La NATO potrebbe abbattere i caccia russi che sconfinano?
Alcuni paesi hanno detto che sono pronti a farlo, ma ci sono regole e conseguenze da considerare

La Russia ha violato lo spazio aereo di paesi della NATO in diverse occasioni recenti: il 10 settembre più di venti droni sono entrati in Polonia. Il 19 settembre tre aerei militari hanno sorvolato lo spazio aereo estone per dodici minuti. Ci sono stati casi in Romania e casi sospetti in Danimarca e Norvegia. Dopo questi episodi alcuni governi europei, per esempio la Polonia e la Svezia, hanno detto che abbatteranno eventuali aerei militari russi che dovessero entrare nel loro spazio aereo. Altri, come la Romania, potrebbero fare annunci simili a breve.
Anche Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, ha detto che gli alleati della NATO potrebbero abbattere i mezzi russi in caso di nuove violazioni. Vista l’importanza degli Stati Uniti nell’Alleanza atlantica, le sue parole sono piuttosto importanti. Questo non significa però che eventuali azioni contro aerei russi dovrebbero mobilitare necessariamente l’intera alleanza: ciascun paese potrebbe muoversi e valutare autonomamente l’opportunità di rispondere o meno alle provocazioni militari russe.
Abbattere l’aereo militare di un paese straniero è un’azione di notevole gravità, anche nel caso in cui venga ordinata in reazione alla violazione del proprio spazio aereo e quindi possa essere giustificata. I paesi della NATO devono trovare il giusto equilibrio tra la necessità di dissuadere la Russia dal portare avanti altre provocazioni e il rischio di provocare eventuali conseguenze ed escalation.
La NATO, per esempio, ha proprie regole di ingaggio che prevedono cosa fare in ogni circostanza. Le regole sono approvate dal Consiglio del Nord Atlantico, l’organo in cui sono rappresentati tutti i paesi che fanno parte dell’alleanza, all’unanimità. Non sono pubbliche: non è possibile, quindi, sapere con precisione quando i paesi che fanno parte della NATO ritengono accettabile abbattere un aereo militare straniero.
Diversi esperti ritengono in ogni caso che le regole di ingaggio siano piuttosto prudenti. Questo anche perché, nonostante i rapporti tra Russia e molti paesi occidentali si siano deteriorati dopo l’invasione in Ucraina, la NATO non è in guerra con la Russia: il fatto che dei velivoli russi possano entrare nel territorio dei paesi membri è una provocazione, ma per lo più non è giudicata così grave da giustificare una risposta militare.

Il segretario generale della NATO, il nederlandese Mark Rutte (AP/Czarek Sokolowski)
La posizione prudente della NATO, comunque, non esclude la possibilità che i singoli governi decidano autonomamente di agire, e quindi, eventualmente, anche di abbattere aerei militari russi, come hanno minacciato di fare la Polonia e la Svezia. In passato è già successo: nel 2015 la Turchia, che fa parte della NATO, abbatté un bombardiere russo, un Sukhoi Su-24, che aveva violato il suo spazio aereo. La decisione della Turchia provocò una crisi diplomatica tra i due paesi: in quel caso, la Russia adottò anche sanzioni nei confronti della Turchia.
È chiaramente possibile che la scelta di un paese della NATO di abbattere un aereo russo faccia aumentare le tensioni tra l’alleanza e la Russia. Non è, però, una conseguenza automatica: nel caso della Turchia, per esempio, la crisi restò limitata ai due paesi, non ebbe conseguenze più grandi e rientrò dopo qualche anno.
I paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) non hanno propri jet militari, e il pattugliamento dei loro cieli viene effettuato da una missione della NATO. Per questo motivo non possono decidere da soli di rispondere con la forza a eventuali violazioni del proprio spazio aereo.
Nel caso del 19 settembre, i tre caccia russi sono stati intercettati e scortati da alcuni aerei militari della NATO (tra cui F-35 italiani) fino a quando non hanno lasciato il territorio estone. Il segretario generale della NATO Mark Rutte ha spiegato che i tre caccia russi non sono stati abbattuti dal momento che non rappresentavano una «minaccia immediata».
Alcuni paesi della NATO, come l’Estonia, la Lituania e la Repubblica Ceca, hanno chiesto di modificare le regole di ingaggio, per poter abbattere più facilmente gli aerei russi che violano il loro spazio aereo. Un diplomatico della NATO ha detto al giornale Politico che dopo l’incidente in Estonia «ci saranno molti dibattiti» sulla questione, ma che al momento molti non sentono veramente la necessità di cambiare l’atteggiamento dell’alleanza.



