I soldati russi hanno quasi circondato gli ucraini a Kursk
Il territorio russo occupato dalle truppe ucraine è sempre meno e ora rischia di essere tagliato in due

L’esercito russo sta avanzando nella regione russa di Kursk, occupata parzialmente dall’Ucraina dalla scorsa estate: le truppe russe hanno quasi del tutto tagliato in due il territorio controllato dall’Ucraina, come si vede dalla mappa qui sotto, aggiornata al 10 marzo. In questa zona i russi stanno avanzando anche all’interno dell’Ucraina, e i soldati ucraini che si trovano nella parte a nord del “taglio” sono in gran parte accerchiati: non possono tornare in Ucraina a causa della presenza di truppe russe in varie zone di confine, e nemmeno avanzare in Russia.

In azzurro sono evidenziati i territori russi occupati dall’Ucraina il 4 marzo (a sinistra) e il 10 marzo (a destra). Fonte: DeepStateMAP
L’Ucraina aveva occupato una grossa parte del Kursk lo scorso agosto, con una inaspettata e sorprendente incursione militare in territorio russo. In sette mesi però ha perso il controllo di circa due terzi della zona iniziale. La controffensiva russa, a cui stanno partecipando anche soldati della Corea del Nord, è diventata più intensa da quando gli Stati Uniti hanno interrotto il sostegno militare all’Ucraina e la condivisione delle informazioni d’intelligence.
Negli ultimi giorni la Russia ha riconquistato tre piccoli centri urbani e si sta avvicinando a Sudzha, la città più importante della regione. I russi hanno cercato di raggiungere e attaccare Sudzha anche in modo piuttosto acrobatico, sfruttando un gasdotto non più funzionante. Secondo i resoconti di vari blogger militari russi, circa cento soldati avrebbero percorso 15 chilometri all’interno dei tubi del gasdotto per raggiungere la città. Il 9 marzo un combattente russo ha diffuso su Telegram delle foto dell’operazione, scrivendo: «È difficile descrivere cosa vuol dire camminare per 15 chilometri e passare 4-6 giorni dentro [il tubo] senza acqua o cibo».
Altri blogger militari hanno detto che i soldati inviati nel gasdotto non erano preparati in modo adeguato per un’operazione così complessa: «Cibo, acqua, munizioni, caricatori per dispositivi elettronici, [modi per] evacuare i feriti… due o tre gruppi [sono lì] senza tutto questo, è un disastro», ha scritto uno di loro su Telegram.
I blogger militari, anche noti come “milblogger”, sono esperti e analisti militari nazionalisti che commentano e descrivono le operazioni di guerra. Alcuni di loro sono giornalisti improvvisati, altri sono militari che vanno a vedere cosa succede nelle aree di combattimento, altri ancora sono ufficialmente al seguito dell’esercito russo. Al momento non è possibile verificare in modo indipendente i loro resoconti sull’operazione nel gasdotto. L’Ucraina ha però confermato che le truppe russe hanno provato ad attraversarlo, e ha detto che una volta tornati in superficie i soldati russi sono stati intercettati e bloccati.

Un carro armato russo distrutto vicino a Sudzha, nel Kursk (AP Photo)
Come detto, da mesi nel Kursk ci sono anche soldati nordcoreani: a inizio dicembre erano circa 11mila, poi a fine gennaio si erano brevemente ritirati per via delle molte perdite subite. L’esercito ucraino ha confermato che ora sono tornati.
– Leggi anche: Trump ha sospeso anche la condivisione delle informazioni d’intelligence con l’Ucraina
Parlando con il New York Times, il comandante di un’unità ucraina attiva nel Kursk ha confermato le difficoltà dell’esercito: «È vero, non possiamo fermarli. Ci spazzano via, avanzando in gruppi di 50 nordcoreani mentre noi abbiamo solo sei uomini in posizione». Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky presenta l’occupazione del Kursk come qualcosa da scambiare con la Russia: perdere del tutto il controllo della regione indebolirebbe ulteriormente la posizione del suo governo nei negoziati per mettere fine alla guerra, che per ora non stanno andando bene.
Lunedì Zelensky ha incontrato il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman, e martedì sempre in Arabia Saudita una delegazione di funzionari ucraini dovrebbe incontrare una delegazione statunitense, composta tra gli altri dall’inviato dell’amministrazione di Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e dal segretario di Stato Marco Rubio (ossia il ministro degli Esteri).