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  • Mercoledì 19 novembre 2025

La violenta aggressione di un mese fa a Milano

È accaduta a ottobre ma è emersa soltanto ieri, con un video tremendo e cinque ragazzi arrestati per aver quasi ucciso un 22enne

Tre immagini del video dell'aggressione (Ansa)
Tre immagini del video dell'aggressione (Ansa)
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Martedì 18 novembre cinque ragazzi, due di 18 e tre di 17 anni, sono stati arrestati per l’aggressione a un 22enne avvenuta la notte del 12 ottobre a Milano. L’accusa nei loro confronti è di tentato omicidio pluriaggravato e rapina pluriaggravata in concorso. I due maggiorenni sono stati portati nel carcere di San Vittore e i tre minorenni al carcere minorile Beccaria. La custodia cautelare è stata giustificata con il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove.

L’aggressione è avvenuta intorno alle 3 del mattino di domenica 12 ottobre nella zona del “Play Club”, un locale tra corso Como e il quartiere Porta Nuova (quello noto per i suoi grattacieli). Secondo le ricostruzioni fatte da giornali locali e agenzie di stampa i cinque avrebbero avvicinato il ragazzo di 22 anni, uno studente dell’università Bocconi, chiedendogli una sigaretta e di poter cambiare una banconota da 20 euro per poter fare benzina. Il ragazzo avrebbe tirato fuori i soldi che aveva e uno dei 17enni gli avrebbe strappato di mano una banconota da 50 euro. Quando il gruppo si è allontanato, il 22enne li ha inseguiti e sotto i portici di un hotel, all’incrocio tra via Montegrappa e via Rosales, è iniziata l’aggressione contro di lui, che è stata ripresa da diverse telecamere.

In un video che sta circolando molto online si vede il 22enne mentre viene violentemente preso a calci e a pugni, anche mentre è a terra. A un certo punto uno dei cinque arrestati, il 18enne Alessandro Chiani, ha estratto un coltello a serramanico colpendo il 22enne sul gluteo e sul fianco sinistro all’altezza del polmone. Alle 3:09 del mattino il 22enne è stato trovato da una volante della polizia intervenuta con il 118: non è chiaro chi abbia chiamato i soccorsi, ma è probabile siano state due ragazze che hanno assistito alla scena delle banconote e che hanno poi raggiunto il 22enne sotto i portici trovandolo a terra.

All’arrivo dei soccorritori il 22enne è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Fatebenefratelli, dove è stato operato più volte e dove gli sono state fatte diverse trasfusioni. Aveva perso molto sangue, aveva un polmone collassato e ha una lesione spinale. Ora è fuori pericolo, ma è ancora ricoverato in ospedale. Diversi giornali, tra cui il Corriere della Sera, dicono che le ferite gli hanno causato danni che potrebbero essere permanenti e che c’è un’altissima probabilità che non sarà possibile, per lui, un pieno recupero motorio.

I cinque arrestati sono italiani, uno di loro è nato in Egitto. Tutti sono residenti nella zona di Monza e sono amici. I più grandi, scrive sempre il Corriere, hanno piccoli precedenti non meglio precisati. Durante le indagini sono stati trovati i vestiti che indossavano quella notte e il coltello. Dai loro cellulari sono state recuperate anche le chat dove parlano dell’aggressione. Per l’indagine sono state fondamentali le testimonianze delle due ragazze presenti quella notte per strada.

I cinque, portati in questura, sono stati intercettati in sala d’attesa prima degli interrogatori dimostrando, secondo quanto scritto dalla giudice per le indagini preliminari nell’ordinanza di custodia cautelare, «il loro pieno coinvolgimento» e anche una «sorta di compiacimento» per «l’azione violenta». Nelle trascrizioni depositate dal pubblico ministero si legge che il 18enne che ha usato il coltello ha detto «io sono quello fottuto». Un altro dice che il 22enne «è in fin di vita, così almeno non parla», altri si augurano che muoia e altri ancora si chiedono se sia visibile «il video dove lo scanniamo»: «Voglio vedere se ho picchiato forte», dice uno di loro.

In generale, i cinque, durante l’attesa, si compiacciono di aver eliminato le prove («Hanno letto le chat, ho fatto bene a farti cancellare i messaggi») e cercano di concordare una versione comune da raccontare basata su pretesti e sulla loro presunta autodifesa: «Mi servivano i soldi, ero ubriaco», «Mi è saltato addosso, ha detto “c’ho un coltello”» e «ha messo la mano in tasca». Alcuni valutano inoltre di andare a trovare il ragazzo aggredito in ospedale per migliorare almeno formalmente la loro posizione: «Possiamo fare che è un bel gesto? Lo andiamo a trovare almeno i giudici… Ci dispiace, siamo pentiti…in realtà non me ne frega». Ci sono anche altre parti di queste intercettazioni e sono tutte di questo tenore.

Nei giorni successivi uno degli aggressori si sarebbe vantato di quanto successo anche su TikTok, commentando un video della consigliera comunale ed europarlamentare Silvia Sardone, della Lega, che nell’aula del comune di Milano denunciava l’insicurezza in città per via di sei accoltellamenti avvenuti nel fine settimana tra il 25 e il 26 ottobre: «Il 7 non l’hanno scoperto ancora», diceva il commento.