Ucraina e Stati Uniti hanno infine firmato l’accordo sui metalli rari
Se ne discuteva da febbraio, dopo il disastroso incontro alla Casa Bianca tra Trump e Zelensky

Mercoledì il governo ucraino e quello degli Stati Uniti hanno infine firmato un accordo sull’uso delle risorse minerarie ed energetiche presenti in territorio ucraino. Il contenuto è ancora piuttosto vago ma, secondo quanto detto dal segretario del Tesoro statunitense Scott Bessent, prevede che gli Stati Uniti e l’Ucraina creino un fondo congiunto per avviare e gestire investimenti nelle risorse ucraine di petrolio e metalli, come titanio, grafite e alluminio. Non è chiaro esattamente come funzionerà il fondo, né come i proventi saranno spartiti tra i due paesi.
Di un accordo sul tema si discuteva da febbraio, ma tutto era saltato dopo il disastroso incontro alla Casa Bianca tra il presidente statunitense Donald Trump e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky. Al tempo Trump aveva insistito per considerare i ricavi che gli Stati Uniti otterrebbero dallo sfruttamento delle risorse ucraine come una sorta di risarcimento per gli aiuti militari che gli Stati Uniti hanno fornito finora al paese. Il testo del nuovo accordo non c’è e il comunicato di Bessent è stato piuttosto vago, ma sembra che ora questa parte sia saltata: il nuovo accordo dovrebbe prevedere che vengano considerati come possibili contributi al fondo solo gli aiuti militari futuri. Questa è stata una condizione determinante per gli ucraini durante i negoziati.
Gli Stati Uniti sono particolarmente interessati ai ricavi dati dai cosiddetti “metalli rari” che ci sono nel sottosuolo ucraino, ossia minerali importanti per la transizione energetica e per produrre molti dispositivi tecnologici. La possibilità di condividere i proventi era stata proposta da Zelensky come un modo per incentivare gli Stati Uniti a continuare a sostenere militarmente l’Ucraina anche dopo un eventuale accordo con la Russia per la fine della guerra (su cui non ci sono progressi, anzi).
Secondo i media il testo dell’accordo non prevede garanzie di sicurezza esplicite, ma parla in modo più generale di un «allineamento strategico complessivo e a lungo termine […] e una dimostrazione tangibile del sostegno alla sicurezza, alla prosperità e alla ricostruzione dell’Ucraina».
A questo accordo dovrebbe seguirne un altro, più dettagliato, che istituirà il fondo gestito insieme da Ucraina e Stati Uniti. La versione precedente, quella saltata, prevedeva che su questo fondo venissero versati i proventi delle risorse naturali ucraine, sia quelle minerarie sia quelle energetiche (come petrolio e gas naturale). Gli accordi successivi tra i due paesi chiariranno anche come verranno divisi questi proventi, che almeno in parte dovrebbero essere reinvestiti nell’economia ucraina.
Alla fine l’accordo di mercoledì potrebbe avere una rilevanza ridotta, almeno sul lungo periodo: non è chiaro quanto siano ampie le risorse minerarie ucraine (soprattutto di titanio, litio e uranio), né quanto sia economicamente conveniente estrarle. Segna comunque un miglioramento delle relazioni tra i due paesi, una cosa su cui c’erano auspici dopo il colloquio tra Trump e Zelensky durante i funerali di papa Francesco nella basilica di San Pietro.
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L’accordo è stato firmato a Washington dalla vice prima ministra e ministra allo Sviluppo economico ucraina, Yulia Svyrydenko, e dal segretario al Tesoro statunitense, Scott Bessent. Prima di entrare in vigore, dovrà essere ratificato dal parlamento ucraino.



