima, risalendo al 2004.
https://www.youtube.com/watch?v=uUaBmQf0flI
Stati Uniti
Il testo è stato composto nel 1814 da Francis Scott Key e celebra la vittoria delle truppe americane contro gli inglesi durante il bombardamento del forte McHenry. La melodia invece riprende una canzone da taverna inglese scritta da John Stafford Smith. È particolarmente difficile da cantare perché si estende di un’ottava e mezza: contiene quindi note molto basse e molto alte. Venne usato come inno ufficiale dalla marina degli Stati Uniti nel 1889 ed è stato proclamato inno nazionale soltanto nel 1931. Ne esistono migliaia di interpretazioni, data l’usanza americana di farlo cantare a ogni tipo di artista. Ne sono celebri molte versioni, una di queste è quella di Jimi Hendrix a Woodstock nel 1969, con la melodia storpiata in segno di protesta per la guerra in Vietnam.
https://www.youtube.com/watch?v=jAYPN-1Yjt0
Uruguay
Il testo è stato scritto dal poeta uruguaiano Francisco Acuña de Figueroa, che ha composto anche quello del Paraguay. La musica è opera di Francisco José Debali e Fernando Quijano. Fu adottato come inno nazionale nel 1833 ma nel 1938 venne adottata una nuova versione. Si intitola “Orientales, la Patria o la tumba” e il termine ‘Orientales’ fa riferimento al fatto che prima dell’indipendenza l’Uruguay venisse chiamato Banda Oriental, perché parte del regno spagnolo.