Lo stereotipo tedesco della «casalinga sveva»
Indica una persona capace di gestire i conti in modo rigoroso e da più di vent'anni è entrato nel linguaggio della politica in Germania

Nelle complicate discussioni intorno alle politiche fiscali tedesche capita di imbattersi in un personaggio anomalo: la “Schwäbische Hausfrau”, traducibile letteralmente con “casalinga sveva”. È un’espressione molto popolare in Germania, usata quasi vent’anni fa dalla cancelliera Angela Merkel e poi entrata nell’immaginario comune per riferirsi a una persona che cura con attenzione e rigore le finanze familiari. Ora il termine è meno usato, ma i princìpi a cui fa riferimento sono ancora ben presenti nel dibattito e anche nella campagna elettorale per le elezioni del prossimo 23 febbraio.
Quello della “casalinga sveva” è un po’ uno stereotipo: come detto, indica una persona capace di organizzare in modo ineccepibile le proprie finanze, calcolando ogni cosa senza mai indulgere in acquisti non necessari né tantomeno in spese che vanno oltre le sue possibilità economiche. È un’idea intrinseca alla cultura economica tedesca, tradizionalmente avversa al debito e dedita al rigore (in tedesco “debito” e “colpa” si traducono con la stessa parola, Schuld).
Non ha nessuna analogia con l’espressione italiana “casalinga di Voghera”, che fa riferimento allo stereotipo della persona che vive in provincia e conduce una vita tranquilla, senza particolari ambizioni.
La Svevia non è una regione amministrativa, ma una zona della Germania meridionale che attraversa gli stati della Baviera e soprattutto del Baden-Württemberg (quello la cui capitale è Stoccarda). Nel Diciottesimo e Diciannovesimo secolo era un’area molto povera, cosa che contribuì a formare l’idea di abitanti attenti alle spese e non avvezzi agli sprechi. Oggi le cose sono cambiate: sia la Baviera che il Baden-Württemberg sono stati ricchi e sviluppati dal punto di vista economico. Proprio a Stoccarda, per esempio, ha sede la casa automobilistica Porsche.
Nel 2012 il Guardian intervistò delle vere casalinghe sveve di Gerlingen, vicino a Stoccarda, che confermarono l’idea. «Non compro a credito. Qui le persone non hanno mai vissuto al di fuori delle proprie possibilità [economiche]», disse Waltraud Maier, una di loro. Aggiunsero che compravano solo quello di cui avevano veramente bisogno, e preferivano gli acquisti di qualità in modo che potessero durare nel tempo.
Vari politici tedeschi hanno usato l’idea della casalinga sveva come modello per l’organizzazione dei conti dello Stato, anche se questo confronto è evidentemente fuorviante: come ha fatto notare Le Monde, le casalinghe devono cercare di accumulare ricchezza per la pensione, mentre uno stato dovrebbe sempre pensare al futuro e investire in nuove iniziative a lungo termine.

Un impianto di Mercedes-Benz per il riciclo di batterie elettriche a Kuppenheim, nel Baden-Württemberg (Thomas Lohnes/Getty Images)
Nel 2008, nel pieno di una crisi finanziaria globale, Angela Merkel disse: «La casalinga sveva condividerebbe con noi queste parole sagge: sul lungo termine non possiamo vivere oltre le nostre possibilità». Ha poi usato spesso questa metafora sebbene lei stessa fosse tutt’altro che una casalinga: fu leader della CDU, il principale partito tedesco di centrodestra, dal 2000 al 2018, e cancelliera dal 2005 al 2021. Non è nemmeno sveva: è nata ad Amburgo, nel nord della Germania.
L’esempio della casalinga sveva fu adottato anche dal primo ministro dell’Interno di Merkel, Wolfgang Schäuble, il cui nome è associato a un atteggiamento di rigoroso rispetto delle regole fiscali e soprattutto all’attuazione del cosiddetto “freno al debito”, un tema che da anni è al centro del dibattito politico tedesco. Schäuble era originario di Friburgo in Brisgovia, nello stato del Baden-Württemberg (è morto nel 2023).

L’ex ministro tedesco Wolfgang Schäuble, nel 2021 (Joshua Sammer/Getty Images)
La regola del freno al debito fu introdotta nella Costituzione tedesca nel 2009, e prevede che il debito pubblico non salga di più dello 0,35 per cento del Prodotto Interno Lordo ogni anno, tranne in situazioni eccezionali (come fu la pandemia di Covid-19). È un vincolo molto rigido che limita le possibilità di spesa e investimento della Germania, tanto che da anni si discute della possibilità di cambiarlo. Non è però un’operazione facile, anche a causa della storica avversità del paese per tutto ciò che ha a che fare con l’indebitamento: si dice che prima di chiedere un mutuo, la casalinga sveva debba mettere da parte almeno un terzo del costo dell’immobile da comprare.
La Germania è la prima economia europea per dimensioni del PIL e la terza al mondo. Da anni però sta affrontando una profonda crisi: non è mai davvero riuscita a riprendersi dopo la pandemia di Covid-19, tanto che è passata dall’essere considerata la «locomotiva d’Europa», ossia il paese che dava impulso a tutta l’economia dell’Unione, a una «zavorra», cioè un peso e un rischio per la stabilità dell’intera area.
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In questo contesto, inevitabilmente si è parlato del freno al debito anche durante la campagna elettorale. Friedrich Merz, il successore di Merkel come leader della CDU, non è solito fare riferimenti espliciti alla metafora della casalinga sveva, ma ha mostrato comunque di condividerne i principi. Nelle ultime settimane però ha in parte ammorbidito le sue posizioni: tra le altre cose ha timidamente aperto alla possibilità di modificare il freno al debito per favorire gli investimenti, con molte cautele.