La Russia è riluttante a dire che cosa vuole in cambio del cessate il fuoco in Ucraina

Putin sta prendendo tempo, ma secondo un documento d'intelligence c’entrano dei territori ucraini che i russi non hanno mai conquistato del tutto

Soldati ucraini nella regione di Kharkiv (AP Photo/Alex Babenko)
Soldati ucraini nella regione di Kharkiv (AP Photo/Alex Babenko)
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Giovedì il presidente russo Vladimir Putin ha parlato per la prima volta della proposta statunitense e ucraina di un cessate il fuoco di 30 giorni nella guerra in Ucraina: Putin non l’ha rifiutata, ma ha fatto capire che intende imporre le proprie condizioni e, soprattutto, prendere tempo. «L’idea (di un cessate il fuoco) è buona, e certamente la sosteniamo. Ci sono però questioni che devono essere discusse e negoziate con i nostri colleghi e partner americani», ha detto, cominciando poi a elencare tutta una serie di distinguo.

Come prima cosa, Putin vuole evitare che l’Ucraina approfitti dei 30 giorni di cessate il fuoco per riprendere le forze, riorganizzare il proprio esercito e rafforzare le difese. Durante una conferenza stampa con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, Putin ha chiesto: «Come saranno usati questi 30 giorni? Per continuare la mobilitazione di uomini in Ucraina? Per fornire armi all’Ucraina?… Queste sono domande legittime». È probabile dunque che la Russia chiederà che durante un eventuale cessate il fuoco si interrompa di nuovo la fornitura di armi all’Ucraina, e siano in qualche modo limitate la capacità di movimento dell’esercito ucraino.

Putin ha poi fatto capire che intende mandare il più possibile per le lunghe il negoziato: ha detto che molte questioni vanno studiate «con estrema attenzione», a partire dal modo in cui il cessate il fuoco sarebbe messo in atto. La linea del fronte tra Russia e Ucraina, ha detto Putin, è lunga più di 2.000 chilometri, ed è necessario definire con precisione chi farà valere il cessare il fuoco, cosa costituirà violazione e cosa no, e così via.

Un residente di Pokrovsk, nell’est dell’Ucraina (Iryna Rybakova/Ukraine’s 93rd Mechanized Brigade via AP)

I negoziati di questo tipo possono essere effettivamente lunghi e complessi. Ma Putin, appigliandosi ai dettagli, sta anche cercando di guadagnare tempo in un momento in cui le operazioni militari della Russia stanno avendo successo. Giovedì il ministero della Difesa russo ha detto di aver riconquistato Sudzha, la città principale tra quelle occupate dall’Ucraina nella regione russa di Kursk.

Parlando del Kursk, Putin ha detto che i soldati ucraini nella regione sono ormai circondati dall’esercito russo (questo però non è stato confermato dall’Ucraina), e che possono «arrendersi o morire». L’Ucraina in queste settimane ha perso quasi per intero il territorio russo che aveva conquistato lo scorso agosto, e che sarebbe stato utile come pedina di scambio in un eventuale negoziato con la Russia.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato le parole di Putin definendole «molto prevedibili e molto manipolative». «Putin, ovviamente, ha paura di dire direttamente al presidente Trump che vuole continuare la guerra, che vuole continuare a uccidere ucraini», ha detto Zelensky.

La Russia non ha dichiarato formalmente quali sono gli aspetti del cessate il fuoco che vorrebbe studiare e discutere nel dettaglio, ma è comunque possibile farsi un’idea di che cosa si stia discutendo dal lato russo. Un ufficio studi di Mosca considerato vicino all’FSB, i servizi segreti russi, nella prima metà di febbraio aveva preparato un documento che elencava le richieste che la Russia avrebbe dovuto fare nei negoziati con gli Stati Uniti in cambio di un cessate il fuoco in Ucraina. La notizia è stata diffusa dal Washington Post, che ha ricevuto il documento da un servizio di intelligence europeo e ne ha verificato la provenienza.

Edifici distrutti da un attacco russo Dobropillia, nell'est dell'Ucraina (Paula Bronstein / Getty Images)

Edifici distrutti da un attacco russo a Dobropillia, nell’est dell’Ucraina (Paula Bronstein / Getty Images)

Il documento sostiene che la regione ucraina di Odessa, che si trova a sud ed è l’unico sbocco sul mare dell’Ucraina, dovrebbe essere smilitarizzata come condizione per un cessate il fuoco, quindi non dovrebbero esserci più basi, armi e soldati ucraini. I russi per tutto il primo anno di invasione su larga scala avevano tentato di arrivare alla regione di Odessa passando dalla regione di Kherson, ma erano stati respinti dai soldati ucraini e alla fine avevano dovuto lasciare anche la città di Kherson, dopo la morte di migliaia di soldati e la distruzione di centinaia di mezzi. 

Il documento dice anche che i russi vorrebbero imporre la creazione di due cosiddette “zone cuscinetto” («buffer zone»), quindi senza soldati e basi ucraine, nel nord dell’Ucraina a ridosso delle regioni russe di Bryansk e Belgorod. In pratica le due zone cuscinetto potrebbe essere lunghe centinaia di chilometri e anche quelle sarebbero ricavate da un territorio ucraino che i russi non sono mai riusciti a conquistare in tre anni di invasione. Il Washington Post non spiega la differenza tra zona smilitarizzata e zone cuscinetto.

Soldati ucraini nella regione di Sumy, nel nord-est dell’Ucraina (Diego Fedele/Getty Images)

Nel giugno del 2024 Putin aveva annunciato che fra le condizioni necessarie per la pace c’era la sottomissione alla Russia di tre regioni ucraine che le sue truppe hanno occupato soltanto in modo parziale: Kherson, Zaporizhzhia e Donetsk. Se a queste si aggiungono le ipotetiche zone di Odessa e varie zone cuscinetto a nord, l’Ucraina uscirebbe dai negoziati diversa rispetto alla situazione di adesso decisa dai combattimenti al fronte. I russi in tre anni di invasione hanno conquistato l’11 per cento del territorio ucraino (che diventa il 20 per cento se si aggiungono la Crimea e parti del Donbass, già occupate dal 2014).

Il documento sostiene che l’ambizione del presidente statunitense Donald Trump di raggiungere una soluzione per l’Ucraina in cento giorni dal suo insediamento (quindi teoricamente entro fine aprile) non è realistica e che se arriverà non sarà prima del 2026. Sostiene che alcune concessioni da parte dell’Ucraina, come la rinuncia a entrare nella NATO e l’indizione di nuove elezioni per sostituire Zelensky, non siano sufficienti. «In realtà l’attuale regime a Kiev non può essere cambiato dall’interno del paese, è necessario il suo completo smantellamento», si legge nel testo, citato sempre dal Washington Post

Queste richieste non sono vincolanti per Putin, ma aiutano a capire di che cosa si sta parlando in questo periodo nella sua amministrazione, dato che come detto le domande russe al negoziato non sono ancora pubbliche. È interessante notare che il documento tra le altre cose chiede la nomina di Alexander Darchiev, un diplomatico russo molto critico con l’Europa, come ambasciatore negli Stati Uniti, cosa che poi è successa lo scorso 6 marzo.