Tom Emmer ha ritirato la sua candidatura per l’incarico di speaker della Camera degli Stati Uniti

(AP Photo/Andrew Harnik)
(AP Photo/Andrew Harnik)

Nel pomeriggio di martedì (sera in Italia) il deputato repubblicano Tom Emmer, del Minnesota, ha ritirato la sua candidatura per il ruolo di speaker della Camera degli Stati Uniti, dato che con tutta probabilità non avrebbe avuto i voti necessari per essere eletto. Il nome di Emmer era stato presentato in mattinata dal Partito Repubblicano: aveva ricevuto il sostegno dell’ex speaker Kevin McCarthy, ma era stato criticato dall’ex presidente Donald Trump e nelle votazioni interne al partito aveva ottenuto 117 voti contro i 97 andati a un altro candidato, l’avvocato Mike Johnson.

Nell’ultimo anno Emmer ha ricoperto il ruolo di “house whip”, analogo al capogruppo, che gestisce il programma legislativo del proprio partito alla Camera e garantisce che tutti i suoi esponenti siano presenti quando si devono votare misure importanti.

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La Camera statunitense non ha uno speaker da tre settimane, cioè da quando il precedente speaker Kevin McCarthy era stato rimosso con una mozione di sfiducia. Prima di Emmer è già stato candidato il deputato Repubblicano Jim Jordan, esponente dell’ala più a destra del partito, ma la sua candidatura è stata ritirata la settimana scorsa dopo che per tre volte non era riuscito a farsi votare da un numero sufficiente di deputati. Prima ancora il Partito Repubblicano aveva scelto come candidato per l’incarico Steve Scalise, leader della maggioranza alla Camera e repubblicano di posizioni più moderate, ma Scalise stesso aveva rinunciato quando aveva capito di non avere il sostegno necessario per ottenere l’elezione.

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