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  • Giovedì 3 febbraio 2011

La battaglia al Cairo

Scontri, aggressioni e spari non sono cessati: cinque persone sono morte, piazza Tahrir è un campo di battaglia

18.23 – Sulayman chiude con questo appello la sua intervista: «Dico ai giovani, vi ringraziamo per quello che avete fatto, siete la scintilla che ha dato il via alle riforme. Il paese ha accettato le vostre richieste. Andate a casa, dateci la possibilità di lavorare, ora. Non date retta ai canali televisivi esteri e alle loro provocazioni».

18.17 – Il vicepresidente Sulayman spiega che negli scontri degli ultimi giorni e negli attacchi alle stazioni di polizia sono fuggiti numerosi criminali, arrestati nei giorni precedenti al 25 gennaio. Questi criminali, dice Sulayman, devono essere ricondotti in carcere, i giovani manifestanti che sono stati arrestati saranno rilasciati dopo gli accertamenti.

18.12 – Sulayman: «Alcuni paesi amici hanno canali televisivi che non sono amichevoli con noi. Mi dispiace per questa ostilità. Non dovrebbe essere così». Si riferisce al Qatar e ad Al Jazeera.

18.04 – Sulayman: «Se continuano le proteste il paese rimarrà paralizzato. Ci sono delle notevoli perdite economiche».

18.01 – Sulayman: «L’esercito è là fuori per difendere il popolo e la nazione. Ora ha un nuovo mandato: proteggere i cittadini dai teppisti».

17.59 – Reuters ora parla di dieci morti in piazza Tahrir in seguito agli scontri di oggi e di ieri.

17.56 – Sulayman: «I sostenitori di Mubarak sono scesi in piazza seguendo la loro volontà e non sono certo stati obbligati o pagati».

17.55 – Sulayman: «In piazza Tahrir è successo qualcosa di simile a una cospirazione. Il popolo ama Mubarak e la stabilità, per questo è andato a manifestare».

17.54 – Sulayman: «La fase del dialogo deve portare a qualcosa entro una decina di giorni».

17.51 – Nella sua intervista concessa alla TV di stato, il vicepresidente Sulayman conferma che alcuni emendamenti potranno modificare la Costituzione per rendere più democratiche le prossime elezioni presidenziali, ma ricorda che le riforme della Carta potranno essere fatta solo dopo il voto.

17.50 – Sulayman: «Il presidente [Mubarak] mi ha detto che vuole capire chi c’è dietro le violenze di questi due giorni e che vuole punire i responsabili e fare giustizia».

17.49 – Sulayman: «Ho parlato con i partiti, alcuni sono disponibili al dialogo, altri no e hanno chiesto più tempo per pensarci».

17.46 – Sulayman dice di essersi messo in contatto con le opposizioni per trovare il modo di modificare l’articolo 76 della Costituzione, quello che sostanzialmente ha consentito a Mubarak di rimanete al potere per trent’anni.

17.44 – Sulayman: «I manifestanti chiedono la chiusura del Parlamento, ma come facciamo senza parlamento a fare le riforme?»

17.41 – Sulayman: «Mubarak ha acconsentito ha sospendere le sedute del Parlamento fino a quando la rivolta di piazza non sarà terminata». E dice ci potrebbero volere fino a tre settimane.

17.39 – Sulayman: «La protesta del 25 gennaio è nata per fare delle richieste, non per distruggere. Ma al suo interno c’erano però elementi violenti».


17.38 – Il vicepresidente Sulayman è intervistato in questo momento dalla TV di stato.

17.23 – Uno degli operatori di Al Jazeera nei pressi di piazza Tahrir ha registrato questo breve filmato sugli scontri in corso in queste ore.

17.21 – Al Jazeera parta di due morti da arma da fuoco e di un terzo ferito in piazza Tahrir. Gli scontri continuano, sopratutto nelle vie di accesso alla piazza dove è più difficile per l’esercito mantenere separati i sostenitori di Mubarak dai manifestanti.

17.20 – Le autorità egiziane cercano di limitare la diffusione delle informazioni: una troupe della BBC segnala di aver subito la confisca di parte del proprio materiale per effettuare le riprese.

16.58 – Il Guardian parla di una «enorme manifestazione» in corso in queste ore ad Alessandria.

16.41 – Secondo il ministero della salute egiziano, negli scontri degli ultimi due giorni sono morte almeno 13 persone, mentre il numero dei feriti supera quota 1.300.

16.07 – L’associazione umanitaria Amnesty International conferma che alcuni dei propri operatori in Egitto sono stati arrestati.

