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  • Mercoledì 17 gennaio 2024

Il trasferimento in Ruanda dei richiedenti asilo nel Regno Unito è quasi legge

Ma non è stato approvato l'emendamento che avrebbe violato il diritto internazionale; al governo di Rishi Sunak è andata bene

Migranti a bordo di un pullman a Dover
Migranti appena sbarcati a Dover, in Inghilterra, dopo aver attraversato la Manica, a bordo di un pullman, il 17 gennaio 2024 (Dan Kitwood/Getty Images)

Mercoledì sera la Camera dei Comuni del parlamento britannico ha approvato la controversa proposta di legge del governo per trasferire in modo forzato i richiedenti asilo in Ruanda, in Africa centrale, mentre la loro richiesta viene valutata nel Regno Unito. Hanno votato a favore 320 parlamentari, 276 contro. Il voto era molto importante per il governo: quella sul Ruanda è una delle principali proposte di legge promosse da Rishi Sunak da quando è diventato primo ministro nel 2022 ma la norma è considerata da molti inattuabile ed era già stata più volte rinviata.

Inoltre lo stesso partito di Sunak, il Partito Conservatore, era diviso sul tema perché alcuni suoi membri ritenevano che la proposta di legge fosse troppo moderata. Negli ultimi giorni sembrava che una quarantina di parlamentari conservatori avrebbe potuto votare contro per questa ragione: alla fine hanno votato contro solo in 11. Un parlamentare della fazione più radicale del partito ha detto a BBC News che il voto sulla proposta di legge è stato considerato come un voto di fiducia dai parlamentari e che l’opposizione interna ha scelto di votare a favore per non mettere in eccessiva difficoltà il governo.

Se la proposta non fosse passata sarebbe stato un problema per Sunak, i cui consensi sono in calo, anche perché l’ultima volta che un disegno di legge del governo britannico fu bocciato nella sua fase finale fu nel 1977.

Il piano che coinvolge il Ruanda è da tempo al centro delle politiche per la gestione dell’immigrazione dei governi del Partito Conservatore, ma finora non è mai stato messo in atto a causa di diverse sentenze dei tribunali britannici e della Corte europea per i diritti dell’uomo.

Una prima versione della legge era stata presentata già nell’aprile del 2022, ma era stata giudicata illegale dalla Corte Suprema britannica nel novembre del 2023. La Corte aveva valutato che il Ruanda non fosse un «paese sicuro», un’espressione del diritto internazionale che può essere interpretata in modo diverso da ogni singolo paese, ma anche che le persone richiedenti asilo trasferite lì avrebbero rischiato di essere rimpatriate nei loro paesi d’origine, dove avrebbero potuto subire dei trattamenti disumani. Entrambe sarebbero violazioni della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, il trattato europeo più importante per il riconoscimento dei diritti umani, civili e politici che vieta la tortura e i trattamenti inumani, di cui il Regno Unito è firmatario.

Non a caso già nel giugno del 2022 la Corte europea dei diritti dell’uomo (che non è un ente legato all’Unione Europea, di cui il Regno Unito non fa più parte, e si occupa di applicare la Convenzione) aveva bloccato con un’ingiunzione provvisoria quello che doveva essere il primo volo di trasferimento dei richiedenti asilo in Ruanda a un’ora e mezza dalla partenza. Da allora non sono stati programmati altri voli.

Per bloccare questi voli la Corte europea aveva emesso una misura straordinaria sulla base dell’articolo 39 della Convenzione, che permette di prendere dei provvedimenti provvisori e vincolanti da subito quando la Corte ritiene che esista un rischio reale di «danno grave e irreversibile» per un individuo: in questo caso era il trasferimento (che però di fatto è un’espulsione) di alcuni richiedenti asilo in Ruanda.

La proposta di legge approvata dalla Camera dei Comuni era stata presentata dal Partito Conservatore in risposta alla sentenza della Corte Suprema britannica. Definisce il Ruanda un «paese sicuro» e delinea meglio la cornice legale dei trasferimenti. La fazione più radicale del Partito Conservatore aveva presentato un emendamento per dare la possibilità ai giudici e ai funzionari pubblici britannici di ignorare le ordinanze della Corte europea dei diritti dell’uomo, ma quello non è stato approvato: hanno votato in favore solo 65 parlamentari, di cui 61 membri del Partito Conservatore – tra loro l’ex prima ministra Liz Truss e l’ex ministra dell’Interno Suella Braverman.

Le sentenze della Corte europea in realtà non sono vincolanti quanto quelle di un tribunale nazionale e potrebbero essere ignorate, ma approvare una legge che dà la possibilità di aggirare sistematicamente le sue misure straordinarie rappresenterebbe una violazione gravissima a livello della politica internazionale.

Ora la proposta di legge deve essere approvata anche dalla Camera dei Lord.

Al di là delle vie intraprese dal governo britannico per trasferire i richiedenti asilo in Ruanda, il piano per farlo è sempre stato molto criticato anche perché ritenuto dispendioso e inefficace. Secondo i suoi sostenitori diventerebbe un deterrente per coloro che entrano nel paese illegalmente attraversando il canale della Manica partendo dalla Francia su piccole imbarcazioni. In realtà la maggior parte degli esperti ha decretato che non ci sono prove che funzionerà. In più è molto costoso: il governo britannico ha già pagato al governo ruandese l’equivalente di 160 milioni di euro e il piano dovrebbe costare quasi 200mila euro a persona migrante, molto più di quanto spenderebbe senza trasferirle.