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  • Mercoledì 5 novembre 2025

Zohran Mamdani sarà il nuovo sindaco di New York

Ha vinto le elezioni battendo Andrew Cuomo: è un socialista e Democratico, il primo musulmano e il più giovane da oltre un secolo

Zohran Mamdani durante il discorso della vittoria (AP Photo/Yuki Iwamura)
Zohran Mamdani durante il discorso della vittoria (AP Photo/Yuki Iwamura)
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Zohran Mamdani, il candidato del Partito Democratico, ha vinto le elezioni per il sindaco di New York: entrerà in carica il prossimo 1° gennaio per un mandato di quattro anni. È un risultato storico per vari motivi: a 34 anni Mamdani diventerà il sindaco più giovane da oltre un secolo, e anche il primo musulmano. Ha posizioni molto progressiste, si definisce socialista – una cosa ancora insolita negli Stati Uniti – e oltre al Partito Democratico fa parte dei Socialisti Democratici d’America (DSA), come la nota deputata Alexandria Ocasio-Cortez, anche lei di New York.

Da settimane Mamdani era il favorito nei sondaggi, e la sua vittoria era attesa. Con il 91 per cento dei voti scrutinati, ha preso il 50,4 per cento dei voti, contro il 41,6 per cento di Andrew Cuomo, che come lui fa parte del Partito Democratico ma si era candidato da indipendente dopo aver perso le primarie. Il candidato Repubblicano Curtis Sliwa ha preso il 7,1 per cento. È stata un’elezione molto partecipata: hanno votato più di due milioni di persone, quasi il doppio rispetto a quattro anni fa. Mamdani è stato il primo candidato in più di cinquant’anni a ottenere più di un milione di voti: l’ultimo era stato John Lindsay nel 1969.

Quando il risultato è diventato definitivo, Mamdani ha tenuto quello che gli statunitensi definiscono il “discorso della vittoria” da Brooklyn, promettendo «giorni migliori per i lavoratori di New York» e definendo l’elezione come un «momento, raro nella storia, in cui passiamo dal vecchio al nuovo». Ha detto di sapere di essere «giovane, musulmano e socialista democratico»: «ma mi rifiuto di scusarmi per tutto questo». Nel discorso si è spesso riferito alle minoranze e agli immigrati che sono stati al centro della sua campagna e che rappresentano una parte importante dei suoi sostenitori.

Zohran Mamdani, con la moglie Rama Duwaji e con i genitori Mahmood Mamdani e Mira Nair, dopo la vittoria elettorale (AP Photo/Yuki Iwamura)

Fino a circa un anno fa Mamdani era sostanzialmente sconosciuto. Si è fatto notare grazie a un’ottima comunicazione sui social media e a una campagna elettorale incentrata sul problema del crescente costo della vita a New York, diventato insostenibile per molti abitanti. Tra le altre cose propone di rendere gratuiti gli autobus (la metropolitana è gestita dallo stato), gli asili nido e le scuole per l’infanzia per i bambini fino ai cinque anni di età, e di creare supermercati gestiti dal comune, che quindi dovrebbero avere prezzi più bassi. Promette anche di bloccare per quattro anni il prezzo degli affitti calmierati.

Mamdani ha sconfitto avversari con più esperienza e più risorse economiche. Cuomo era stato governatore dello stato di New York dal 2011 al 2021, quando si dimise perché accusato di molestie sessuali (i procedimenti sono poi stati archiviati). Cuomo aveva ricevuto l’appoggio sia del sindaco uscente Eric Adams, pure lui dei Democratici e coinvolto in vari scandali, sia del presidente Donald Trump e di altre figure influenti tra i Repubblicani, come Elon Musk. Sliwa invece non aveva reali possibilità di vittoria, dato che New York è da anni una città a maggioranza Democratica.

L’ex governatore dello stato di New York Andrew Cuomo dopo la sconfitta (AP Photo/Heather Khalifa)

Dal 2021 Mamdani è deputato per lo stato di New York, ma non ha altra esperienza in politica. I critici lo accusano di non avere le competenze necessarie per svolgere in modo credibile un lavoro estremamente complicato come quello del sindaco di New York. Ora che ha vinto infatti arriva il difficile: oltre a dover mantenere le onerose promesse fatte in campagna elettorale, da sindaco dovrà governare una città enorme ed eterogenea, che ha un bilancio annuale da oltre 110 miliardi di dollari e più di 300mila dipendenti comunali, tra le altre cose.

Trump ha sempre criticato la candidatura di Mamdani, descrivendolo come un politico estremista, sovversivo e «comunista». Ha anche cercato di influenzare in vari modi l’esito del voto, per esempio minacciando di ridurre i fondi federali destinati a New York nel caso di una sua vittoria. Nel discorso di mercoledì notte Mamdani si è rivolto direttamente a Trump, dicendogli di «alzare il volume» e ha proposto New York come modello di resistenza alle politiche del governo federale: «In questo momento oscuro della politica, New York sarà la luce».

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