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  • Lunedì 16 giugno 2025

Trump sta cambiando i criteri per espellere gli immigrati irregolari

Dopo le lamentele dei rappresentanti dei settori che si basano sulla loro manodopera a basso costo

Un agente federale col distintivo dell'Immigration and Customs Enforcement (AP Photo/Yuki Iwamura)
Un agente federale col distintivo dell'Immigration and Customs Enforcement (AP Photo/Yuki Iwamura)
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Aggiornamento di martedì 17 giugno: il Washington Post ha scritto che l’amministrazione di Trump avrebbe cambiato nuovamente idea e annullato l’ordine di sospendere le retate e le indagini nel settore agricolo, alberghiero e della ristorazione. 

Senza pubblicizzare troppo questa decisione, negli ultimi giorni il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ordinato di allentare alcuni aspetti delle sue dure politiche sull’espulsione degli immigrati irregolari. Secondo quanto scrive Axios, la sua decisione è dipesa dalle pressioni che i rappresentanti del settore agricolo, alberghiero e della ristorazione hanno esercitato sul governo: sono settori che si reggono da sempre sull’impiego di persone straniere, spesso senza permesso di soggiorno, e che sono molto penalizzate dalle politiche dell’amministrazione Trump.

Giovedì scorso un importante funzionario dell’ICE, l’agenzia contro l’immigrazione irregolare, ha inviato una email ai colleghi dell’agenzia dando loro istruzioni di «sospendere tutte le indagini/operazioni di controllo nei luoghi di lavoro nel settore agricolo (compresi gli impianti di acquacoltura e di lavorazione della carne), nei ristoranti e negli hotel». L’email specificava che potevano rimanere aperti i casi di immigrati irregolari ricercati per reati gravi come tratta di esseri umani, riciclaggio di denaro e traffico di droga, ma che gli agenti dovevano smettere di perseguire «casi collaterali non penali».

Secondo quanto riferito da Axios, negli scorsi giorni la segretaria all’Agricoltura Brooke Rollins aveva informato Trump che le associazioni degli agricoltori erano particolarmente preoccupate che le retate dell’ICE avrebbero portato all’arresto o li avrebbero costretti al licenziamento di molti lavoratori, mettendo in crisi il settore. Inoltre, l’arbitrarietà con cui molte di queste operazioni vengono condotte ha portato molte persone a non presentarsi al lavoro, per paura di essere arrestate. Lo stesso messaggio sarebbe arrivato dal settore alberghiero e della ristorazione.

Lo stesso Trump giovedì aveva scritto sui social media di essere stato informato da persone che lavorano in questi settori che «la nostra politica migratoria molto aggressiva gli sta portando via lavoratori ottimi e di lunga data», che sono «quasi impossibili da sostituire». Il post si concludeva con la frase: «Ci sono cambiamenti in arrivo!». Poco dopo il funzionario dell’ICE, Tatum King, ha inviato la sua e-mail.

Durante la sua campagna elettorale Donald Trump aveva detto di voler allontanare «milioni» di immigrati irregolari dal territorio degli Stati Uniti, in quella che lui stesso definì «la più grande operazione di espulsioni di massa della storia americana». È una promessa che Trump non sta mantenendo, almeno nei numeri delle espulsioni fin qui: ma sono aumentati gli arresti di immigrati irregolari, e ci sono state molte espulsioni sommarie e a volte illegali. Nelle ultime settimane sono anche aumentate le operazioni condotte dagli agenti dell’ICE per arrestare presunti immigrati irregolari anche se non hanno commesso reati, causando grosse proteste soprattutto a Los Angeles.

L’American Immigration Council stima che gli immigrati che vivono negli Stati Uniti senza permesso di soggiorno costituiscano circa il 4,6 per cento della forza lavoro occupata, più di 7 milioni di persone. Recentemente il dipartimento dell’Agricoltura ha stimato che fra il 2020 e il 2022 il 42 per cento dei lavoratori del settore agricolo erano immigrati irregolari. A fine maggio la segretaria alla Sicurezza interna Kristi Noem e uno dei principali consiglieri di Trump, Stephen Miller, avevano chiesto ai capi dell’ICE di aumentare gli arresti giornalieri per arrivare a tremila persone al giorno.