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Scrivere ai prigionieri politici russi

«Avevo scoperto la possibilità di mandare lettere ai detenuti in Russia sulla homepage di "Meduza". I prigionieri politici sono quasi mille e tra loro ci sono ragazzini di appena sedici anni, studenti universitari, una tiktoker bionda che immagineresti avvolta da abiti firmati, donne e uomini di mezza età. Molti sono stati condannati a pene ingiuste e sproporzionate: 9 anni per aver messo un like a un post contro la guerra in Ucraina, 6 anni per aver fatto la terapia ormonale, 12 anni per aver donato 30 dollari a una ONG ucraina. La colpa principale di Dmitrij era stata fotografare ponti a Vladivostok. Quando ho visto il drago che aveva disegnato, ho deciso di scrivere a lui»

Scrivere ai prigionieri politici russi

L’ultima volta che ho visto Enzo Baldoni

«Non ho mai amato la retorica dell’eroe. Non c’è dubbio, però, che in Iraq Enzo Baldoni si sia comportato da eroe, cercando di testimoniare quello che accadeva e portando aiuto, a rischio della vita. Si prese in carico il destino di un ragazzo amputato, che poi fu curato da Emergency, e guidò due missioni umanitarie per portare aiuti in una città assediata. Ma non c’è dubbio neppure che le istituzioni italiane abbiano scelto di dimenticarlo. Credo che Enzo Baldoni ne avrebbe riso perché aveva troppo senso dell’umorismo e amava troppo la vita per essere attratto dalle medaglie e dall’ideologia della bella morte. Lo aveva anche scritto per tempo, previdente e pignolo com’era, nelle disposizioni per il suo funerale»

L’ultima volta che ho visto Enzo Baldoni
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