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  • Martedì 14 gennaio 2025

C’è ancora la riforma delle pensioni al centro del dibattito politico in Francia

Il primo ministro François Bayrou è disposto a cambiarla per convincere i Socialisti a sostenerlo: non è certo che basterà

François Bayrou all'Assemblea Nazionale, il 14 gennaio 2025 (AP Photo/Thibault Camus)
François Bayrou all'Assemblea Nazionale, il 14 gennaio 2025 (AP Photo/Thibault Camus)
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Martedì il primo ministro francese François Bayrou, in carica da poco più di un mese, ha esposto per la prima volta il suo programma di governo al parlamento: fra le altre cose ha detto anche che intende «rimettere in cantiere» la contestata riforma delle pensioni introdotta nel 2023. Quella di Bayrou sembra una piccola apertura al Partito Socialista, che aveva posto la sospensione della riforma delle pensioni come condizione fondamentale per non votare un eventuale mozione di sfiducia contro Bayrou. Non è chiaro però che tipo di modifiche saranno introdotte, né se basteranno a soddisfare i Socialisti.

La riforma delle pensioni, che fra le altre cose prevede di alzare gradualmente l’età pensionabile da 62 a 64 anni, era stata fortemente voluta dal presidente Emmanuel Macron, ma aveva causato grandissime manifestazioni nelle piazze francesi. Da quando è stata approvata è uno dei punti su cui i partiti di sinistra hanno più criticato Macron e i primi ministri che si sono succeduti negli ultimi due anni. Per i partiti di centro e centrodestra che sostengono Macron, compreso il Movimento Democratico di Bayrou, la riforma è fondamentale per tenere sotto controllo le spese statali: si stima che permetta di risparmiare ogni anno 17 miliardi di euro dalle casse dello stato francese.

La proposta di Bayrou per modificare il sistema pensionistico è molto limitata: ha detto di voler convocare i sindacati e le associazioni dei datori di lavoro per proporre dei cambiamenti, e di voler chiedere alla Corte dei conti francese una «missione flash» per identificare gli aspetti su cui si può intervenire. Ha detto che nessun aspetto della legge va considerato un «tabù» immodificabile, neanche l’innalzamento dell’età pensionabile a 64 anni, il punto più contestato. Ha sottolineato però che la proposta dev’essere finanziariamente sostenibile: in caso contrario la riforma non sarà toccata. I Socialisti avevano invece richiesto una sospensione della riforma e l’abrogazione dell’innalzamento dell’età pensionabile.

Dopo le ultime elezioni parlamentari francesi, convocate a sorpresa da Macron l’estate scorsa, la ricerca di una maggioranza di governo è diventata una questione molto complicata: il parlamento infatti è diviso in tre blocchi (di sinistra, di centro e di destra) nessuno dei quali ha la maggioranza dei seggi né grandi intenzioni di collaborare con gli altri. Il predecessore di Bayrou come primo ministro, Michel Barnier, era rimasto in carica solo tre mesi prima di essere sfiduciato durante le votazioni sulla legge di bilancio, con una mozione votata sia dal Nuovo Fronte Popolare (l’ampia coalizione di sinistra), sia dal Rassemblement National, il partito di estrema destra di Marine Le Pen.

Se riuscisse ad accordarsi con i Socialisti Bayrou riuscirebbe a guadagnarsi il sostegno della parte più moderata del blocco di sinistra, con cui potrebbe anche tentare di far approvare la legge di bilancio del 2025, dopo che quella presentata da Barnier era stata respinta. Così facendo rischia però di perdere sostegno a destra e al centro. In ogni caso La France Insoumise (il partito più radicale del Nuovo Fronte Popolare, guidato da Jean-Luc Mélenchon) aveva già detto prima del discorso di Bayrou che avrebbe depositato una mozione di sfiducia, che sarà probabilmente votata questa settimana. È improbabile che sia approvata, dato che non avrà il sostegno della destra.

Dopo il discorso del primo ministro Boris Vallaud, il capogruppo dei Socialisti all’Assemblea Nazionale, la camera bassa del parlamento francese, ha detto che ridiscutere la riforma è una cosa positiva, ma che rifiuterà un ritorno alla legge precedente. Vallaud ha inoltre ribadito che il suo partito si trova all’opposizione e non intende partecipare al governo. L’effettivo atteggiamento dei Socialisti verso il governo si vedrà però nelle prossime settimane, con le votazioni sulla mozione di sfiducia e sulla legge di bilancio, in cui l’astensione del partito potrebbe essere decisiva.