(Da "Broad City")
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20 serie tv da guardare in poco tempo

Un po' di risposte possibili alla vostra domanda su come impiegare i momenti morti durante le feste

(Da "Broad City")

Le vacanze di Natale sono un periodo perfetto per guardare le serie tv: fuori fa freddo, tra i vari pranzi e cene c’è un sacco di tempo che non si sa mai bene come impiegare, se siete fortunati e non dovete lavorare o studiare, e ormai Una poltrona per dueDie Hard li sapete a memoria. Poi dicembre è il mese in cui escono le liste delle migliori serie tv dell’anno, piene di spunti e suggerimenti sulle cose che ci siamo persi. Noi qui ne abbiamo però messa insieme una diversa: abbiamo raccolto venti serie che si possono finire in poco tempo, un episodio dopo l’altro, perché sono cominciate da poco o perché ne hanno fatte poche stagioni (ci siamo dati questo criterio: dalle tre in giù). Quindi ce ne sono di nuovissime e di vecchie, scelte tra quelle che ci piacciono di più: abbiamo evitato alcune famosissime tipo Gomorra o Black Mirror, ma alcune le conoscerete di sicuro (se non avete ancora visto Twin Peaks, il momento di recuperarla è questo).

Atlanta

1 stagione, 10 episodi (4 ore circa)
Secondo il New York Times è stata la serie dell’anno, e anche qui al Post è piaciuta molto, come potete intuire da questo titolo. L’ha creata, scritta, diretta e interpretata Donald Glover, cantante e attore afroamericano di 33 anni, tra le figure più eclettiche e promettenti dello show business americano. Parla di Earn, un ragazzo di Atlanta con pochi soldi e una figlia piccola, che si mette a fare il manager di un suo cugino diventato un rapper famoso sulle radio locali. Ma parla anche della partner di Earn, Vanessa, e in generale dell’essere afroamericano negli Stati Uniti d’oggi. In molti momenti fa ridere, in molti altri è assurda, in altri è triste, e c’è un sacco di bella musica. In Italia dovrebbe arrivare su Fox nei prossimi mesi.
Da vedere se vi sono piaciute: High Maintenance, Louie, Twin Peaks

Bojack Horseman

3 stagioni, 36 episodi (15 ore circa)
È probabilmente la serie animata più apprezzata degli ultimi anni, ed è prodotta da Netflix. Parla di un cavallo antropomorfo che è stato il protagonista di una popolare sitcom degli anni Novanta, e che vent’anni dopo fa una vita sregolata e senza vere relazioni affettive in una Hollywoo(d) abitata da umani e da animali. Tra i doppiatori ci sono Will Arnett, Amy Sedaris, Alison Brie e Aaron Paul. Fa molto ridere, ma è anche una delle serie che parla meglio di temi molto delicati come depressione, dipendenze, incapacità affettiva, morte. È disponibile sul catalogo italiano di Netflix.
Da vedere se vi sono piaciute: I Griffin, Arrested Development, 30 Rock

Freaks and Geeks

1 stagione, 18 episodi (13 ore circa)
Freaks and Geeks è una cosiddetta serie-di-culto, andata in onda su NBC tra il 1999 e il 2000 e cancellata dopo soli 12 episodi. L’ha creata Paul Feig, quello di Spy e del nuovo Ghostbusters, ed è stata prodotta da Judd Apatow, quello di LoveFunny PeopleGirls 40 anni vergine. Nel cast ci sono un sacco di attori diventati poi famosissimi, da James Franco a Seth Rogen a Jason Segel. Parla di una scuola superiore americana negli anni Ottanta, e di due strambi gruppi di studenti: i “freak” e i “geek”. Da quest’anno è disponibile sul catalogo italiano di Netflix.
Da vedere se vi sono piaciute: Community, Parks and Recreation, The Office

