se ti abbraccio non aver paura

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Chi è il corpo

«Ho l’impressione che fin da molto piccola una forma di stupore e di timore indicibile mi abbiano scortato ogni qualvolta allargavo l’esperienza del mio esserci fisico e materiale. Sono sempre io ad abitare sotto le mie anche, lo spartiacque oltre cui ho perso il controllo – non posso più camminare da ventidue anni – oppure sono come un’abusiva che occupa stanze in un condominio? Un condominio popolato da fantasmi, con porte e pareti che appaiono e scompaiono, rumori e voci senza una spiegazione. Una casa in cui spesso ho paura o sono in allerta, questo è per tre quarti il luogo che abito».

Chi è il corpo

La lingua perduta della moda

«Per le strade distinguevi a metà degli anni ’80 perfettamente un dark da un paninaro, uno che abitava a San Siro da uno che abitava sui Navigli, uno di destra da uno di sinistra, un gay da un etero, uno dentro o uno fuori dal sistema. Era più facile esistere ma era più difficile essere giovani. Il mondo si era velocemente innamorato del classico rassicurante di Armani o del glamour di Versace, ma per sfuggire a questo soffocante abbraccio si erano formati anche molti nuclei di resistenza a Parigi, a Londra, a New York e anche a Milano»

La lingua perduta della moda

Giorni di festa in un carcere minorile

«Se dovessi dirvi qual è il periodo dell’anno più brutto per i ragazzi rinchiusi, sarei incerto tra Natale e agosto, e difatti sono quelli i periodi in cui sembra si verifichino più incidenti, rivolte, evasioni. Ad agosto la cosa che manca di più è il divertimento, il mare, le ragazze. In questi giorni di fine dicembre è diverso, ovviamente. Ti manca la famiglia, ti manca casa. È per questo che, quando ho concluso il poetry slam di oggi, non mi sono azzardato a dire buon Natale»

Giorni di festa in un carcere minorile