• Brevi
  • Sabato 5 febbraio 2011

Cosa fa il ministro degli esteri europeo, Catherine Ashton

Criticata perché troppo nelle retrovie, è in realtà una vittima del sistema (in senso letterale)

In un momento caldo per le relazioni esterne dell’Unione Europea, con il congelamento dei rapporti con la Bielorussia e le rivolte del Mondo Arabo alle porte, l’Economist traccia un profilo di Catherine Ashton, Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione Europea (in pratica il ministro degli esteri europeo). Dietro alle accuse di non far sentire abbastanza la propria voce ci sono in realtà i meccanismi burocratici comunitari, meno agili rispetto a quelli dei singoli paesi. Si è visto con l’appello per le elezioni in Egitto, arrivato dopo quelli di molti altri leader perché bisognava aspettare che tutti i ministri fossero d’accordo. Ciononostante, pur non essendo un personaggio da ribalta, ad Ashton viene comunque riconosciuta una certa abilità nel muoversi nella rete delle relazioni diplomatiche, ma dovrebbe però agire con più convinzone per cercare di superare la gelosia dei singoli stati verso la propria politica estera.