spritz
Non importa se eravate d’accordo con Michela Murgia
«È stata un’intellettuale, nel senso più puro del termine: una dei pochi, peraltro, che avesse avuto e prodotto il nostro Paese negli ultimi vent’anni. Diceva cose che nessuno aveva detto prima e altre che avevamo già sentito ma che lei sapeva dire meglio. Affrontava questioni note da punti di vista laterali, era spiritosa anche quando parlava delle cose più serie e profonda quando parlava delle più leggere. A questo servono gli intellettuali (aver scritto questa frase mi ha appena aggiunto vent’anni di età)»

Ma come diavolo mi sono vestito in tutti questi anni a Venezia?
«Un’immagine-lampo: il primo anno di carpet, tra gli attori attesi c’è Timothée Chalamet. E io dico: mica posso competere con Chalamet. E allora mi vesto di nero, e lui si presenta vestito di nero (ma sbrilluccicante). L’anno dopo c’è di nuovo Chalamet. E io dico: ormai io e Timmy siamo una cosa sola, stavolta possiamo sparigliare. E allora mi vesto di rosa (ma molto tenue, per chi mi avete preso!), e lui si presenta vestito di rosso (e con schiena nuda). Questo per dire, ancora, del racconto; e, ancora, della mia, giustamente calpestata, mitomania»

Nei festival piccoli spesso c’è la musica buona
Specialmente dopo la pandemia in Italia si sono affermati quelli più intimi e defilati, apprezzati ma non sempre sostenibili economicamente

«A Roma non ci sarò»
Lo studente che aveva raccontato sul Post gli scontri di Roma racconta "i giovani" secondo lui

Altri articoli su questo argomento
Cosa c’è nei cocktail più famosi
Dall'Old Fashioned all'Americano, passando per la Caipirinha e il Martini, per chi è inesperto ma vorrebbe un'alternativa al solito gin tonic

Sulle piste può mancare la neve, ma non l’après-ski
Gli aperitivi nelle baite sono sempre più desiderati ed esibiti, nonostante i problemi dello sci da discesa

Il Barbiere di Siviglia alla fine del 2021
«Apparentemente, si sa, gran parte delle Opere ha uno schema narrativo tanto elementare da sembrare stucchevole: un tenore e un soprano vorrebbero amarsi ma un baritono non glielo lascia fare»

Milano non è un criceto
Il 21 febbraio 2020 a Milano finì la Belle Époque. Un attimo prima c'erano i walzer di Strauss, quello dopo Schnitzler, Freud, Schiele e Kokoschka [Continua]

I ristoranti delle vacanze
I consigli di Dissapore per mangiare a Parigi, New York, Venezia, Rimini, in Costa Smeralda e Sardegna

Le nuove mode del cibo
Chi vorrà emanciparsi dalle solite cose assaggerà più piatti mediorientali e fermentati, berrà vini meno alcolici e sprecherà meno in imballaggi

Come il prosecco è diventato il prosecco
Nel giro di pochi anni si è affermato come vino frizzante più venduto al mondo, grazie a processi industriali e a strategie di marketing efficaci

Che posto è Salò
Quasi tutti la associano al fascismo, ma oggi è una cittadina turistica come altre sul lago di Garda, dove alcuni vorrebbero superare lo stereotipo

Il turismo sta cambiando Napoli
Il centro storico è pieno di visitatori e nei quartieri del centro ci sono più b&b che a Venezia, ma gli abitanti non riescono più a pagare gli affitti e sono aumentati gli sfratti

20 serie tv da guardare in poco tempo
Un po' di risposte possibili alla vostra domanda su come impiegare i momenti morti durante le feste

Il Pigneto e il resto dell’Italia, oggi
Un libro raccoglie gli articoli del mensile IL che hanno costruito un diverso punto di vista sul cambiamento italiano

Acqua passata

I soldi dell’Università
Dove è sbagliato cercarli, cosa deve fare il PD, e cosa c'entra il mago Silvan: un'analisi dal campo

La lunga marcia dell’estrema destra in Germania
«Molti anni fa mio “zio Michael”, ormai anziano, ospitò me e mio figlio nella sua casa nel Connecticut negli Stati Uniti. Un giorno, aprendo l’armadio a muro della camera per gli ospiti, era saltata fuori la sua uniforme di Buchenwald. Manca ormai da un decennio mio zio Michael, questo mio amatissimo parente, uno dei pochissimi scampati allo sterminio. Se mi immagino in dialogo con lui, vorrei rispondergli che il fascismo di oggi non è quello di allora che ha rialzato la testa, ma mi risuonano nella mente le parole della scrittrice Anne Rabe che tracciano un quadro terrificante di quello che la Germania dell’Est è diventata. La presenza della destra estrema è persino più spaventosa che negli anni in cui il mio amico Johannes era stato preso a calci dai naziskin di Lipsia. La paura è diffusa in chiunque non sia un simpatizzante, il controllo territoriale è esercitato da gente disposta a spaccare le ossa a chi sia inviso, il clima associabile allo spadroneggiare delle SA negli anni Trenta»

30 e più cose da vedere a Milano
Una guida per chi non la conosce bene ma vuole andare oltre i soliti posti (che comunque meritano)
