Lo sciopero dei taxi a Firenze che non è un vero sciopero
Non è stato proclamato ufficialmente, ma intanto da giorni i tassisti evitano di fermarsi nel piazzale della stazione di Santa Maria Novella

Da alcuni giorni fuori dalla stazione Santa Maria Novella, a Firenze, ci sono lunghe code di turisti che aspettano con i loro trolley e le loro valigie un taxi per arrivare in centro o all’albergo dove alloggeranno. Il taxi però non passa, o se passa li scansa e torna velocemente nelle vie adiacenti. Da venerdì infatti molti taxi stanno evitando di fermarsi nel piazzale della stazione, ma non è uno sciopero ufficiale, che invece è stato convocato dai sindacati di categoria per il 24 aprile: i tassisti interpellati dai giornalisti negano ci sia una protesta organizzata in corso, eppure molte persone intervistate affermano di avere aspettato per ore un taxi bianco. Lo sciopero del 24 è contro gli autonoleggi con autista (NCC), e quindi anche contro servizi come Uber, cioè la concorrenza.
Il comune di Firenze ha già inviato una diffida ai tassisti, invitandoli a riprendere regolarmente il servizio, che è pubblico, ma finora con scarso successo. I sindacati di categoria hanno respinto le accuse, dicendo che non c’è stata alcuna indicazione da parte loro, che le centrali radio stanno funzionando in modo regolare e che il servizio non è stato interrotto.
In effetti, scrive Repubblica Firenze di oggi, i taxi circolano, ma in stazione «non fanno salire passeggeri alla fermata principale, sotto l’orologio», e sostano invece nelle vicine piazza dell’Unità Italiana, piazza Adua e via Alamanni, raggiungibili in pochi minuti a piedi. Solo che molte persone non lo sanno, e quindi si mettono in fila sotto la tettoia della stazione e aspettano il proprio turno, anche per ore.
Lo sciopero dei tassisti del 24 aprile è stato indetto lo scorso venerdì, lo stesso giorno in cui è cominciata la protesta non ufficiale. I sindacati locali hanno spiegato in una lettera inviata alla sindaca di Firenze, Sara Funaro, e alla prefetta Francesca Ferrandino, che intendono protestare contro quello che hanno definito «abusivismo imperante», cioè chi fa servizio taxi senza licenza, e contro il modo in cui vengono usate le autorizzazioni NCC, «anche in connessione con l’utilizzo delle piattaforme digitali come Uber». Secondo i sindacati tutto questo sarebbe concorrenza sleale nei loro confronti.
È una questione che non riguarda solo Firenze. Gli NCC funzionano in modo diverso dai taxi, non potrebbero caricare clienti per strada ma dovrebbero prendere le prenotazioni da un punto di partenza, una rimessa o comunque senza sostare per strada (nel 2020 la Corte Costituzionale ha stabilito che è illegittimo l’obbligo di rientrare in sede dopo ogni corsa). Uber a sua volta funziona perlopiù come un NCC, solamente che non ha una rimessa fissa. Secondo i sindacati dei tassisti, NCC e Uber si comportano invece come taxi tradizionali, raccogliendo clienti nelle loro aree dedicate o comunque per strada.
Giorgio Dell’Artino, referente della Federazione noleggio con conducente MuoverSì, sostiene che ci sia un «accanimento incomprensibile» verso gli NCC, le cui licenze peraltro a Firenze sarebbero duecento e «ferme da decenni». Le licenze dei taxi sono invece 754.
Data la situazione di questi giorni l’assessore alla Mobilità, Andrea Giorgio, ha rifiutato di incontrare una delegazione di tassisti. La delegazione lunedì ha chiesto di partecipare al consiglio comunale, e ha annunciato per oggi un incontro tra l’avvocatura del comune e la polizia municipale per definire l’interpretazione delle leggi che regolano il rilascio delle licenze agli NCC, e la loro applicazione pratica. Giorgio ha aggiunto che mercoledì si terrà in prefettura un comitato per l’ordine e la sicurezza in cui decidere quali provvedimenti prendere. Nel frattempo sono iniziati i controlli della polizia sui tassisti per individuare chi sta interrompendo il servizio pubblico, una violazione che comporta la sospensione della licenza.
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