• Sport
  • Lunedì 31 marzo 2025

Il caso degli abusi nella ginnastica ritmica non fa che peggiorare

Mentre prosegue il processo contro l’allenatrice Emanuela Maccarani, sono uscite intercettazioni che mettono nei guai la Federginnastica

Sofia Raffaeli alle Olimpiadi di Parigi, agosto 2024 (Jamie Squire/Getty Images)
Sofia Raffaeli alle Olimpiadi di Parigi, agosto 2024 (Jamie Squire/Getty Images)
0 seconds of 0 secondsVolume 90%
Press shift question mark to access a list of keyboard shortcuts
00:00
00:00
00:00
 

Da alcuni giorni i quotidiani sono tornati a occuparsi del caso dei presunti abusi nella ginnastica ritmica, per via dei recenti sviluppi e di alcune novità che sono emerse. Nell’ultimo mese infatti è stato nominato il nuovo presidente di Federginnastica, Andrea Facci, e Emanuela Maccarani, la principale indagata per accuse di molestie, è stata incriminata dal tribunale di Monza e licenziata da allenatrice della nazionale. A questo si è aggiunto che gli atti dell’indagine, con centinaia di pagine di trascrizioni di interrogatori e intercettazioni, sono stati messi a disposizione delle parti coinvolte nel processo e quindi in parte resi pubblici.

Tra le cose uscite dagli atti ci sono le presunte gravi molestie subite dalle ginnaste – tra cui Sofia Raffaeli, che ha vinto una medaglia di bronzo alle ultime Olimpiadi – dell’Accademia di Fabriano, nelle Marche: una novità, visto che finora la magistratura si era occupata solo dell’Accademia di Desio, il centro in Lombardia in cui si allena la nazionale. Sono state pubblicate anche alcune intercettazioni in cui il nuovo capo della federazione e l’ex presidente Gherardo Tecchi, la cui gestione del caso era stata molto criticata, fanno commenti complici e a sfondo sessuale su una delle atlete che alla fine del 2022 avevano denunciato molestie e umiliazioni. Per questa vicenda è stata avviata un’indagine della giustizia sportiva (che è separata da quella ordinaria), ed è possibile che nei prossimi giorni escano altre informazioni.

L’inchiesta sui presunti abusi nella ginnastica ritmica era iniziata alla fine del 2022, dopo che le ex atlete Nina Corradini e Anna Basta avevano denunciato in un’intervista a Repubblica i maltrattamenti e le umiliazioni nei loro confronti da parte di Emanuela Maccarani, allora responsabile tecnica dell’Accademia di Desio e allenatrice della nazionale, e da Olga Tishina, sua assistente. Su Maccarani e Tishina erano state aperte due inchieste, una dalla giustizia ordinaria e una dalla giustizia sportiva. Tishina è stata assolta da entrambe, mentre per Maccarani è tutto ancora in corso.

Emanuela Maccarani durante l’udienza del processo sportivo a Milano, 12 maggio 2023 (ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)

Inizialmente infatti Maccarani era stata solo ammonita dalla giustizia sportiva, e ad agosto, poco dopo la fine delle Olimpiadi a cui la nazionale di Maccarani aveva vinto il bronzo, la procura di Monza aveva chiesto l’archiviazione del suo caso. A dicembre invece la procura generale del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) aveva accolto la richiesta di rifare il processo sportivo contro di lei, e a inizio marzo si è saputo che sarà processata anche dalla giustizia ordinaria: il tribunale di Monza ha infatti respinto la richiesta di archiviazione della procura e chiesto l’imputazione coatta. Il 26 marzo il presidente neoeletto della Federginnastica Andrea Facci ha annunciato che Emanuela Maccarani non sarà più l’allenatrice della nazionale di ginnastica ritmica.

