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  • Domenica 2 febbraio 2020

La Corea del Nord ci prova col turismo

È uno dei pochi settori non colpiti dalle sanzioni internazionali, che potrebbe diventare una via politica per il dialogo con l'Occidente

Due turisti sul Monte Kumgang (AP Photo/Dita Alangkara)
Due turisti sul Monte Kumgang (AP Photo/Dita Alangkara)

Da qualche anno la Corea del Nord ha cominciato a puntare sul turismo, ristrutturando o costruendo da zero resort e città turistiche in grado di accogliere decine di migliaia di persone all’anno: quello turistico è uno dei pochi settori non colpiti dalle sanzioni imposte dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU e dagli Stati Uniti, praticamente l’unico in grado di portare valuta straniera nel paese, e per questo considerato fondamentale per la sopravvivenza del regime guidato da Kim Jong-un.

Potrebbe sembrare strano pensare alla Corea del Nord come una destinazione turistica, soprattutto se si considerano le moltissime restrizioni a cui vanno incontro le persone che visitano il paese: per esempio il severo divieto di tenere certi comportamenti di fronte ai monumenti nazionali e la proibizione di muoversi senza una guida autorizzata dal governo.

In passato, inoltre, ci sono stati casi di arresti di turisti stranieri in Corea del Nord: quello più famoso ha coinvolto lo statunitense Otto Warmbier, detenuto nel 2016 per avere provato a rubare un poster di propaganda nell’hotel in cui alloggiava e morto nel giugno 2017 dopo essere stato riportato negli Stati Uniti quando era già in coma.

Nonostante tutte le limitazioni imposte al settore turistico, da qualche anno il regime di Kim Jong-un ha iniziato a rimettere a posto le strutture già esistenti e abbandonate – come per esempio quelle sul Monte Kumgang, gestite fino al 2008 insieme alla Corea del Sud – e a costruirne di nuove – come quella inaugurata lo scorso dicembre nella città di Samjiyon, al confine con la Cina.

L’interno dell’hotel Kumgangsan sul Monte Kumgang (AP Photo/Dita Alangkara)

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La maggior parte delle strutture turistiche, sia nella capitale Pyongyang sia in altre zone del paese, è destinata ai turisti cinesi, che sono la stragrande maggioranza di quelli che visitano la Corea del Nord. Il sito NK News, che ha la sua redazione a Seul, in Corea del Sud, ha scritto che solo nel 2019 più di 130mila cinesi hanno visitato il paese.

Simon Cockerell, general manager del tour operator Koryo Tours, ha detto a NK News che molti turisti cinesi sono attirati dalla Corea del Nord per un senso «di nostalgia»: «C’è una tendenza per i turisti del continente a considerare la Corea del Nord semplicemente come la Cina di 40 anni fa».

Un’immagine creata dal regime nordcoreano per promuovere il turismo a Kimgang (Korean Central News Agency/Korea News Service via AP)

Una svolta importante per il turismo in Corea del Nord potrebbe arrivare da un eventuale accordo tra le due Coree per permettere ai cittadini sudcoreani di viaggiare in modo indipendente nel Nord, una cosa che non è permessa da oltre dieci anni. Fino al 2008, infatti, le due Coree gestivano insieme la cittadina turistica di Kumgang, una specie di grande resort poco più a nord del confine tra i due paesi. Quell’anno, però, la Corea del Sud decise di ritirarsi dopo l’uccisione di un turista sudcoreano nel Nord, e di interrompere i flussi turistici.

Martedì scorso il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha parlato di riavviare il turismo sudcoreano in Corea del Nord, una proposta che il regime nordcoreano ha già detto di apprezzare. Per Moon, l’uomo che ha favorito il riavvicinamento tra Corea del Nord e Stati Uniti, sarebbe una vittoria molto importante: non solo perché rilancerebbe la cooperazione economica tra le due Coree, ma anche perché potrebbe spingere Kim Jong-un a tornare a negoziare con il presidente statunitense Donald Trump.

Il dittatore nordcoreano Kim Jong-un a Kumgang (Korean Central News Agency/Korea News Service via AP, File)

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I colloqui tra Stati Uniti e Corea del Nord sono infatti in una fase di stallo. L’ultimo incontro tra Trump e Kim, tenuto a febbraio in Vietnam, era finito bruscamente e in malo modo, senza che le due parti riuscissero a trovare un qualche tipo di accordo sulle due questioni più complicate e importanti dei negoziati: lo smantellamento del programma nucleare nordcoreano e la rimozione delle sanzioni da parte degli Stati Uniti.

Moon, ha scritto il New York Times, sta provando ad accelerare nuovi eventuali colloqui, anche attraverso lo strumento del turismo, prima che si arrivi troppo a ridosso delle elezioni presidenziali americane, quando l’attenzione di Trump sarà definitivamente rivolta verso temi diversi dalla Corea del Nord.