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  • Lunedì 19 febbraio 2024

I primi turisti in Corea del Nord dalla pandemia di Covid

Circa 100 cittadini russi sono entrati nel paese per un viaggio di quattro giorni: è la prima volta che succede dall'inizio del 2020, e non è un caso che il viaggio sia stato organizzato da un'agenzia russa

Una foto di gruppo dei turisti russi arrivati all'aeroporto internazionale di Pyongyang, il 9 febbraio 2024. (AP/Cha Song Ho)
Una foto di gruppo dei turisti russi arrivati all'aeroporto internazionale di Pyongyang, il 9 febbraio 2024. (AP/Cha Song Ho)
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Dieci giorni fa, il 9 febbraio del 2024, un gruppo di 97 turisti russi è atterrato a Pyongyang, la capitale della Corea del Nord, per un viaggio di quattro giorni all’interno del paese che ha compreso una visita della città e due giorni in un resort sciistico. È la prima volta che le autorità nordcoreane consentono a cittadini stranieri di visitare la Corea del Nord dall’inizio del 2020, quando le frontiere nordcoreane furono chiuse per limitare la diffusione del Covid-19. Il viaggio è stato interpretato con un primo tentativo di riapertura del paese al turismo, un settore che prima della pandemia rappresentava una delle poche fonti di guadagno, e si inserisce in un contesto di crescente collaborazione fra la Corea del Nord e la Russia.

La Corea del Nord è uno dei paesi più chiusi al mondo alle influenze esterne, e visitarla era molto difficile già prima del 2020. Oggi come allora, i visitatori vengono sorvegliati per tutta la durata del loro viaggio e non possono interagire con cittadini nordcoreani comuni.

Non è un caso che i primi ad entrare dopo la lunga chiusura per il Covid-19 siano stati proprio dei cittadini russi. Negli ultimi anni il rapporto fra Corea del Nord e Russia è diventato più stretto, specialmente dopo che nel settembre del 2023 il dittatore nordcoreano Kim Jong Un incontrò in Russia il presidente russo Vladimir Putin. Era la prima volta che Kim Jong Un veniva visto fuori dalla Corea del Nord in oltre quattro anni. Da allora, la Corea del Nord ha fornito alla Russia missili balistici a corto raggio da usare nella guerra in Ucraina e Putin ha detto che avrebbe aiutato la Corea del Nord nella costruzione di satelliti militari.

Il viaggio che si è svolto a febbraio è stato organizzato dall’agenzia Vostok Intur con sede a Vladivostok, città portuale sulla costa pacifica della Russia a un centinaio di chilometri dal confine con la Corea del Nord. Da lì i turisti hanno preso l’aereo che li ha portati a Pyongyang. Il prezzo del pacchetto offerto dall’agenzia era di circa 695 euro, cifra che includeva i pasti e gli aerei per andare e tornare in Russia e il volo interno fra Pyongyang e il resort sciistico. Oltre a turisti normali, nel gruppo erano presenti anche delle guide turistiche russe e dei giovani sciatori professionisti.

Un gruppo di ragazzi russi spediscono i loro sci al banco del check-in all'aeroporto internazionale di Vladivostok, in Russia, prima di imbarcarsi per la Corea del Nord (AP Photo)

Alcuni ragazzi russi spediscono i loro sci al banco del check-in dell’aeroporto internazionale di Vladivostok, in Russia, prima di imbarcarsi per la Corea del Nord (AP Photo)

L’agenzia di viaggio Vostok Intur aveva raccomandato di non portare libri pubblicati fuori dalla Corea del Nord sul regime di Kim Jong Un e di non cercare di muoversi senza supervisione. Era stato inoltre ricordato che è vietato fotografare o filmare case private, persone comuni e soldati. Le statue di Kim Jong Un, così come quelle di suo padre e suo nonno, presenti ovunque nella capitale, devono essere sempre fotografate per intero. Si può posare per una foto davanti a loro solo in una posa che ricorda quella militare, con la schiena dritta e le braccia lungo i fianchi. Non ci sono molte altre informazioni sul viaggio, ma in passato questo tipo di tour organizzati includevano una visita al museo della Guerra di Corea e alla Torre Juche, che prende il nome dall’ideologia statale dell’autosufficienza della nazione e dell’infallibilità del leader.

La youtuber russa Ilya Voskresensky, che faceva parte del gruppo, ha detto al Wall Street Journal di aver trascorso una notte a Pyongyang e di essersi poi spostata nel resort sciistico di Masikryong, nel sud est del paese, dove erano presenti alcuni turisti nordcoreani. Lì è stato permesso al gruppo di sciare, sebbene sempre sotto il controllo delle autorità nordcoreane che seguivano i turisti russi sulle piste.

In un negozio di souvenir, Voskresensky ha detto di aver visto cartoline con slogan antiamericani e che quasi tutti i giochi per bambini in vendita erano a tema militare. Voskresensky ha comprato per i suoi figli un set della versione nordcoreana dei Lego a forma di razzo. Durante tutto il viaggio il gruppo ha potuto pagare in yuan cinesi o in dollari americani, ma non in rubli.

Prima della pandemia, il settore del turismo era uno dei pochi canali attraverso cui la Corea del Nord entrava in possesso di valuta estera, che a causa delle sanzioni internazionali è ancora oggi difficilissima da importare in altro modo. Allargare il settore del turismo è da tempo una priorità di Kim Jong Un, che in questi anni ha ordinato la costruzione di diversi hotel di lusso e resort sul mare e in montagna.

Secondo alcune stime indipendenti, nel 2019 furono circa 350mila i turisti stranieri a visitare la Corea del Nord, il 90 per cento cinesi. Fino al 2017 c’erano anche centinaia di turisti statunitensi, a cui però era stato vietato l’ingresso nel paese dal governo americano in seguito alla morte di Otto Warmbier, uno studente statunitense che nel 2016 fu arrestato mentre visitava la Corea del Nord, sembra per aver rimosso un poster propagandistico da un muro del suo hotel. Warmbier fu condannato a 15 anni di reclusione e ai lavori forzati. Durante la sua prigionia cadde in coma per ragioni mai accertate, e morì sei giorni dopo il suo rientro negli Stati Uniti, dopo che le autorità nordcoreane acconsentirono al trasferimento per il suo grave stato di salute.

– Leggi anche: Gli italiani che viaggiano in Corea del Nord

Il prossimo viaggio in programma è organizzato sempre dall’agenzia Vostok Intur, comprenderà un centinaio di persone e partirà l’8 marzo. Al momento questi numeri sono ancora troppo bassi per essere interpretati come una vera riapertura della Corea del Nord al turismo, ma diversi funzionari russi e nordcoreani hanno fatto sapere di essere intenzionati a facilitare l’entrata di cittadini russi nel paese: Alexander Matsegora, ambasciatore russo a Pyongyang, ha recentemente detto che i due paesi stanno valutando la possibilità di collegare le loro due capitali – che distano 7mila chilometri – tramite ferrovia e di riaprire una rotta di traghetti tra Vladivostok e la città portuale nordcoreana di Rason, che invece distano solo 200 chilometri.