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  • Venerdì 4 febbraio 2011

L’Egitto contro Mubarak

L'Egitto si prepara al giorno della spallata al regime di Hosni Mubarak

18.44 – El Baradei ha smentito di aver detto che non parteciperà alle elezioni.

18.10 – Stando a quanto riferisce Reuters, El Baradei avrebbe dichiarato in un’intervista che non parteciperà alle elezioni presidenziali.

No, non parteciperò alle elezioni. Il meglio che posso fare è contribuire al cambiamento. Naturalmente voglio essere parte del futuro del paese, ma chi corre per le elezioni non è al momento la cosa più importante.

17.27 – Rosa Navarro è una cittadina americana e ieri è stata fermata al Cairo per alcune ore dalle forze dell’ordine egiziane. Oggi ha raccontato com’è andata alla BBC.

Sono uscita con un amico ieri per comprare qualche scheda telefonica. Ci siamo fermati a casa sua e mentre aspettavamo per un taxi siamo stati avvicinati da alcuni agenti di polizia in uniforme. Ci hanno chiesto i passaporti, ci hanno rilasciato e pochi minuti dopo sono tornati per arrestarci. Siamo stati interrogati e accusati di essere spie e di essere in Egitto per far cadere il governo egiziano. Sono stata lasciata bendata insieme a un’altra cinquantina di occidentali che erano stati arrestati mentre attendevano chi un autobus, chi un taxi o semplicemente mentre camminavano per strada. Nessuno di loro, come me, era stato arrestato nei pressi delle aree in cui ci sono le proteste.

17.23 – Sky News e CNN parlano di alcuni colpi d’arma da fuoco esplosi in prossimità di Tahrir. Non si sa se fossero colpi di avvertimento o piccole esplosioni di altro genere. La piazza è ancora piena di manifestanti, anche se ormai è notte. (In Egitto sono le 18.24.)

17.03 – La TV di stato egiziana ha trasmesso una lunga intervista con uno dei rappresentanti dei manifestanti di piazza Tahrir. Per l’emittente statale, che fino a ora aveva minimizzato l’estensione delle proteste mandando messaggi rassicuranti sulla stabilità del governo e della presidenza Mubarak, è un importante passo avanti. Negli ultimi giorni, in polemica con le scelte editoriali della direzione delle news, alcuni giornalisti avevano deciso di dare le dimissioni.

16.32 – Lyse Doucet della BBC segnala che il coprifuoco al Cairo è ufficialmente iniziato da una mezz’ora. Ad alcuni varchi che conducono verso piazza Tahrir i militari non fanno più passare i manifestanti. La piazza non si sta comunque svuotando ed è iniziato un nuovo momento di preghiera e di raccoglimento.

16.15 – La manifestazione in piazza Tahrir prosegue ormai da diverse ore e qualcuno inizia a proporre di far partire una marcia verso il palazzo presidenziale. Si è aperto un confronto su questo tema tra la folla, spiegano le agenzie di stampa.

15.57 – I leader dei 27 paesi che fanno parte dell’Unione Europea hanno diffuso un comunicato congiunto sull’Egitto:

Il Consiglio Europeo sta seguendo con preoccupazione il deterioramento della situazione in Egitto. Tutti i partiti dovrebbero mostrare moderazione ed evitare ulteriori violenze e iniziare una transizione ordinata verso un nuovo governo largamente condiviso. Il Consiglio Europeo sottolinea che questo momento di transizione deve iniziare adesso.

15.48 – In piazza Tahrir oggi il clima è festoso, ma il bilancio degli ultimi giorni è comunque pesante. Stando agli ultimi dati forniti dalle autorità egiziane, le vittime in questi giorni di scontri sono state otto e si contano almeno 915 feriti. Negli ospedali ci sono ancora 86 feriti gravi.

15.30 – A Rafah sono almeno in 50mila a chiedere le dimissioni di Mubarak in piazza. Rafah si trova nella Striscia di Gaza sul confine con l’Egitto.

15.27 – Al Jazeera segnala che alcuni importanti esponenti dei vertici militari iniziano a farsi vedere nell’area intorno a piazza Tahrir. Alcuni alti ufficiali hanno ispezionato le truppe e si sono confrontati con gli ufficiali che stanno coordinando la sicurezza intorno alla piazza.

15.19 – Channel 4 riferisce di centinaia di migliaia di manifestanti per le vie di Alessandria. Gridano: «C’è una fine per ogni dittatore». L’esercito vigila, c’è un grande dispiegamento di forze e ci sono tensioni, ma non si registrano particolari scontri.

