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  • Mercoledì 15 settembre 2010

Ancora guai per la Guinea

Il ballottaggio potrebbe essere rinviato di nuovo a causa delle violenze degli ultimi giorni

Burkina Faso President Blaise Compaore, left, poses for a picture with Gen. Sekouba Konate, the junta chief who steered Guinea toward elections, during a meeting between Compaore and Guinea's political actors at the People's Palace in Conakry, Guinea Tuesday, Aug. 3, 2010. Compaore pushed Guinea's transitional government, presidential candidates, and election officials - who have yet to set a date for a second round of presidential voting after June 27 polls were marred by claims of fraud - to hold the run-off "as quickly as possible." (AP Photo/Idrissa Soumare)
Burkina Faso President Blaise Compaore, left, poses for a picture with Gen. Sekouba Konate, the junta chief who steered Guinea toward elections, during a meeting between Compaore and Guinea's political actors at the People's Palace in Conakry, Guinea Tuesday, Aug. 3, 2010. Compaore pushed Guinea's transitional government, presidential candidates, and election officials - who have yet to set a date for a second round of presidential voting after June 27 polls were marred by claims of fraud - to hold the run-off "as quickly as possible." (AP Photo/Idrissa Soumare)

Continuano le tensioni in Guinea Conakry dopo i risultati delle elezioni dello scorso 27 giugno, le prime elezioni democratiche da quando il paese ha conquistato l’indipendenza dalla Francia nel 1958. Oggi i rappresentanti di tutti i partiti politici si riuniranno per decidere se rinviare il ballottaggio previsto per domenica prossima. Un primo ballottaggio era già stato annunciato per il 18 luglio e poi posticipato a causa delle proteste seguite alla denuncia di presunte irregolarità nel voto.

La settimana scorsa il presidente della commissione elettorale Ben Sekou Sylla era stato arrestato e condannato a un anno di prigione per il suo coinvolgimento nei brogli durante il primo turno delle elezioni. La notizia del suo arresto aveva scatenato una nuova ondata di proteste molto violente per le strade di Conakry, causando un morto e più di cinquanta feriti. In seguito agli scontri il capo dell’attuale governo di transizione Jean-Marie Dore aveva vietato tutte le manifestazioni pubbliche.

Negli ultimi giorni la situazione è stata ulteriormente complicata dalla notizia della morte di Ben Sekou Sylla, che lunedì era stato trasferito in un ospedale di Parigi per l’improvviso aggravarsi delle sue condizioni di salute. L’ex primo ministro Cellou Dalein Diallo – uno dei candidati passati al ballottaggio – ha chiesto funerali di stato per Sylla, ricordando e difendendo il suo impegno per la democrazia in Guinea. Il suo avversario e storico leader dell’opposizione Alpha Conte invece si è detto dispiaciuto per la morte di Sylla, ma ha ribadito la condanna per il suo coinvolgimento nei brogli.

Entrambi i candidati si accusano a vicenda di fomentare la violenza, anche se in realtà le tensioni tra le due parti hanno radici che vengono da molto più lontano. Diallo e Conte non sono solo rappresentanti di due partiti politici diversi, ma anche dei due più grandi gruppi etnici del paese: i Fula e i Mandinka. La paura ora è quella che le tensioni elettorali possano far riesplodere il conflitto tra le due etnie. La Guinea è uno dei paesi meno sviluppati dell’Africa e uno tra i più ricchi di minerali, primo produttore al mondo di bauxite: per distinguerla dalle altre Guinee del mondo, è a volte chiamata Guinea Conakry, dal nome della capitale.