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  • Mercoledì 25 ottobre 2023

Mike Johnson è il nuovo speaker della Camera degli Stati Uniti

È stato il quarto candidato Repubblicano in due settimane: ha ottenuto tutti i voti del suo partito, mettendo fine a settimane di confusione

Mike Johnson
(Win McNamee/ Getty Images)
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Il deputato Repubblicano della Louisiana Mike Johnson è stato eletto speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti. Johnson è stato il quarto candidato Repubblicano per la carica in due settimane, ed è l’unico ad aver messo d’accordo i deputati del suo partito, da tempo alle prese con profonde divisioni.

Già prima della votazione di mercoledì alla Camera, dove i Repubblicani hanno la maggioranza, Johnson sembrava godere di un maggiore appoggio da parte dei deputati del suo partito rispetto ai tre candidati precedenti. Nella votazione ha infine ottenuto tutti i voti dei deputati Repubblicani presenti, 220. Il candidato sostenuto dai Democratici, Hakeem Jeffries, ne ha ottenuti 209.

L’elezione di Johnson, arrivata dopo intensi dibattiti interni al partito, permetterà alla Camera di ricominciare a funzionare, in un momento assai complicato sia per la politica interna che per quella internazionale.

(AP Photo/ Alex Brandon)

La Camera statunitense era senza speaker, una sorta di presidente, dallo scorso 3 ottobre, quando era stato rimosso dall’incarico il precedente, Kevin McCarthy, accusato dai Repubblicani di aver collaborato con i Democratici per evitare la chiusura delle attività federali (il cosiddetto shutdown). Da allora, pur avendo la maggioranza, il Partito non era riuscito a eleggerne uno nuovo.

In seguito alla rimozione di McCarthy i Repubblicani avevano scelto Steve Scalise, che però aveva rinunciato per via della mancanza del sostegno necessario. Dopo Scalise era toccato a Jim Jordan, esponente dell’ala più radicale del partito, che aveva a sua volta ritirato la propria candidatura dopo tre votazioni in cui non era riuscito ad avere il sostegno di un numero sufficiente di deputati. Johnson era stato scelto dai deputati Repubblicani qualche ora dopo che il candidato indicato la mattina precedente, Tom Emmer, si era ritirato non ritenendo di avere il sostegno necessario per essere eletto.

– Leggi anche: Il quarto candidato in due settimane

Mike Johnson ha 51 anni, è un avvocato ed è deputato dal 2016. Nel 2020 ha fatto parte della difesa nel primo processo di impeachment contro l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che si è concluso con un’assoluzione. Più di recente è stato tra i fautori delle iniziative per rovesciare il risultato delle elezioni presidenziali del 2020, vinte dal Democratico Joe Biden. Johnson si oppone fortemente all’interruzione volontaria di gravidanza e ha promosso un disegno di legge che vieterebbe di parlare di identità di genere e orientamento sessuale alle bambine e ai bambini con meno di dieci anni in tutte le scuole che percepiscono finanziamenti pubblici.

Proprio Trump mercoledì mattina aveva scritto su Truth Social (il suo social network) che non avrebbe sostenuto esplicitamente nessun candidato, ma che la sua «forte raccomandazione» era quella di scegliere Johnson e di «chiuderla in fretta».

L’assenza di uno speaker è stata un grosso problema perché non permetteva alla Camera degli Stati Uniti di prendere decisioni rispetto alle guerre in corso a Gaza e in Ucraina, né di procedere con l’approvazione delle leggi per finanziare le attività di governo per il 2024, che deve concludersi entro metà novembre. L’incapacità dei deputati Repubblicani di mettersi d’accordo sul nuovo speaker era stata interpretata come sintomo delle profonde divisioni interne al partito, tanto che si è iniziato a parlare di una «crisi d’identità». McCarthy era stato il primo speaker nella storia del paese a essere rimosso.

– Leggi anche: La crisi d’identità dei Repubblicani americani