Un errore corretto in tempo

Ieri, durante la sua graditissima visita al tavolo per le firme allestito nella redazione di Europa, il professor Parisi ha fatto privatamente un’osservazione che sono sicuro di poter citare, perché ha un senso politico coerente con la campagna referendaria che lui e altri hanno lanciato. «Sapete perché firma tanta gente? Naturalmente non stanno tutti firmando per reintrodurre il Mattarellum. È come ai tempi del referendum sulla preferenza unica: gli italiani usano gli strumenti che hanno per esprimere quello che hanno dentro».

Dunque quello che è in corso è un altro consistente sommovimento di un popolo che chiede di smuovere energicamente le acque dello stagno della politica italiana (in queste ore paralizzata da cosa? Dall’attesa di nuove frasi indecenti intercettate a Berlusconi). Pur muovendosi su tutt’altro terreno di merito, il senso di questa campagna finirà alla fine per somigliare molto a quello dei referendum su acqua e nucleare della primavera scorsa.

Uso improprio? Attenzione a dirlo, attenzione a sbagliarsi come in una lunga prima fase è capitato ai vertici del Pd. Una simile esplosione di partecipazione è un tesoro per i partiti democratici che sanno comprenderla, perché partendo dalla medesima insofferenza verso il sistema com’è va però nella direzione opposta rispetto alle ventate della cosiddetta antipolitica. Si nutre di speranza di riforma, non di rottamazione. Bersani in primavera s’era mosso accortamente proprio per rimanere in sintonia con eventi che travalicavano il merito: in estate, sul referendum elettorale, è stato invece indotto in errore perché rispetto alla necessità di tenere aperti i canali con la società ha fatto prevalere un calcolo sulle alleanze partitiche, che peraltro ora è molto aleatorio. L’errore del quartier generale viene corretto in queste giornate dalla stessa gente del Pd, impegnata a testa bassa nella raccolta di firme che sta andando benissimo.

Non se la devono prendere, al Nazareno, se siamo tutti fuori dall’improbabile tracciato della correzione parlamentare del Porcellum: siamo su un terreno più solido. E pazienza se gli organismi dirigenti sono stati un po’ strattonati: è stato fatto per il bene della ditta. Ammesso che questa espressione aziendale vada ancora di moda.

Stefano Menichini

Giornalista e scrittore, romano classe 1960, ha diretto fino al 2014 il quotidiano Europa, poi fino al 2020 l’ufficio stampa della Camera dei deputati. Su Twitter è @smenichini.