15.13 – Navi Pillay, responsabile dei diritti umani per l’ONU, ha condannato gli attacchi ai giornalisti e la loro detenzione da parte delle autorità egiziane: «Il ruolo dei mezzi di comunicazione è essenziale e le autorità devono facilitare il loro lavoro e prendere provvedimenti concreti per evitare ulteriori attacchi nei loro confronti».

15.08 – Alcuni giornalisti segnalano di non potersi muovere liberamente in piazza Tahrir. I vertici dell’esercito spiegano che per la loro sicurezza saranno sorvegliati così da evitare gli attacchi che hanno subito nei giorni scorsi.

15.05 – In piazza Tahrir continuano ad arrivare nuovi manifestanti, ma ai varchi forze dell’ordine e militari eseguono per precauzione delle perquisizioni, così i tempi di accesso si allungano. Al Jazeera riferisce di diverse migliaia di manifestanti ancora fermi ai posti di controllo.

14.37 – Uno degli uffici al Cairo di Al Jazeera è stato assaltato da alcuni vandali, ma non è ancora chiaro il motivo dell’azione e chi l’abbia organizzata.

13.14 – Sultan Al Qassemi, giornalista del National, riporta le principali dichiarazioni rilasciate dal premio Nobel per la pace El Baradei, da tempo critico nei confronti di Mubarak, ad Al Jazeera:

Per Mubarak è arrivato il momento di lasciare. È tempo che lei ascolti le richieste del suo popolo. Lasci con dignità. Garantiremo per il suo abbandono. Tutto il mondo vuole che Mubarak faccia un passo indietro. Non ha alcuna legittimazione. Nessun egiziano vuole che continui quello che sta accadendo in questi giorni. Mubarak ha servito il proprio paese, ha fatto degli errori e ora è il momento di lasciare. Mubarak è un uomo che arriva dall’esercito, dovrebbe essere in grado di capire quando è il momento di lasciare.

13.01 – A Mansura, città nel delta del Nilo a circa 120 chilometri dal Cairo, ci sono almeno centomila manifestanti che protestano contro il governo e che chiedono le dimissioni di Mubarak.

12.55 – Il momento della preghiera, un’ora fa, in piazza Tahrir.

12.51 – Le proteste vengono però presentate dalla TV di stato come “manifestazioni per la stabilità”.

12.41 – La TV di stato sta mostrando le immagini della folla in piazza Tahrir, dando più spazio del solito alla protesta.

12.38 – Il clima al Cairo è più tranquillo rispetto ai giorni scorsi. I militari tengono alla larga i provocatori e le centinaia di migliaia di persone in piazza manifestano pacificamente.
https://www.youtube.com/watch?v=OWCvsxVTPmw
12.34 – In piazza Tahrir i manifestanti intonano l’inno nazionale, sventolano bandiere dell’Egitto e chiedono le dimissioni di Mubarak. Non ci sono bandiere dei partiti delle opposizioni.

12.31 – Il Guardian ha realizzato una mappa per farsi un’idea delle manifestazioni di oggi in Egitto, le più grandi per ora sono al Cairo e ad Alessandria.

12.25 – La dichiarazione di Berlusconi:

Mi auguro che ci possa essere una continuità di governo. Mubarak ha già annunciato che né lui né i suoi figli si presenteranno alle prossime elezioni e confido, come tutti gli occidentali che ci possa essere una transizione verso un regime più democratico senza rotture con un presidente come Mubarak, che è sempre stato considerato come l’uomo più saggio e punto di riferimento preciso per tutto il Medio Oriente.

12.23 – Nella sua diretta, BBC ha riferito le parole di Silvio Berlusconi sulla crisi in Egitto, definendo le sue posizioni «molto diverse da quelle degli altri leader occidentali».

12.20 – Le telecamere di Al Jazeera mostrano piazza Tahrir piena di manifestanti. La quantità di gente sembra essere paragonabile a quella in piazza lo scorso martedì, quando si parlò di almeno un milione di manifestanti.

12.17 – Il Guardian riporta alcune delle frasi scandite dalla folla in piazza Tahrir:

– Hosni Mubarak è un presidente illegittimo.

– L’NDP è un partito illegittimo. (È il partito di Mubarak)

– Abbasso Mubarak.

12.15 – BBC segnala che per ora i giornalisti stranieri non stanno subendo vessazioni di alcun tipo come era invece avvenuto nei giorni scorsi, con il sequestro dei loro equipaggiamenti.

