La figlia di Elon Musk contro Elon Musk
Negli ultimi mesi Vivian Jenna Wilson ha fatto parlare di sé per le molte critiche rivolte al padre, che a volte diventano litigi sui social

La scorsa settimana la rivista Teen Vogue ha pubblicato una lunga intervista a Vivian Jenna Wilson, la figlia ventenne dell’imprenditore statunitense Elon Musk, uomo più ricco del mondo e principale consigliere del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. L’articolo è stato ripreso dai giornali di tutto il mondo e ha generato grande attenzione per i toni critici con cui Wilson ha parlato del padre, che comunque non sono una novità. Wilson l’ha definito tra le altre cose un «patetico bamboccione».
Wilson è la figlia più grande di Musk (che ne ha in tutto 14), e quella che fa parlare di sé più di frequente, visto che esprime posizioni politiche molto lontane dalle sue. Con Musk ha interrotto ogni rapporto già da qualche anno: smise di frequentarlo nel 2020, quando dichiarò pubblicamente di essere una donna transgender. Wilson è anche un’attivista per i diritti delle persone trans, e questa caratteristica segna ancora di più l’antagonismo con il padre, conosciuto anche per le sue posizioni transfobiche.
La notorietà di Wilson è aumentata in modo considerevole soprattutto dalla scorsa estate, quando aveva risposto ad alcune illazioni diffuse dal padre relative alla sua transizione di genere e al loro rapporto.
Era successo a luglio, mentre era in corso la campagna presidenziale statunitense, dopo un’intervista di Musk con Jordan Peterson, uno degli intellettuali più apprezzati dalla destra americana. Durante il colloquio con Peterson, Musk aveva raccontato che, quando Wilson aveva 16 anni, lo «ingannò» per ottenere il suo consenso a iniziare il trattamento ormonale per l’affermazione di genere. Musk aveva usato toni duri e indelicati per descrivere sua figlia: tra le altre cose, aveva detto che Wilson è «contagiata dal virus dell’ideologia woke» e aveva utilizzato più volte il suo dead name, cioè il nome che utilizzava prima della transizione. Dopo l’intervista con Peterson, Musk aveva anche detto che sua figlia era «nata gay e leggermente autistica».
Wilson aveva a sua volta risposto al padre sui suoi canali social e in un’intervista alla NBC, la sua prima in assoluto, dove lo aveva descritto come un padre «freddo» e «narcisista». Aveva anche raccontato che Musk la costringeva a mantenere degli atteggiamenti mascolini. «Ero in quarta elementare. Abbiamo fatto un viaggio […] e lui continuava a urlarmi contro in modo feroce perché avevo la voce troppo acuta. È stato crudele». Wilson aggiunse che Musk non poteva sapere come fosse da bambina, perché «non c’era, e nel poco tempo in cui era presente non faceva altro che molestarmi costantemente per la mia femminilità».
Dalla scorsa estate Wilson ha acquisito una certa popolarità sui social, dove è seguita da centinaia di migliaia di persone. Anche se ha profili su Bluesky, Instagram e TikTok, per comunicare utilizza soprattutto Threads, la piattaforma sviluppata da Meta (il gruppo di Facebook e Instagram) per fare diretta concorrenza a X (che invece è di proprietà di suo padre). Capita spesso ormai che i post in cui Wilson critica Musk vengano ripresi e commentati dai quotidiani americani (e non solo).
– Leggi anche: Prima Elon Musk puntava su Meloni, ora su Salvini
Sempre nell’intervista a Teen Vogue, Wilson ha parlato delle sue idee politiche, del suo impegno da attivista, del suo disprezzo per l’amministrazione Trump e di alcuni suoi obiettivi futuri, tra cui quello di partecipare a un reality show: «è una cosa che adoro oltre ogni limite», ha detto.
Ma Wilson si è soffermata soprattutto su alcuni dettagli della sua infanzia. Ha per esempio raccontato che, mentre la madre la sostenne fin da subito nel suo percorso di transizione, Musk reagì in maniera molto fredda. Già ai tempi parlava pochissimo con il padre, ma fu costretta a mantenere dei rapporti accettabili con lui perché il suo assenso era necessario per accedere ai farmaci cosiddetti bloccanti della pubertà, quelli che si prescrivono a preadolescenti con disforia di genere per interrompere lo sviluppo sessuale. Oggi invece lei e Musk non hanno più un rapporto: «non gli parlo da cinque anni, grazie a dio», ha detto.
– Leggi anche: Perché si discute di bloccanti per la pubertà e transizione di genere nei più giovani
Wilson ha ammesso che rimane spesso infastidita da alcune uscite di Musk, come per esempio il presunto saluto romano dello scorso 20 gennaio («quella merda era sicuramente un saluto nazista» ha detto nell’intervista), e le condanna pubblicamente sui suoi canali social. Allo stesso tempo ha detto però che «è fastidioso essere associata sempre e comunque lui».
Wilson ha anche raccontato che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le idee di Musk sono sempre state piuttosto conservatrici, e che interpretare la radicalizzazione a destra del padre come una reazione alla sua transizione di genere, come ha ipotizzato qualcuno è «folle». Un altro aspetto toccato da Wilson durante l’intervista è stato proprio il rapporto con i suoi molti fratelli: «In realtà non so neppure quanti ne ho di preciso, se includiamo i fratellastri», ha detto. Ha anche ironizzato sul fatto che, in qualche occasione, ha saputo di avere un nuovo fratellastro frequentando i forum di discussione su Reddit.
– Leggi anche: Gli atti di vandalismo contro le Tesla
Anche se non hanno più rapporti, Musk coglie spesso l’occasione per rispondere agli attacchi di sua figlia in maniera più o meno esplicita, spesso bollando come estremiste le sue idee sulle questioni di genere e sui diritti delle persone transgender. Lo fa soprattutto su X, il social network di cui è proprietario: per esempio, dopo l’intervista a Teen Vogue, aveva pubblicato diversi post in cui collegava i recenti atti di vandalismo contro varie concessionarie Tesla negli Stati Uniti a presunti atteggiamenti violenti delle persone trans.
Sabato invece ha citato esplicitamente sua figlia, sostenendo che ormai fosse morta perché «uccisa dal virus woke». Wilson aveva poi risposto al padre con un video pubblicato su Instagram e TikTok in cui citava una frase della drag queen statunitense Morgan McMichaels: «ho un aspetto piuttosto carino per essere una stronza morta».
Wilson vive a Tokyo, in Giappone, dove frequenta un corso di lingue. È la seconda dei 6 figli che Musk ebbe con la sua prima moglie, la scrittrice canadese Justine Wilson. Nacque nel 2004, due anni dopo la morte prematura di Nevada Alexander, il primogenito. Fu concepita con la fecondazione in vitro (IVF), una delle tecniche di procreazione medicalmente assistita più comuni, insieme a un gemello, Griffin Musk (successivamente la coppia ebbe altri tre figli: Kai, Saxon e Damian).
Nel 2022 un giudice della California accolse la sua richiesta di adottare il cognome da nubile di sua madre. «Non vivo più con il mio padre biologico, né desidero essere imparentata con lui in alcun modo», disse.
– Leggi anche: La svolta politica di Musk sta facendo male a Tesla