16.01 – Il governo egiziano ha imposto ad alcuni ex ministri di non abbandonare il paese perché sono indagati. Tra i politici interessati dal provvedimento ci sono l’ex ministro dell’Interno Habib al-Adly e l’ex ministro del turismo Zuhair Garana. Anche Ahmed Ezz, imprenditore ed ex membro dell’NDP, il partito di Mubarak, non può lasciare il paese.

15.55 – Al Arabiya segnala che i sostenitori di Mubarak avrebbero iniziato a setacciare gli alberghi in cerca dei giornalisti presenti al Cairo.

15.38 – Peter Beaumont e Jack Shenker ricostruiscono per il Guardian quanto successo questa mattina in piazza Tahriri e il ruolo dell’esercito. I sostenitori di Mubarak hanno cercato di entrare nella piazza dove si trovavano i manifestanti contro il governo, alcuni sono riusciti, ma per precauzione l’esercito ha alla fine deciso di intervenire per dividere le due parti. Secondo gli inviati al Cairo, le manifestazioni a favore di Mubarak sarebbero state organizzate dallo stesso governo  e questo spiegherebbe la sostanziale mancanza di interventi da parte delle forze di sicurezza.


15.12 – Le telecamere di Al Jazeera stanno riprendendo altri scontri tra i manifestanti e i sostenitori di Mubarak. Lo schema è quasi sempre lo stesso: da una delle due parti iniziano le provocazioni con lanci di pietre e slogan, la tensione aumenta e scoppiano le violenze. L’esercito e le forze dell’ordine intervengono raramente per calmare gli animi.

14.41 – Altre informazioni date da Shafik: l’esercito ieri non è intervenuto nel timore di creare ancora più caos e aumentare il numero di feriti; il governo nega qualsiasi coinvolgimento con i sostenitori di Mubarak in piazza; le autorità non hanno idea di che cosa sia successo quando c’è stata la carica a cavallo e sui cammelli dei sostenitori di Mubarak.

14.34 – Philip J. Crowley è il portavoce del Segretario di stato degli Stati Uniti e così scrive su Twitter: «C’è in atto una campagna organizzata per intimorire i giornalisti internazionali al Cairo e interferire con il loro lavoro. Condanniamo queste azioni».

14.29 – Shafik: «Quello che è successo mercoledì non si ripeterà più». Il primo ministro conferma poi di essere ancora aperto al dialogo con tutte le opposizioni e i rappresentanti dei manifestanti, che però non vogliono cedere sul punto delle dimissioni di Mubarak.

14.27 – Il primo ministro egiziano Ahmed Shafik sta tenendo una conferenza stampa in questi minuti sulla TV di stato. Chiede scusa per gli scontri in piazza, ammette le mancanze del governo nel gestire la crisi e assicura che ci saranno indagini su quanto accaduto.

14.13 – Associated Press, Al Jazeera e BBC segnalano l’esplosione di diversi colpi d’arma da fuoco in piazza Tahrir e nell’area che conduce al ponte 6 ottobre.

14.08 – Vodafone Egitto conferma: il governo ha obbligato l’operatore a inviare SMS a favore del governo ai propri utenti.

14.03 – Un video da poco caricato su YouTube mostra gli scontri tra i sostenitori di Mubarak e chi chiede le dimissioni del presidente. Al lancio di pietre seguono i tentativi di alcuni manifestanti di calmare gli animi, ma le violenze non si arrestano.

13.40 – Il WAFD, uno dei principali partiti di opposizione egiziani, dice di aver interrotto il dialogo con il governo in seguito alle nuove violenze in piazza Tahrir e accusa lo stesso governo di essere responsabile per gli scontri.

13.37 – Wyre Davis è un inviato della BBC ad Alessandria e segnala che negli ultimi due giorni il lavoro per i giornalisti si è complicato molto a causa delle violenze e dell’esasperazione di chi protesta. Anche oggi in città si registrano manifestazioni e scontri isolati.

13.24 – Diversi testimoni dicono che i sostenitori di Mubarak stanno presidiando alcuni dei principali varchi di accesso alla piazza per impedire ai manifestanti di congiungersi con chi è già nella piazza da questa notte.

13.15 – L’esercito ha iniziato a trattenere i giornalisti che si trovano in piazza Tahrir, ufficialmente per preservare la loro incolumità, riferisce Associated Press.

12.47 – El Baradei e i Fratelli Musulmani hanno rifiutato l’invito del primo ministro egiziano, che aveva chiesto di avviare il dialogo. Secondo le opposizioni, senza le dimissioni di Mubarak non ci può essere alcun confronto.


