vecchi rincoglioniti che danno lezioni di vita lette in un biscotto della fortuna

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La transumanza degli insegnanti del sud

«Il primo giorno di scuola ero disorientato dall’insistenza con cui gli studenti mi chiedevano di andare in bagno. Però che sollievo quando, nella prima ora buca della mia vita, ho messo piede in una ciarliera aula docenti. Colleghe sorridenti, tutto un gran da fare tra computer e stampanti prima del suono della campanella. E, soprattutto, l'eterogeneità di accenti: in un attimo rispolveravo i vecchi seminari di dialettologia che avevo seguito alla Federico II: le consonanti occlusive aspirate della bidella calabrese, le semiconsonanti del collega di Salerno, per non parlare delle vocali platealmente aperte della dirigente catanese che rimbombavano nel refettorio. A volte, nell’atrio della scuola, magari nel tepore di un raggio di sole, mi pareva di essere tornato a casa solo perché i due bidelli gridavano in un napoletano sguaiato contro l’autista della Milano ristorazione che non riusciva a fare manovra»

La transumanza degli insegnanti del sud

La vita dopo l’autonomia

«Una figlia, un figlio, non ci mettono la testa su cosa accadrà ai loro genitori. Non ci pensi davvero alla vita da anziani finché fanno la spesa da soli, finché prendono le pillole che devono, finché ti chiamano e ti chiedono come va, se hai mangiato, se stai ancora con quello lì. Eppure, in Italia, siamo davvero vecchi e lo saremo sempre di più. Gli ultimi dati Istat dicono che gli over 65 sono più di 14 milioni di persone, in Italia: anziani, longevi, colmi di patologie croniche. Poi il 12 agosto di questa estate mio padre si è sentito male»

La vita dopo l’autonomia