The Night Of

1 stagione, 8 episodi (circa 8 ore)
È stata una delle serie di cui si è parlato di più quest’anno, e a ragione: è di HBO, il protagonista è Riz Amhed (che recita anche in Rogue One: A Star Wars Story) e c’è anche John Turturro. Parla di un ragazzo di origini pakistane che ruba il taxi di suo padre per andare a una festa a Manhattan, si perde e incontra una ragazza: va a casa sua e fanno sesso, ma quando si sveglia è morta. La serie racconta l’indagine che prova a capire cos’è successo quella notte. È girata benissimo, con una fotografia “da film”, la storia è molto avvincente e ci sono diversi personaggi molto interessanti (l’avvocato interpretato da John Turturro o il criminale in carcere, interpretato da Michael Kenneth Williams). In Italia la sta trasmettendo Sky Atlantic.
Da vedere se vi sono piaciute: Making a Murderer, The Jinx, The Wire

Utopia

2 stagioni, 12 episodi (circa 11 ore)
È una serie britannica creata da Dennis Kelly, trasmessa tra il 2013 e il 2014 su Channel 4. Racconta di una enorme cospirazione governativa con al centro un’arma di distruzione di massa, di cui ci sono indizi in un graphic novel: i protagonisti sono cinque appassionati del libro, che devono scappare da un’organizzazione segreta che vuole ucciderli. È una delle serie thriller più coinvolgenti degli ultimi anni, ha una storia intricata, uno stile originale, una gran colonna sonora ed è molto, molto crudele. David Fincher doveva farne una versione americana per HBO, ma è saltato tutto.
Da vedere se vi sono piaciute: Black Mirror, Mr. Robot, The Prisoner

Twin Peaks

2 stagioni, 30 episodi (25 ore)
Ok, forse non c’è bisogno che vi ricordiamo che cosa sia e quanto sia stata importante Twin Peaks, la serie di David Lynch e Mark Frost andata in onda tra il 1990 e il 1991 sul misterioso omicidio di una ragazza in un altrettanto misterioso paese dello stato di Washington. È una serie tv che ha cambiato le serie tv, e su questo sono tutti d’accordo; sul fatto che sia un motivo sufficiente per trovare appagante vederla nel 2016, a meno che non vogliate fare i filologi delle serie tv, qui in redazione circola qualche dubbio in più. Tenete conto però che nel 2017 uscirà la terza stagione, con attori vecchi e attori nuovi, sempre scritta da Lynch e Frost: sarà uno degli eventi dell’anno, e se vorrete partecipare anche voi bisognerà aver visto le due precedenti.
Da vedere se vi sono piaciute: i film di David Lynch, X-Files, Six Feet Under

Broad City

3 stagioni, 30 episodi (circa 11 ore)
Broad City è ideata, scritta e interpretata da Ilana Glazer e Abby Jacobson, che iniziarono facendo delle puntate da pochi minuti e caricandole su YouTube (ci sono ancora), finché non arrivò l’attrice Amy Poehler a notarle e produrle. La trama è quella di decine di altre serie: parla di due amiche che vivono a New York, hanno lavori che non amano, pochi amici e relazioni un po’ fragili. Questa però ha un umorismo molto originale ed efficace, è femminista e a differenza, per esempio, di Girls, ha due protagoniste a cui è facile voler bene.
Da vedere se vi sono piaciute: Master of None, Louie, Girls

Studio 60 on the Sunset Strip

1 stagione, 22 episodi (circa 17 ore)
È una serie andata in ondrea tra il 2006 e il 2007 su NBC, scritta da Aaron Sorkin, uno dei più famosi sceneggiatori di Hollywood, autore di The West Wing, Codice d’onore, The Social Network, Moneyball e The Newsroom. Tra i protagonisti ci sono Matthew Perry (cioè Chandler di Friends), Bradley Whitford, Amanda Peet e Steven Weber. Parla della troupe che scrive e gira un programma comico simile al Saturday Night Live, ed è una grande descrizione di come funziona la televisione americana, con i dialoghi brillanti e fitti che hanno reso famoso Sorkin. In Italia è andata in onda su RED TV e Italia 1.
Da vedere se vi sono piaciute: 30 Rock, The Newsroom, The West Wing

