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  • Mercoledì 30 aprile 2025

Amazon ha rinunciato a esporre il costo dei dazi negli acquisti dopo le pressioni della Casa Bianca

Ha detto che lo stava considerando solo per una piattaforma secondaria, poi Trump ha chiamato direttamente Jeff Bezos per risolvere la questione

La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt con il segretario al Tesoro Scott Bessent mentre mostra un articolo di Reuters su Jeff Bezos e Amazon il 29 aprile 2025 (AP Photo/Manuel Balce Ceneta)
La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt con il segretario al Tesoro Scott Bessent mentre mostra un articolo di Reuters su Jeff Bezos e Amazon il 29 aprile 2025 (AP Photo/Manuel Balce Ceneta)
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Amazon ha detto che non mostrerà l’aumento dei prezzi causato dai dazi su alcuni dei prodotti venduti tramite la sua piattaforma. La notizia era circolata molto ieri, sulla base di un articolo pubblicato dal sito di notizie politiche Punchbowl News. Era però stata subito criticata dall’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump, che chiaramente vuole evitare di evidenziare come le proprie misure impattino negativamente sui consumatori statunitensi.

Negli Stati Uniti spesso i prezzi indicati nei negozi, sia fisici che online, non includono le tasse, che vengono aggiunte al momento del pagamento. In base alle indiscrezioni di Punchbowl News, Amazon avrebbe voluto mostrare fin da subito ai clienti il prezzo finale di alcuni prodotti, evidenziando l’aumento causato dai dazi. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha definito l’idea un «atto ostile e politico», e ha insinuato che Jeff Bezos, il proprietario di Amazon, avesse deciso di farlo per compiacere la Cina, il paese più colpito dalla guerra commerciale avviata da Trump.

Amazon ha poi diffuso un breve comunicato in cui dice di aver preso in considerazione la possibilità di esplicitare il costo delle spese di importazione (influenzato dai dazi) accanto ai prodotti venduti su Amazon Haul, una piattaforma secondaria attiva solo negli Stati Uniti, che vende esclusivamente prodotti dal prezzo inferiore a 20 dollari. Amazon Haul è stata creata per cercare di fare concorrenza a siti di e-commerce cinesi come Shein e Temu.

– Leggi anche: Fin qui la strategia di Trump sui dazi non sta funzionando

L’azienda ha aggiunto di non aver mai avuto intenzione di introdurre questo cambiamento sulla propria piattaforma principale, e che anche per Amazon Haul si trattava solo di discussioni in fasi molto preliminari. Trump ha detto di aver parlato della questione direttamente con Bezos, al telefono: parlando con i giornalisti ha definito il proprietario di Amazon «fantastico» e «gentile», dato che aveva «risolto il problema molto velocemente».

La velocità con cui Trump e i suoi funzionari si sono mossi per evitare che Amazon adottasse questa misura (indipendentemente dal fatto che fosse una reale possibilità o meno) mostra quanto l’amministrazione stia cercando di minimizzare l’impatto di una politica che sta avendo effetti molto negativi non solo sui mercati finanziari, ma anche sui consumatori. A inizio aprile Trump aveva annunciato dazi altissimi per molti paesi, poi li ha sospesi per 90 giorni con l’eccezione della Cina, verso la quale sono ancora in vigore dazi del 145 per cento (un valore esorbitante, che rende impossibile il commercio tra i due paesi). Trump ha poi approvato ulteriori esenzioni, per esempio per i prodotti tecnologici e le aziende automobilistiche.

Il modo in cui è stata gestita la faccenda conferma inoltre quanto sia stretto, ma anche problematico, il rapporto fra Trump e Bezos. Come altri proprietari di grandi aziende tecnologiche, Bezos si è avvicinato a Trump durante la campagna elettorale, facendo tra le altre cose importanti donazioni al suo comitato elettorale. Bezos è anche proprietario del quotidiano Washington Post: a febbraio aveva annunciato un cambio radicale nella sezione delle opinioni, attirandosi molte critiche e accuse di voler riposizionare politicamente il quotidiano nell’intento di compiacere Trump e non compromettere i suoi interessi economici.