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  • Domenica 19 ottobre 2025

Le grandi proteste contro Trump con lo slogan “No Kings”

Sono state organizzate in diverse città degli Stati Uniti per contestare il modo autoritario con cui il presidente usa i suoi poteri

Los Angeles, California (Justin L. Stewart/ZUMA Press Wire)
Los Angeles, California (Justin L. Stewart/ZUMA Press Wire)
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Negli Stati Uniti sabato ci sono state grandi proteste contro il presidente Donald Trump e il modo autoritario in cui sta utilizzando il proprio incarico, sotto lo slogan No Kings, ovvero Nessun re. Ci sono state manifestazioni in tutti gli stati, con cortei e iniziative in circa 2.600 città: quelle più grandi a Washington, D.C. (la capitale del paese), New York, Atlanta, San Francisco e Chicago. In varie città europee ci sono state manifestazioni di sostegno (anche in Italia, per esempio a Roma e Firenze).

È complicato avere una stima accurata di quante persone abbiano partecipato, soprattutto perché le proteste erano organizzate da più movimenti e associazioni progressiste, non da un unico ente. A giugno, quando c’erano state proteste simili, avevano partecipato tra i 2 e 4,8 milioni di persone, e secondo i giornali statunitensi la dimensione è stata simile.

Diversi politici del Partito Democratico hanno preso parte alle proteste e in alcuni casi hanno tenuto discorsi: per esempio Ken Martin, il presidente del partito, era a Montclair, nel New Jersey. Il senatore Bernie Sanders ha partecipato alla manifestazione di Washington D.C.

Le proteste sono state per lo più senza incidenti e si sono svolte in un clima festoso. Molti manifestanti avevano scritte e cartelli contro Donald Trump, e tanti indossavano costumi gonfiabili di animali o personaggi dei cartoni animati: hanno spiegato che in questo modo volevano rendere chiaro che non rappresentavano una minaccia, dopo che Trump e molte persone nella sua amministrazione nei mesi scorsi avevano accusato i loro oppositori di essere violenti estremisti, in particolare dopo l’uccisione dell’attivista di destra Charlie Kirk il 10 settembre.

Due persone con costumi gonfiabili da clown durante la manifestazione No Kings a Portland, in Oregon, il 18 ottobre 2025

Due persone con costumi gonfiabili da clown durante la manifestazione No Kings a Portland, in Oregon, il 18 ottobre 2025 (AP/Jenny Kane)

I partecipanti alle proteste hanno criticato le politiche approvate dall’amministrazione Trump negli ultimi mesi – come il contrasto all’immigrazione e la limitazione dei diritti riproduttivi – ma hanno anche manifestato contro l’uso molto disinvolto ed esteso dei poteri presidenziali da parte di Trump, che in diversi casi sta forzando i limiti previsti dalla Costituzione, anche per attaccare i propri oppositori.

L’amministrazione Trump ha reagito in modo provocatorio alle proteste: i suoi collaboratori hanno condiviso sui social immagini o video realizzati con l’intelligenza artificiale di Trump vestito da re, con l’intento di deridere le critiche dei manifestanti. Anche Trump ha condiviso video satirici generati con l’AI in cui insozza i manifestanti con del liquame. Il suo partito, cioè il Partito Repubblicano, nei giorni scorsi aveva detto che le proteste erano anti-americane: ieri però i politici Repubblicani hanno per lo più tenuto un profilo piuttosto basso, evitando di commentare. Una portavoce di Trump, contattata dal New York Times per commentare le manifestazioni, ha risposto con una mail in cui ha scritto semplicemente: «Chi se ne frega?».

Da quando è diventato presidente, Trump ha preso molte decisioni controverse: una di quelle più rilevanti, e molto criticata anche dai manifestanti di ieri, è stata la decisione di inviare la Guardia Nazionale (il principale corpo di riservisti dell’esercito) in diverse città governate da politici del Partito Democratico, spesso sostenendo che in quelle città fossero in corso delle “emergenze”, con motivazioni false o esagerate.