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  • Giovedì 14 dicembre 2023

L’Unione Europea avvierà la procedura per l’adesione dell’Ucraina e della Moldavia

La decisione è stata approvata all'unanimità da 26 paesi membri, mentre il primo ministro ungherese Viktor Orbán è uscito dall'aula

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel durante un incontro a Bruxelles nel febbraio del 2023 (AP Photo/Olivier Matthys, File)
La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel durante un incontro a Bruxelles nel febbraio del 2023 (AP Photo/Olivier Matthys, File)
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Giovedì il Consiglio Europeo, l’organo che riunisce i leader dei 27 paesi membri dell’Unione Europea, ha annunciato che avvierà i negoziati per l’adesione dell’Ucraina e della Moldavia. La decisione è stata approvata all’unanimità dai rappresentanti di 26 paesi: il primo ministro ungherese Viktor Orbán, che si era sempre detto contrario, ha lasciato l’aula durante la discussione. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha festeggiato l’annuncio, scrivendo su X (Twitter) che si tratta di «una vittoria per l’Ucraina e per tutta l’Europa».

L’Ucraina e la Moldavia avevano chiesto di entrare nell’Unione Europea in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, a febbraio del 2022, e l’Unione aveva concesso loro lo status ufficiale di candidate a giugno. Lo scorso novembre la Commissione aveva raccomandato l’inizio dei negoziati. Ora il Consiglio Europeo ha deciso che la procedura potrà effettivamente cominciare.

È uno sviluppo importante per l’Ucraina, che da quasi due anni combatte contro l’invasione russa. Da mesi però la sua controffensiva procede a rilento, il paese è in forte difficoltà economica e gli enormi aiuti finora ricevuti dagli Stati Uniti potrebbero terminare presto, anche a causa delle divisioni politiche che animano il Congresso statunitense.

– Leggi anche: C’è un problema con gli aiuti all’Ucraina

In ogni caso, la strada per ufficializzare l’eventuale adesione dell’Ucraina e della Moldavia all’Unione Europea è ancora lunga: i due paesi dovranno dimostrare di rispondere ad alcuni criteri fondamentali, tra cui il rispetto della democrazia, dei diritti dell’uomo, delle libertà fondamentali e dello stato di diritto. Ci sono anche criteri economici da rispettare, come la presenza di un’economia di mercato libera e concorrenziale. Una volta conclusi tutti gli accertamenti necessari la Commissione Europea dovrà dare una prima valutazione, e le adesioni dovranno essere approvate dal Parlamento Europeo e da tutti i 27 stati membri, all’unanimità. Solo a quel punto i leader dei paesi coinvolti potranno firmare i trattati di adesione, che a loro volta dovranno essere ratificati da tutti gli stati membri.

La valutazione dell’idoneità di un paese candidato è un processo che può durare anche più di un decennio, a seconda dell’entità delle riforme necessarie e della politica interna all’Unione. È possibile però che soprattutto nel caso dell’Ucraina l’Unione Europea decida di accelerare i tempi: il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha detto che un primo rapporto sarà pubblicato già a marzo del 2024.

Al momento l’unico paese apertamente contrario all’entrata dell’Ucraina nell’Unione Europea è l’Ungheria: poco dopo il voto del Consiglio Europeo Orbán ha scritto su Facebook che si tratta di una scelta «sbagliata», a cui l’Ungheria «non vuole partecipare». Orbán è anche l’unico tra i 27 leader europei a opporsi all’approvazione di una nuova tranche di aiuti per l’Ucraina da 50 miliardi di euro, tra prestiti e interessi a tassi agevolati, che dovrebbero essere aggiunti al bilancio pluriennale europeo per il periodo compreso tra il 2021 e il 2027. Si tratta di risorse economiche fondamentali per l’Ucraina, che le permetterebbero di evitare la bancarotta e di continuare a difendersi dall’invasione russa.

Da settimane i leader e i funzionari europei stanno cercando di convincere Orbán a cambiare idea. Giovedì, per esempio, la Commissione Europea ha annunciato di aver sbloccato circa 10 miliardi di euro dei cosiddetti “fondi di coesione” per l’Ungheria, la cui erogazione era stata sospesa un anno fa accusando il governo di aver creato un sistema politico, economico e giudiziario estremamente corrotto e illiberale.

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