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  • Giovedì 11 novembre 2010

Il film d’azione turco sulla Freedom Flotilla

È il più costoso nella storia del paese, e complicherà ancora di più i rapporti con Israele

La valle dei lupi: Palestina è il più costoso film della storia turca (10 milioni di dollari) e, come scrive il blog del New York Times The Lede, molto probabilmente complicherà i già tesi rapporti tra Turchia e Israele. In uscita a gennaio, la storia del film vendicherà, almeno nella finzione, l’attacco israeliano alla nave Mavi Marmara della Freedom Flotilla, la flotta che lo scorso 31 maggio ha provato a violare l’embargo israeliano della striscia di Gaza.

Il film nasce da una serie televisiva che si ispira alle gesta di Jack Bauer in 24 e racconta le missioni dell’agente turco Polat Alemdar che combatte i nemici del paese. Il trailer del film mostra una reinterpretazione del raid sulla Mavi Marmara, e continua immaginando la vendetta di un gruppo di agenti turchi che uccide decine di soldati israeliani nei territori Palestinesi. Il trailer ha almeno un paio di scambi di battute che lasciano trasparire chiaramente il tono del film.

– Perché sei venuto in Israele?
– Io non sono venuto in Israele. Sono venuto in Palestina.

https://www.youtube.com/watch?v=cHdnOOL5Hxo

Ynet scrive che lo scorso gennaio Israele ha convocato l’ambasciatore turco in Israele ammonendolo per il rifiuto di Ankara di fermare la programmazione della serie tv. L’ex ministro degli esteri Daniel Ayalon si è incontrato con l’ambasciatore, seduto su una sedia più bassa come gesto di umiliazione.

Oltre alla serie televisiva, La valle dei lupi: Palestina segue La valle dei lupi: Iraq, un film di quattro anni fa che raccontava la storia di medici ebrei che espiantavano organi agli iracheni per portarli in Israele. Il film aveva ovviamente acceso le critiche dell’intero mondo ebraico. Il blog The Lede segnala il commento di un blogger e artista turco conosciuto su Twitter come hkubra.

La valle dei lupi è un film ultranazionalista e violento prodotto da conservatori ultranazionalisti. È spesso razzista e pieno di discorsi d’odio verso gruppi non turchi, e i loro messaggi sono contro una Turchia multirazziale. È spregevole che venga sfruttata la Palestina per riempirsi le tasche e aumentare il numero degli spettatori. Sfortunatamente la Palestina è diventata un feticcio per molti, qualcosa per cui piangere e sanguinare — e poi dimenticare.