Le accuse contro Maccarani riguardavano pressioni, offese e umiliazioni sul peso e sulla magrezza che sarebbero state usate come leva di manipolazione psicologica a livello sistemico, con danni irreversibili sulla salute delle atlete fin dalla più giovane età. Le accuse emerse finora e finite al centro dell’indagine della procura di Monza riguardavano l’Accademia di Desio, che è dove si allena la nazionale. Dalle intercettazioni raccolte dalla magistratura e uscite sui giornali in questi giorni sono emersi però alcuni accenni anche a maltrattamenti e umiliazioni imposte nell’Accademia di Fabriano, nelle Marche, che si occupa tra le altre cose della preparazione della nazionale junior. L’Accademia di Fabriano è nota anche per essere quella di Sofia Raffaeli, l’atleta che ha vinto una medaglia di bronzo nella ginnastica ritmica individuale alle ultime Olimpiadi e ritenute una delle più talentuose in circolazione.

Il Corriere ha scritto che in una telefonata di novembre 2022 (poco dopo le denunce delle ex atlete) Tishina aveva commentato le indagini in corso su di lei con una collega, dicendo che a Fabriano si verificavano «veri e propri maltrattamenti». Nello specifico Tishina citava l’allenatrice Julieta Cantaluppi – che dal settembre 2023 è andata a lavorare in Israele – che per punire Raffaeli e un’altra atleta, Serena Ottaviani, avrebbe fatto togliere loro un indumento ogni volta che sbagliavano un esercizio fino a lasciarle in mutande, e le avrebbe chiuse in uno stanzino al freddo e senza telefoni per punizione.

Dalle intercettazioni risulta inoltre che Cantaluppi avrebbe chiamato Corradini in quello stesso periodo per sapere se gli interrogatori delle magistrate di Monza riguardassero solo Maccarani e Tishina o anche altre allenatrici. Queste informazioni però sono evidentemente state giudicate insufficienti dalla procura di Monza, che non le ha trasmesse come notizie di reato alla procura competente, quella di Ancona. In generale, comunque, dalle denunce che le ex atlete avevano fatto alla stampa negli ultimi anni e da altre intercettazioni, era già emerso che maltrattamenti e umiliazioni fossero in qualche modo comportamenti radicati nella federazione.

L’altra intercettazione telefonica ripresa dai giornali non riguarda una possibile notizia di reato, ma in questi giorni è stata comunque molto commentata perché coinvolge il neoeletto presidente di Federginnastica Andrea Facci. A novembre del 2022 lui e Gherardo Tecchi, che era allora presidente di Federginnastica, erano stati intercettati mentre facevano commenti a sfondo sessuale sull’atleta Ginevra Parrini, che era andata in televisione a sostenere le denunce di Corradini e Basta, e si auguravano che tutto il caso venisse dimenticato in poco tempo.

In un primo momento le intercettazioni di questa conversazione erano passate inosservate alla stampa perché l’interlocutore di Tecchi non era stato identificato dalla procura e perché le conversazioni tra i dirigenti della federazione con contenuti simili erano varie.

Il caso mediatico attorno a queste intercettazioni è nato nei giorni scorsi, quindi dopo meno di un mese dall’elezione di Facci come presidente, avvenuta l’1 marzo. Facci aveva deciso di licenziare Maccarani da allenatrice della nazionale dopo poche settimane dalla sua elezione, dimostrando di voler avere un approccio di rottura rispetto alla precedente gestione. In seguito alle denunce infatti Tecchi aveva sospeso Maccarani da direttrice tecnica, ma l’aveva lasciata al suo posto di allenatrice, dicendo esplicitamente che la priorità della federazione dovevano essere le Olimpiadi. Le intercettazioni rivelano invece una forte affinità tra Facci e Tecchi. Rispetto a questa vicenda Facci ha detto al Corriere: «ho sbagliato a usare quelle parole ed ho chiamato subito Ginevra Parrini per scusarmi direttamente con lei».

Durante un evento sportivo questo weekend il presidente del CONI Giovanni Malagò ha detto che il procuratore generale del CONI Ugo Taucer ha avviato un’indagine su quanto emerso dalle intercettazioni di Tecchi e Facci. Di Maccarani, Malagò ha detto che «è l’allenatrice più vincente a livello europeo, mondiale e olimpico del nostro Paese. Poi se emergono fatti, che al momento non sono stati comprovati, darò un giudizio con franchezza».