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  • Giovedì 11 settembre 2025

Jair Bolsonaro è stato condannato a più di 27 anni per il tentato colpo di stato

In attesa dell'esito del ricorso l'ex presidente brasiliano rimarrà ai domiciliari

Jair Bolsonaro nel cortile di casa sua a Brasilia, dove è agli arresti domiciliari, il 3 settembre
Jair Bolsonaro nel cortile di casa sua a Brasilia, dove è agli arresti domiciliari, il 3 settembre (EPA/SEBASTIAO MOREIRA)
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La Corte suprema brasiliana ha giudicato l’ex presidente Jair Bolsonaro colpevole nel processo in cui è imputato insieme a sette suoi collaboratori per il tentativo di colpo di stato del 2022. Lo ha condannato a 27 anni e 3 mesi di carcere. Bolsonaro ha già fatto sapere che farà ricorso: nel frattempo rimarrà agli arresti domiciliari, dove si trova da agosto.

Il verdetto di colpevolezza era atteso perché molti giudici della Corte, a partire dal più famoso e influente Alexandre de Moraes, sono di orientamento progressista. Nei giorni scorsi due si erano già espressi per la condanna e uno (Luiz Fux) per l’assoluzione. Il quarto voto, quello decisivo, è arrivato giovedì pomeriggio (sera in Italia). Venerdì è arrivato anche il voto del quinto giudice, e in seguito è stata comunicata la pena.

Bolsonaro è stato giudicato colpevole di altri quattro reati, oltre al tentato colpo di stato, che includono il tentativo di abolire lo stato di diritto con la violenza e l’essere a capo di un’organizzazione criminale.

La riunione della Corte suprema brasiliana, l'11 settembre a Brasilia La riunione della Corte suprema brasiliana, l’11 settembre a Brasilia (AP Photo/Eraldo Peres)

Il processo a Bolsonaro ha una portata storica perché è la prima volta che un leader politico o un militare brasiliano viene processato – e condannato – per crimini legati a un colpo di stato, nonostante nella storia del Brasile ce ne siano stati diversi. Era inoltre estremamente rilevante, non solo in Brasile, per varie ragioni.

Bolsonaro e i suoi sostenitori hanno raccontato il processo come una «persecuzione politica» per impedirgli di ricandidarsi presidente: vuole farlo nel 2026, nonostante sia stato dichiarato ineleggibile fino al 2030 dalla Corte stessa. Recentemente il movimento politico di Bolsonaro è riuscito a convocare in varie città manifestazioni in suo sostegno.

Una manifestazione in sostegno a Bolsonaro a San Paolo, il 7 settembre

Una manifestazione in sostegno a Bolsonaro a San Paolo, il 7 settembre (AP Photo/Andre Penner)

Il processo è diventato anche un motivo di tensioni tra il Brasile e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a cui Bolsonaro è molto vicino. Col preciso intento di fare pressione sul governo brasiliano, l’amministrazione Trump ha sanzionato il giudice de Moraes e ha sottoposto il paese a dazi del 50 per cento. Trump e Bolsonaro sono vicini anche per ragioni ideologiche: entrambi hanno rifiutato di accettare le sconfitte elettorali. Giovedì Trump ha detto di essere «molto contrariato» per la condanna.

Bolsonaro governò il Brasile dal 2019 al 2022, quando fu sconfitto dall’attuale presidente Luiz Inácio Lula da Silva, noto come Lula. Era accusato di aver elaborato un piano per restare al potere nonostante avesse perso le elezioni contro Lula, impedendone l’insediamento con l’assalto alle sedi di varie istituzioni a Brasilia, incarcerandolo oppure uccidendolo. Il piano sarebbe fallito a causa dell’opposizione di diversi importanti ufficiali dell’esercito.

– Leggi anche: Quello contro Bolsonaro è già un processo storico