Billions

1 stagione, 12 episodi (circa 12 ore)
La prima stagione è andata in onda quest’anno su Showtime, la seconda comincerà a febbraio. I protagonisti sono Damian Lewis (di Homeland), che interpreta un ricchissimo manager di un opaco fondo investimenti, e Paul Giamatti, che interpreta un procuratore distrettuale che vuole scoprire se ci sia del losco negli affari del primo. È recitata molto bene, e anche se racconta cose complicate di finanza non è mai noiosa. In Italia l’ha trasmessa Sky Atlantic.
Da vedere se vi sono piaciute: House of Cards, The Good Wife, Homeland

Making a murderer

1 stagione, 10 episodi (circa 10 ore)
È una serie-documentario, l’ha prodotta Netflix e racconta la storia pazzesca di Steven Avery, un uomo del Wisconsin condannato nel 1985 per stupro e scagionato 18 anni dopo per la prova del DNA. Avery fece causa a chi lo aveva condannato, ma due anni dopo venne nuovamente arrestato per l’omicidio di una fotografa, sulla cui auto era stato trovato il DNA di Avery. È stata una delle serie più apprezzate e discusse dell’anno scorso, ed è imprescindibile per chi è appassionato di cronaca nera e storie vere assurde. Netflix ne sta facendo una seconda stagione.
Da vedere se vi sono piaciute: The Jinx, Amanda Knox, The People v. O.J. Simpson: American Crime Story

The OA 

1 stagione, 8 episodi (8 ore circa)
Non è la più bella di questo elenco, ma se la gioca per il premio alla più strana. La prima stagione – l’unica finora – è fatta di otto episodi ed è su Netflix dal 16 dicembre, dopo esserci arrivata a sorpresa un paio di giorni dopo che il trailer era stato messo online senza preavviso. Se ci si mette d’impegno la si guarda in un weekend, ma bisogna mettere in conto che gli episodi hanno durata molto variabile: il più breve dura mezz’ora, il più lungo 70 minuti. The OA è stata creata da Brit Marling e Zal Batmanglij (il regista e una delle attrici di The East) e parla di una ragazza cieca che dopo sette anni torna nel paese in cui era cresciuta, dopo aver riottenuto la vista e dopo aver passato quegli anni non si sa dove e a fare cosa. Si comporta però in modo strano, e dice di chiamarsi “The OA” (PA in italiano). Non è una serie tv semplice: richiede attenzione, gusto per le cose un po’ strambe e predisposizione a storie piuttosto assurde e incasinate. Potrebbe piacervi moltissimo ma vogliamo essere sinceri: c’è un alto rischio di «ma che diavolo è questa cosa?».
Da vedere se vi sono piaciute: Stranger Things, Sense8, Fringe

Happy Valley

2 stagioni, 12 episodi (10 ore circa)
È un poliziesco uscito su BBC One nel 2014, arrivato alla seconda stagione: ora entrambe sono su Netflix. La protagonista è Sarah Lancashire, un’attrice piuttosto famosa nel Regno Unito, soprattutto per aver recitato per oltre dieci anni in Coronation Street. Happy Valley è una serie tv poliziesca ambientata nello Yorkshire, nel nord dell’Inghilterra. La sua principale caratteristica è essere molto inglese: nei paesaggi, nello stile, nelle facce dei protagonisti. Non ci sono eroi e non ci sono temibilissimi criminali, ma storie sempre plausibili e, di nuovo, molto inglesi. Una terza stagione non è ancora sicura, ma è molto probabile.
Da vedere se vi sono piaciute: The Bridge, Fortitude, Last Tango in Halifax

House of Cards (quell’altra)

