Questo nella foto era il punteggio della partita che poi i New York Knicks hanno perso
Facendosi rimontare 9 punti in 53 secondi dagli Indiana Pacers: una cosa mai vista ai playoff NBA negli ultimi decenni

Nella notte tra mercoledì e giovedì sono cominciate le finali di Eastern conference in NBA, il campionato di basket nordamericano, tra i New York Knicks e gli Indiana Pacers. Era la prima volta in venticinque anni che New York tornava alle finali di conference (che sono di fatto le semifinali dei playoff) e c’erano grandi aspettative, anche perché giocava in casa, al Madison Square Garden. Fino ai minuti finali era andato tutto piuttosto bene per i Knicks: a meno di 3 minuti dal termine erano in vantaggio di 14 punti, e quando mancavano 53 secondi erano avanti di 9 punti (121-112), un margine in genere più che rassicurante a quel punto della partita. Poi però le cose hanno cominciato a cambiare.
Aaron Nesmith degli Indiana Pacers ha segnato tre notevoli canestri da tre punti in pochissimo tempo, mentre New York ha faticato a gestire le azioni d’attacco, non riuscendo a far passare il tempo senza perdere palla (per ogni azione si hanno al massimo 24 secondi) e sbagliando diversi tiri liberi quando i giocatori dei Pacers hanno fatto fallo di proposito, per fermare il cronometro. A sette secondi dalla fine il vantaggio di New York si era ridotto a soli due punti, sul 125-123.
Tyrese Haliburton, il giocatore più rappresentativo dei Pacers, ha portato rapidamente palla nella metà campo di New York, è entrato in area e poi ha provato a uscire per tirare da tre punti, lasciando partire il tiro allo scadere del tempo: la palla ha fatto un rimbalzo altissimo sul ferro e poi è entrata, in modo abbastanza rocambolesco. Fosse stato un tiro da tre, Indiana avrebbe vinto già in quel momento la partita, ma Haliburton aveva pestato con il piede la linea del tiro da tre, e il canestro è valso quindi due punti (bisogna essere completamente fuori area perché il tiro ne valga tre).
La partita è andata quindi all’overtime, un tempo supplementare di cinque minuti, durante il quale New York è partita meglio, ma ha infine perso 138-135; quando i Pacers, a metà dell’overtime, sono passati in vantaggio, era la prima volta che accadeva dal secondo quarto.
Vedendolo si capisce meglio
Per dare un’idea dell’eccezionalità della sconfitta dei Knicks (e della vittoria dei Pacers), negli ultimi 27 anni di playoff NBA era capitato 1.414 volte che una squadra fosse in vantaggio di almeno 9 punti nel minuto finale di partita: tutte le 1.414 volte precedenti la squadra in vantaggio aveva sempre vinto. A 2 minuti e 51 secondi dal termine, quando erano in vantaggio di 14 punti, i Knicks avevano il 99,7 per cento di possibilità di vincere la partita.
La capacità di rimontare partite che appaiono perse sta diventando un tratto distintivo dei Pacers, che in questi playoff avevano vinto una partita del primo turno contro i Milwaukee Bucks dopo essere stati in svantaggio di 7 punti a 34,5 secondi dalla fine e un’altra nelle semifinali di conference contro i Cleveland Cavaliers nella quale perdevano sempre di 7 punti a 50 secondi dal termine.
Il modo caotico e imprevedibile con cui è arrivata questa vittoria e l’importanza della serie per due squadre che non vincono praticamente mai (New York ha vinto due volte il titolo NBA, l’ultima nel 1973, mentre Indiana mai) hanno ravvivato una rivalità un tempo molto accesa, soprattutto negli anni Novanta, quando le squadre si affrontarono per ben sei volte ai playoff.
Haliburton ha dato un contributo ulteriore con l’esultanza che ha mostrato dopo il canestro del pareggio (pensando fosse quello della vittoria): si è portato le mani al collo come aveva fatto il giocatore dei Pacers Reggie Miller nel 1994, guardando il regista e tifoso dei Knicks Spike Lee che era a bordo campo. Questo gesto, chiamato choking in inglese, enfatizza la sfortunata capacità di New York di “soffocarsi” (choke significa sia strozzarsi sia, nello sport, fallire), cioè di farsi prendere dal panico e sprecare situazioni di grande vantaggio, come accaduto anche la scorsa notte.
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