12.13 – L’esercito si tiene a debita distanza dai manifestanti, ma sorveglia con attenzione la sicurezza della piazza al Cairo. Non c’è traccia dei sostenitori di Mubarak che negli altri giorni avevano causato numerosi scontri, anche sanguinari, con i manifestanti.

12.08 – Sempre Al Jazeera stima che in piazza ad Alessandria ci siano mezzo milione di manifestanti.

12.02 – Al Jazeera sta mostrando le immagini in diretta di alcuni tafferugli ad Alessandria, dove anche oggi diverse migliaia di persone manifestano contro il governo.

Aggiornamento delle 12.00

Il momento della preghiera è finito. In piazza Tahrir, ribattezzata piazza della Liberazione, ci sono diverse centinaia di migliaia di manifestanti. Scandiscono in coro: «Deve andarsene, deve andersene!» riferito al presidente Hosni Mubarak.

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L’Egitto si prepara al giorno della spallata al regime di Hosni Mubarak. Decine di migliaia di persone si sono radunate in piazza Tahrir da questa mattina per una nuova manifestazione di protesta. Alle 11 la folla si è fermata per pregare e il colpo d’occhio era impressionante, con i cristiani non intenti alla preghiera che formavano un cordone di protezione come quelli già visti ieri. Il governo degli Stati Uniti sta discutendo con quello egiziano un progetto per ottenere le dimissioni del presidente e consegnare temporaneamente il potere al vicepresidente Sulayman. Ieri Mubarak aveva risposto a una domanda in un’intervista alla rete americana CBS di essere stanco ma di non avere intenzione di dimettersi «altrimenti per l’Egitto sarebbe il caos», e di voler restare al suo posto fino alle elezioni di settembre. Il nuovo Primo Ministro, Ahmed Shafik, ha chiesto al ministro dell’Interno di non ostacolare in nessun modo la marcia pacifica dei manifestanti. Il ministro ha negato di avere ordinato ai suoi agenti di attaccare la folla negli scontri degli ultimi giorni.

Nelle ultime 48 ore si sono verificati scontri e tafferugli tra i sostenitori di Hosni Mubarak e i manifestanti che chiedono le dimissioni del presidente. Secondo molti osservatori, buona parte dei sostenitori di Mubarak sarebbero in realtà agenti di polizia in borghese armati di rasoi, coltelli e machete. Ieri il vicepresidente Sulayman, nel tentativo di calmare le proteste, aveva proposto ai Fratelli Musulmani di entrare a far parte di un nuovo governo di transizione, ma loro hanno rifiutato scommettendo sulla caduta imminente del regime e sull’apertura di un corso politico totalmente nuovo. «Vogliamo che Mubarak se ne vada e vogliamo la formazione di un governo di unità nazionale aperto a tutte le fazioni politiche», hanno fatto sapere attraverso un messaggio diffuso dalla tv satellitare Al Jazeera.

Il ruolo dell’esercito sarà cruciale per lo svolgimento della manifestazione di oggi. Soltanto ieri i soldati si sono decisi a intervenire creando una zona cuscinetto intorno alla piazza per separare i manifestanti dai sostenitori di Mubarak, ma non sono comunque riusciti a mettere fine agli scontri. Molti medici hanno curato i feriti direttamente per strada e testimoniato che almeno dieci persone sono morte e che più di ottocento sono state ferite, ma le Nazioni Unite dicono che i numeri sono sicuramente più elevati. I sostenitori di Mubarak hanno attaccato la folla con sassi e coltelli, i manifestanti hanno risposto a loro volta lanciando sassi e bottiglie e armandosi di scudi con coperchi rimediati per strada. Un corrispondente di Al Jazeera ha commentato che al Cairo si stava svolgendo una «battaglia medievale» con le due fazioni che si lanciavano a vicenda qualsiasi oggetto usando catapulte improvvisate sul momento.

Molti dei giornalisti presenti in piazza sono stati coinvolti negli scontri: minacciati, derubati delle loro telecamere e in alcuni casi arrestati. Tra questi ci sarebbero anche alcuni giornalisti di New York Times, Washington Post e Al Jazeera. Oggi la CNN ha trasmesso un’intervista a Shahira Amin, una giornalista della televisione di stato egiziana che ha annunciato le sue dimissioni denunciando le censure a cui è stata sottoposta in questi giorni dal governo. «Mi sento sollevata», ha detto «mi consentivano soltanto di mostrare le immagini delle manifestazioni pro Mubarak, come se in piazza Tahrir non stesse succedendo niente».
https://www.youtube.com/watch?v=RkA30FP2bAU

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