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  • Lunedì 26 maggio 2025

Il leader militare africano che è diventato un culto sui social

Molti video celebrano Ibrahim Traoré, il capo della giunta al potere in Burkina Faso: ma sono falsi, e c'entra anche il sostegno della Russia

Ibrahim Traoré (Mikhail Tereshchenko/TASS via ZUMA Press)
Ibrahim Traoré (Mikhail Tereshchenko/TASS via ZUMA Press)
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Da un paio di mesi il capo della giunta militare che governa il Burkina Faso, Ibrahim Traoré, è diventato una sorta di idolo per una bolla di utenti sui social media: sono centinaia i video che lo ritraggono mentre tiene un discorso appassionato contro l’imperialismo occidentale, quelli che mostrano celebrità e personaggi importanti dedicargli una canzone o un messaggio di stima, o decine di migliaia di persone per le strade di città occidentali che manifestano in suo sostegno.

Il problema è che i video sono falsi, realizzati grazie all’intelligenza artificiale e promossi attraverso pagine di disinformazione che molti osservatori associano alla propaganda russa. Molti sono stati pubblicati nelle ultime settimane: hanno come protagonisti celebri cantanti statunitensi, perlopiù afroamericani, che dedicano a Traoré varie versioni di una canzone che titola sempre qualcosa come «Dio proteggi Traoré».

I più visti sono stati quelli di R. Kelly, produttore e cantante statunitense, e Beyoncé, ma ce ne sono anche del rapper 50 Cent, della cantante Rihanna o di Justin Bieber. Il testo è sempre più o meno lo stesso: celebra Traoré come eroe del popolo burkinabé e chiede a Dio di proteggerlo nella sua lotta per «rompere le catene» dell’imperialismo in nome della «voce del popolo». La canzone è solitamente accompagnata da un videoclip che monta immagini di Traoré (a volte reali, a volte no) e deepfake dell’artista in questione. Nella maggior parte dei casi sono ben poco credibili, ma sono comunque presentati come autentici.

Un esempio è quello qui sotto, attribuito a R. Kelly e che ha avuto più di 2 milioni di visualizzazioni su YouTube. Sotto ci sono vari commenti di persone che sembra non abbiano inteso si tratti di un falso, come quello di un utente che dice: «La prigione non ti ha tolto quello che Dio ti ha dato. Grazie per questa canzone» (R. Kelly è in carcere per pedopornografia e adescamento di minori).

Un altro video che è circolato molto e di cui si è parlato anche in Italia aveva come protagonista papa Leone XIV: un discorso di circa 35 minuti in cui il nuovo papa risponde a una presunta lettera che Traoré gli avrebbe inviato, tessendone ampiamente le lodi. Dice di essere stato toccato dalle sue parole, nelle quali dice di aver sentito «non solo la rabbia di un presidente ma il giusto grido di un continente a lungo ferito dalla doppia lama dell’abbandono e dello sfruttamento».

Le immagini sono prese da una vera conferenza stampa tenuta dal papa poco dopo il suo insediamento, ma la voce è stata generata grazie all’intelligenza artificiale e la tecnica del morphing, che permette di modificare il labiale delle persone in un video per adattarlo a quello che dice la voce fuori campo. La stessa tecnica che in altri video è stata utilizzata per mettere in bocca allo stesso Traoré discorsi di grande ispirazione in cui condanna l’Occidente in difesa dell’Africa.

È girata molto anche la storia secondo cui Traoré, a bordo di un volo di linea, sarebbe stato costretto da una hostess a spostarsi per cedere il posto a un uomo bianco di nazionalità francese. L’episodio non è mai accaduto, ma la storia si è comunque diffusa in modo incontrollato e ora ci sono decine di video che ne parlano. Oppure quella secondo cui in Francia decine di migliaia di persone avrebbero manifestato per sostenere Traoré: il video diffuso mostra però delle immagini delle proteste in Serbia del marzo di quest’anno.

A questi se ne aggiungono molti altri, pubblicati da content creator e influencer di vario genere semplicemente per seguire l’argomento del momento. Molti contengono dati incorretti, esagerati o completamente falsi, ma sono spacciati come video di informazione.

Traoré ha 37 anni, è un leader carismatico e popolare in Burkina Faso e in vari altri paesi africani. Prese il potere nel 2022 con un colpo di stato e in questi anni ha promosso varie misure per indebolire ulteriormente i rapporti, anche economici, del Burkina Faso con l’ex potenza coloniale francese. Traoré è particolarmente apprezzato proprio perché incarna il diffuso sentimento antifrancese e più in generale quello di rivendicazione nei confronti dell’Occidente, che è presente in buona parte del continente africano a causa di secoli di sfruttamento.

Tuttavia, l’immagine di Traoré diffusa da questi video è semplicistica e taglia fuori parte della verità. «È populismo dell’algoritmo: emotivo, visuale e anti-occidentale» ha riassunto il ricercatore burkinabé Alidou Werem. Innanzitutto perché internamente Traoré non sta governando come un leader democratico: la sua giunta arresta giornalisti e oppositori, ha chiuso vari media e ci sono molte segnalazioni di violenze contro i civili commesse dall’esercito.

In secondo luogo, notano molti osservatori, perché Traoré si sta allontanando dalle ex potenze coloniali per avvicinarsi soprattutto alla Russia, che da anni sta cercando di allargare la sua sfera di influenza in Africa e in generale ha interesse nell’alimentare il già presente risentimento contro i francesi in varie ex colonie oggi controllate da giunte militari, come appunto il Burkina Faso ma anche il Mali e il Niger.

Il capitano Ibrahim Traoré, sinistra, e il presidente russo Vladimir Putin, destra, durante il Russia-Africa Summit a San Pietroburgo, 27 luglio 2023 (Sergei Bobylev/TASS Host Photo Agency Pool Photo via AP)

Tra le altre cose, nel 2023 la Russia ha riaperto l’ambasciata in Burkina Faso dopo oltre trent’anni. L’organizzazione Code for Africa ha notato anche che già due anni fa, in occasione di un convegno organizzato dalla Russia a cui parteciparono i rappresentanti di vari stati africani, i media statali russi dedicarono molta attenzione a un discorso di Traoré, contribuirono a diffonderne degli estratti e ad aumentare la sua visibilità. Code for Africa ha anche identificato una rete di oltre 160 profili Facebook che lo scorso aprile hanno diffuso l’informazione falsa secondo cui Vladimir Putin avrebbe inviato truppe russe in Burkina Faso per difendere Traoré da possibili attacchi o colpi di stato statunitensi.