12.18 – Ci sono nuovi scontri in piazza Tahrir al Cairo. Le agenzie di stampa segnalano il lancio di pietre tra i manifestanti e i sostenitori di Mubarak che sono riusciti a raggiungere l’area della protesta. Per ora esercito e forze dell’ordine non intervengono.

11.35 – In piazza Tahrir la situazione appare molto più calma di ieri. L’esercito sta mantenendo i sostenitori di Mubarak separati dai manifestanti e non si registrano scontri o particolari violenze. Diverse organizzazioni umanitarie accusano il governo di aver lasciato che si verificassero scontri violenti nella giornata di ieri. Il bilancio delle vittime oscilla tra le cinque e le dieci persone uccise nel corso delle violenze.

10.57 – I manifestanti dicono di aver trattenuto un centinaio di sostenitori di Mubarak i cui documenti d’identità sembrano indicare legami con forze di polizia e personaggi politici, riferisce Reuters.

10.37 – Sulayman, il nuovo vicepresidente egiziano, ha avviato una nuova serie di consultazioni con i partiti per trovare una soluzione alla crisi politica e istituzionale.

10.24 – Le proteste continuano anche ad Alessandria. Per le strade ci sono alcune centinaia di manifestanti, mentre mancano le forze dell’ordine. Ci sono solamente alcuni agenti, ma si occupano della gestione del traffico.

10.19 – Al Cairo ora sono le 11 passate e in piazza Tahrir iniziano ad arrivare diverse centinaia di manifestanti.

10.14 – Il governo egiziano nega di essere dietro gli attacchi contro i manifestanti di queste ore, dice l’emittente all news Al Arabiya.

09.57 – Il New York Times ha pubblicato un’efficace elaborazione grafica per spiegare gli scontri di ieri. I sostenitori di Mubarak, secondo numerosi testimoni agenti in borghese armati con pietre, coltelli e bastoni, hanno fatto irruzione superando un posto di blocco oltre il ponte 6 Ottobre in piazza Tahrir. Un gruppo di sostenitori del presidente è arrivato nella piazza in sella a cavalli e cammelli, seminando il panico tra i manifestanti che si sono difesi come potevano, tirando le pietre usate per rivestire la pavimentazione della piazza. La battaglia è andata avanti fino a sera, quando i sostenitori di Mubarak si sono dispersi e i manifestanti sono riusciti ad organizzare nuove barricate.

Aggiornamento delle 9.50
Peter Beaumont è un inviato dell’Observer al Cairo e descrive una situazione ancora drammatica in piazza Tahrir dopo gli scontri di ieri. I militari, che ieri non sono praticamente intervenuti per limitare gli scontri, hanno chiesto ai sostenitori di Mubarak di abbandonare l’area, minacciando di aprire il fuoco. In pochi minuti il ponte che porta verso la piazza è stato sgomberato. Secondo Beaumont l’esercito si dovrebbe impegnare di più anche alla luce dei buoni risultati che ottiene quando cerca di calmare gli animi. Alcune centinaia di manifestanti che chiedono al presidente di dimettersi hanno passato la notte in piazza e hanno organizzato alcune barricate per difendersi da possibili nuovi attacchi da parte dei sostenitori del regime.

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Si contano cinque morti e centinaia di feriti per gli scontri delle ultime 24 ore tra manifestanti contro il regime e sostenitori di Mubarak al Cairo. Le aggressioni che erano cominciate ieri con lanci di pietre e attacchi con cammelli e cavallli non si sono interrotte nella notte soprattutto tra piazza Tahrir e il ponte 6 Ottobre. Nella notte si è passati agli spari di armi da fuoco anche in altre aree della città e Al Jazeera ha una testimonianza su un uomo ucciso da un colpo alla testa.

L’esercito ha continuato a mantenere una presenza con i carri armati nella zona degli scontri ma non è intervenuto. Ieri sera il vice presidente Suleyman aveva ripetuto la disponibilità a discutere con le opposizioni a patto che le proteste cessassero. Molte versioni e testimonianze sostengono che i sostenitori di Mubarak che sono improvvisamente intervenuti ieri siano stati pagati e organizzati da forze vicine a Mubarak stesso e fossero anche  agenti di polizia stessi. Ci sono stati anche lanci di molotov e bombe carta, e sono state innalzate barricate improvvisate intorno alla piazza Tahrir che è ormai ridotta a un campo di battaglia, col museo Egizio pesantemente danneggiato e saccheggiato. Con le prime luci del mattino i ribelli sembrano avere riguadagnato piazza Tahrir ma è difficile capire cosa succederà nelle prossime ore e molti temono nuovi attacchi contro i dimostranti.