L’ambizioso piano di Macron per ristrutturare il Louvre
Tra le altre cose prevede un nuovo ingresso e lo spostamento della Gioconda: l'annuncio è arrivato dopo giorni di discussioni sulle pessime condizioni del museo
di Ginevra Falciani

Martedì 28 gennaio il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato un ambizioso e «colossale» programma di ristrutturazione del Museo del Louvre, a Parigi, chiamato “Nuovo Rinascimento”. Fra le altre cose, il progetto include un nuovo ingresso e una nuova area interamente dedicata alla Gioconda. Il piano è considerato l’ultimo grande progetto di Macron da presidente, il cui mandato scadrà nel 2027 e dopo il quale non si potrà ricandidare.
L’annuncio di Macron è arrivato a una settimana dalla pubblicazione sul quotidiano Le Parisien di alcuni estratti presi da una lettera confidenziale che la direttrice del museo, Laurence des Cars, aveva inviato a metà gennaio alla ministra della Cultura Rachida Dati. Nella lettera des Cars elencava una serie di gravi problemi strutturali e logistici del Louvre, e chiedeva un aiuto allo Stato per affrontarli. Macron ha comunque detto che sono mesi che lui e il suo staff lavorano al piano di ristrutturazione, in collaborazione con la direzione del museo.
Il Museo del Louvre fu fondato nel 1793 e la sua struttura attuale, con l’ingresso attraverso la celebre piramide in vetro dell’architetto Ieoh Ming Pei, risale alla fine degli anni Ottanta. È un museo enorme che si estende su 360mila metri quadri, di cui 86mila aperti al pubblico, e ha più di 30mila opere esposte su un totale di oltre 500mila opere custodite. Nel 2024 è stato visitato da circa 8.7 milioni di persone: secondo l’ultima classifica redatta da The Art Newspaper, nel 2023 con più o meno la stessa cifra era stato di gran lunga il museo più visitato al mondo, con circa 2 milioni di visitatori in più dei Musei Vaticani, che erano al secondo posto.
Des Cars dirige il Louvre dal 2021 e nella sua lettera aveva scritto che da molti punti di vista le strutture del museo non raggiungono più uno standard sufficiente e molte sono compromesse. Il progetto descritto da Macron è in linea con quello che des Cars chiede di realizzare da almeno due anni. Al momento non prevede una chiusura totale del museo, ma delle chiusure parziali e temporanee nell’arco di diversi anni.
L’iniziativa che sarà probabilmente più commentata è quella che prevede di spostare la Gioconda dalla Salle des Etats, dove si trova ora, in una stanza più isolata, munita di un ingresso autonomo e a cui si potrà accedere con un biglietto separato.
Nella lettera des Cars aveva esplicitato un pensiero ampiamente condiviso, sia da storici dell’arte che dal pubblico, ossia che l’attuale «esposizione della Gioconda […] deve essere ripensata». È stimato che circa 20mila persone al giorno si mettano in fila nella sala per vedere da vicino il quadro di Leonardo da Vinci, creando sovraffollamento sia nella stanza che nella Grande Galerie, il corridoio dedicato alla pittura italiana in cui sono esposti alcuni dei quadri più celebri al mondo e che bisogna attraversare per arrivare alla sala della Gioconda.
Spostare la Gioconda in un luogo più isolato renderebbe più facile la gestione delle persone che la vogliono vedere e migliorerebbe la qualità della visita per coloro che invece vogliono vedere tutte le altre opere. Allo stesso tempo alcuni sostengono che questa soluzione logistica, ormai ritenuta necessaria, renderà definitivamente la Gioconda non più un’opera d’arte, ma una sorta di feticcio, dato che sarà di fatto isolata dalle altre collezioni.

Visitatori davanti alla Gioconda, nell’agosto 2024 (AP Photo/Manish Swarup)
Macron ha annunciato anche la creazione di un nuovo grande ingresso e di una nuova sezione sotterranea, che cambieranno in modo sostanziale l’esperienza della visita al museo.
Uno dei problemi principali descritti da des Cars infatti era quello della gestione degli ingressi, che oggi avviene principalmente dalla piramide di vetro al centro del cortile (ci sono altri due ingressi più piccoli riservati ai gruppi e ad alcune categorie di visitatori). Nella sua lettera aveva definito la piramide «strutturalmente obsoleta». Era stata costruita per accogliere 4 milioni di visitatori, un milione in più di quelli che visitavano il Louvre al tempo della sua progettazione (negli anni Ottanta), ma meno della metà di quelli di oggi. Inoltre la struttura in vetro della piramide causa un notevole effetto serra nella sala sottostante, favorendo delle temperature che creano disagio sia ai dipendenti che ai visitatori.
Il nuovo ingresso annunciato da Macron verrà aperto nella parte est dell’edificio, che affaccia su Rue de l’Amiral de Coligny, una via che connette perpendicolarmente Rue de Rivoli alla Senna. È un progetto di cui si parla da tempo e che è apprezzato dagli addetti ai lavori: partirà alla fine del 2025 con una gara d’appalto internazionale e dovrebbe essere inaugurato entro la fine del 2031. Secondo Le Monde potrebbe costare circa 300 milioni di euro.