3 stagioni, 12 episodi (10 ore circa)
In realtà si tratta di tre miniserie – House of Cards, To Play the King e The Final Cut – trasmesse da BBC nella prima metà degli anni Novanta. Il protagonista si chiama Francis Urquhart, è interpretato da Ian Richardson, e come il Frank Underwood di House of Cards (quello statunitense) è un politico molto intelligente e con pochissimi scrupoli che si mette in testa di ottenere – usando praticamente ogni mezzo – incarichi sempre più importanti. La storia è tratta da una trilogia di romanzi scritta da Michael Dobbs, che negli anni Ottanta era stato capo dello staff del Partito Conservatore e consigliere di Margaret Thatcher. Tutte e tre le miniserie sono su Netflix e sono un ottimo modo di rendere meno dura l’attesa della quinta stagione dell’House of Cards con Kevin Spacey: non c’è ancora una data certa ma di solito le nuove stagioni di questa serie arrivano a fine febbraio o inizio marzo. Anche Urquhart parlava guardando dritto nello schermo.
Da vedere se vi sono piaciuteThe Thick of It, West Wing, The Newsroom

Master of None

1 stagione, 10 episodi (5 ore)
È la prima serie scritta, diretta e interpretata dal comico statunitense Aziz Ansari e racconta della vita di un attore di nome Dev e origini indiane (interpretato da Ansari), che vive a New York. È l’ideale se vi siete un po’ stancati delle serie “ragazzi bianchi benestanti vivono in un costoso appartamento e fanno cose”. Ansari ha un umorismo particolare, con tempo comici lunghi e un modo molto originale di recitare: è difficile che Master of None piaccia così-così. Di solito è o molto o per niente. Ci sono cose che fanno ridere, cose serie, cose da commedia romantica e, sparse qua e là, interessanti riflessioni su cosa voglia dire essere non-bianco negli Stati Uniti (anche se totalmente americano), magari cercando di trovare lavoro come attore. Ci sarà una seconda stagione e si sanno già un po’ di cose a riguardo, ma se non volete spoiler meglio stare lontani da questo link. Gli attori che interpretano i genitori di Dev sono i veri genitori di Ansari: ha provato a cercare attori, ma nessuno lo convinceva, allora ha convinto lui quelli veri a recitare.
Da vedere se vi sono piaciute: Love, Parks and Recreation, Arrested Development

Silicon Valley

3 stagioni, 28 episodi (9 ore circa)
È la serie giusta se siete appassionati di tecnologia e sapete benissimo cos’è e come funziona la Silicon Valley (e volete riderci un po’ su), ma va benissimo anche se la Silicon Valley non sapete dove e cosa sia e volete impararlo ridendo. La serie parla di alcuni programmatori che hanno l’idea giusta per un apparentemente rivoluzionario sistema per la compressione dei file, e devono svilupparla, darle forma, trovare qualcuno che la finanzi e difenderla da quelli che vogliono appropriarsene: in Italia la trasmette Sky Atlantic.. Chi se ne intende di quel settore dicono che Silicon Valley è molto attendibile e realistica, anche se fatta in chiave comica. In più ci sono almeno due-tre personaggi particolarmente ben pensati e interpretati: quello che si fa notare di più è Erlich Bachman, ma noi tifiamo per i due programmatori Dinesh e Gilfoyle.
Da vedere se vi sono piaciute: Big Bang Theory, Halt and Catch Fire, Veep

Età dell’oro

1 stagione, 8 episodi (meno di 3 ore)
Se non ne potete più di poliziotti inglesi, fenomeni paranormali in cittadine del Midwest, complotti politici, startupper californiani e trentenni che vivono a New York, qualche settimana fa è uscita – e si può vedere in streaming gratuito su DPlay – una serie molto italiana. Ma in senso positivo, non “molto italiana” come lo direbbe Stanis La Rochelle in Boris. Parla di due creativi freelance che vivono a Milano, mangiano cinese d’asporto, bevono birre e spritz al bar e, soprattutto, cercano di tirare su abbastanza soldi per pagare l’affitto. È una serie ideata, scritta e diretta da La Buoncostume e con un po’ di gente nota: Costantino Della Gherardesca, Sofia Viscardi, Matilda de Angelis, Jake la Furia, Luca Vecchi dei “The Pills”, e Matilde Gioli. Età dell’oro fa ridere e per qualcuno potrebbe essere il caso in cui il divario “serie tv” e “la mia vera vita” è più ridotto.
Da vedere se vi sono piaciute: Boris, Il candidato, Klondike (di cui Età dell’oro è l’espansione)