Persone in coda ai controlli per entrare al Louvre, a fine gennaio 2025 (Vincent Isore/IP3 via ZUMA Press/ANSA)
Nella sua lettera des Cars aveva parlato anche dell’accoglienza del pubblico, definendo l’esperienza di visitare il Louvre «una prova fisica». Aveva detto che «l’accesso alle opere richiede tempo e non è sempre facile», che non ci sono spazi dove i visitatori possono fare una pausa, e che i servizi igienici e di ristorazione sono «insufficienti e ben al di sotto degli standard internazionali». Questi problemi sono noti e rendono ancora più estenuante una visita già di per sé complicata, data la grandezza del museo e il numero di cose da vedere.
Per risolvere questo problema Macron ha annunciato la creazione di una nuova area sotterranea in corrispondenza della Cour Carrée, uno dei cortili principali del Louvre: secondo il progetto in questa sezione ci saranno nuovi spazi espositivi, fra cui la nuova sala per la Gioconda, ma anche spazi di accoglienza al pubblico, aree dedicate al personale e spazi pedagogici.

Un visitatore si riposa durante la sua visita al Louvre, a gennaio 2025 (Eliot Blondet/ABACAPRESS.COM/ANSA)
Sono previsti inoltre dei grandi lavori di ristrutturazione per risolvere vari problemi strutturali di cui des Cars aveva parlato nella sua lettera e su cui i giornali francesi si sono molto concentrati negli ultimi giorni.
È noto che in diversi punti dell’edificio ci siano infiltrazioni d’acqua che portano alla chiusura ricorrente di alcuni spazi del museo, o alla rimozione temporanea delle opere. Secondo quanto appreso da Le Monde, questo era accaduto anche la scorsa settimana nella Grande Galerie. Il quotidiano Libération ha scritto di aver visto delle foto che mostrano della muffa nelle sale dedicate all’arte egizia, ai dipinti francesi e nella parte medievale dell’edificio.
Anche il sistema di tubature è molto vecchio e nel novembre del 2023 proprio lo scoppio di un tubo portò all’allagamento di una delle sale della mostra di disegni del pittore rococò Claude Gillot, che venne chiusa dopo soli quattro giorni dalla sua inaugurazione. Per la stessa ragione fu chiusa in quei giorni anche una parte della mostra «Napoli a Parigi», fatta in collaborazione con il Museo nazionale di Capodimonte, a Napoli. Ci sono poi dei problemi legati all’isolamento termico dell’edificio e al mantenimento di una temperatura costante, condizione necessaria per una corretta conservazione delle opere.

Visitatori dentro al Louvre nelle stanze dedicate alla pittura francese, gennaio 2025 (AP Photo/Thibault Camus)
Macron ha detto anche che il progetto terrà conto dei problemi sollevati dal personale del museo riguardo alle condizioni di lavoro: in alcuni uffici non c’è né il riscaldamento né l’aria condizionata, e la quantità di visitatori giornalieri rende il lavoro molto stressante, anche a causa di una continua diminuzione dei dipendenti a tempo pieno.
Christian Galani, membro dell’ufficio nazionale del sindacato CGT Cultura, di cui è rappresentante al Louvre, ha detto all’agenzia di stampa AFP che il museo ha ridotto il suo staff di oltre 200 posti negli ultimi dieci anni. Galani ha aggiunto che a causa della mancanza di personale a volte è necessario chiudere alcune stanze che non possono essere controllate da nessuno, un problema che hanno anche altri musei.

Emmanuel Macron e la direttrice del Louvre Laurence des Cars durante la conferenza stampa che annuncia i lavori di ristrutturazione, il 28 gennaio 2025 ( Bertrand Guay, Pool via AP)
Macron ha detto che questo progetto, che costerà diverse centinaia di milioni di euro, non verrà finanziato con nuovi fondi ma si baserà sulle sovvenzioni statali previste, sugli incassi del museo e su una serie di donazioni private: è un sistema che Macron ha già attuato per la ricostruzione della cattedrale di Notre-Dame, che dopo essere stata parzialmente distrutta da un incendio nel 2019 è stata ristrutturata e riaperta a dicembre del 2024.
Al momento lo Stato francese è in esercizio provvisorio, e quindi non si può permettere spese aggiuntive a causa della mancata approvazione della legge di bilancio per il 2025 (uno dei motivi della crisi politica che sta andando avanti da mesi). Secondo il ministero della Cultura, nel 2024 il Louvre ha ricevuto sovvenzioni statali per 96 milioni di euro: meno del 2023, quando furono 103 milioni, meno dei 111 milioni del 2022, ma molto probabilmente più di quelli che riceverà nel 2025 a causa dell’austera legge di bilancio.
Oltre alle sovvenzioni statali, secondo i dati più recenti nel 2023 il Louvre ha avuto entrate pari a 161 milioni di euro: provengono dalla vendita dei biglietti, dall’affitto dei suoi spazi per eventi privati e dalle licenze legate al suo marchio, che due anni fa hanno rappresentato circa la metà delle entrate (in questa categoria rientrano per esempio i diritti pagati dal Louvre di Abu Dhabi per avere questo nome).
Da gennaio del 2024 il prezzo del biglietto d’ingresso è aumentato da 17 a 22 euro, in linea con il costo di altri grandi musei come la Galleria degli Uffizi di Firenze, il cui biglietto intero costa 25 euro. A partire dal 1° gennaio del 2026 inoltre Macron ha confermato che verrà ulteriormente alzato per i visitatori che vengono da paesi non membri dell’Unione Europea. Rimarrà invece gratuito per tutte le persone europee che hanno meno di 26 anni, come previsto dalla legge francese.