The Bridge (quella originale)

3 stagioni, 30 episodi (circa 30 ore)

È la serie tv da vedere per poi uscire la sera e dire «ho guardato questa serie dano-svedese di qualche anno fa» e fare un figurone, ma è anche la cosa giusta se vi piacciono i thriller, i polizieschi, i paesaggi del nord Europa e, più in generale, i gialli scandinavi. La serie è andata in onda per tre stagioni dal 2011 al 2014 e le prime due sono anche state trasmesse in Italia, su Sky. Parla delle indagini fatte da una detective danese e da un poliziotto svedese (tra loro molto diversi nei modi) dopo che viene trovato un cadavere sul ponte di Øresund, che collega i due paesi. Hanno fatto anche un remake statunitense con Diane Kruger – in cui il cadavere viene trovato tra Messico e Stati Uniti – e uno franco-britannico (cadavere nel tunnel della Manica), ma l’originale è molto meglio.
Da vedere se vi sono piaciute: Top of the Lake, Marcella (la nuova serie della creatrice di The Bridge)

Fleabag

1 stagione, 6 episodi (3 ore circa)
«È una serie tv diversa da ogni altra cosa che potreste trovare in tv», ha scritto Vulture, perché parla di una donna britannica depressa, apatica, cinica ed egoista, che fa tante cose che qualcuno non si aspetterebbe in una serie tv, per esempio masturbarsi guardando discorsi di Obama. La serie alterna scene particolarmente divertenti ad altre decisamente tragiche e la protagonista, interpretata da Phoebe Waller-Bridge, ha molti rapporti disfunzionali, che, tra le altre cose, cerca di risolvere con del sesso occasionale. Nel consulto precedente alla definizione di questa lista ci sono state, qui al Post, pubbliche dimostrazioni di gradimenti nei confronti di Fleabag e private minacce di ritorsione nel caso in cui non fosse finita in questa lista. Insomma: questa serie ci è molto piaciuta. Comunque non è che ce ne siamo accorti solo noi, eh: Fleabag – che è l’adattamento di un apprezzatissimo monologo teatrale – è quasi in ogni classifica delle “serie tv più belle dell’anno” che sono uscite in questi giorni.
Da vedere se vi è piaciuto: Girls

Broadchurch

2 stagioni, 16 episodi (12 ore circa)
La trovate su Netflix ed è una serie thriller e drammatica, ambientata a Broadchurch, una piccola cittadina immaginaria della costiera, inglese. I protagonisti della serie sono l’ispettore di polizia Alec Hardy – interpretato da David Tennant (potreste averlo già visto in Doctor Who) – e il sergente Ellie Miller, interpretata da Olivia Coman (lei potreste averla vista in Fleabag). Il creatore della serie è Chris Chibnall, creatore ideatore di Camelot e sceneggiatore di alcuni episodi di Doctor Who. Una terza ed ultima stagione è già stata decisa, anche se ancora non si sa quando uscirà. Nel frattempo è stata fatta anche Gracepoint, una versione americana della serie, sempre con Tennant protagonista: anche in questo caso meglio l’originale.
Da vedere se vi sono piaciute: The BridgeIl seggio vacante, Happy Valley

Looking

2 stagioni, 18 episodi (5 ore circa) + un film (un’altra ora e mezza)
È una serie tv statunitense trasmessa su HBO e su Sky Atlantic in Italia. La prima puntata andò in onda nel 2014; il film – creato dopo che la serie era stata cancellata, con lo scopo di darle un finale – è andato in onda nell’estate 2016. Looking parla di un gruppo di ragazzi gay di circa trent’anni che vive a San Francisco. Il genere è comedy-drama: perché ci sono momenti in cui si ride, ma anche altri più seri e tristi. La serie è stata molto apprezzata e da alcuni critici paragonata a Girls, la serie tv ambientata a New York che ha per protagoniste quattro ragazze ventenni. Secondo molte recensioni il film che chiude la storia di Looking è invece un po’ troppo affrettato e di qualità più bassa rispetto alla serie.
Da vedere se vi è piaciuta: Girls