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  • Domenica 15 ottobre 2023

Breve guida alle elezioni in Polonia

Si vota per rinnovare il parlamento ed è dato per favorito Diritto e Giustizia, il partito di destra che ha trasformato la Polonia in un paese semiautoritario 

(AP Photo/Czarek Sokolowski)
(AP Photo/Czarek Sokolowski)
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In Polonia hanno aperto i seggi per le elezioni parlamentari, in cui si voterà per rinnovare Camera e Senato. Il voto arriva al termine di una campagna elettorale lunga e particolarmente tesa, e in Europa è osservato con molta attenzione: i sondaggi più recenti danno per favorito, anche se di poco, Diritto e Giustizia, il partito di estrema destra che domina la politica polacca da otto anni e che ha trasformato sempre di più la Polonia in un paese semiautoritario.

La campagna elettorale polacca per queste elezioni «ha stabilito il record di livore», ha scritto l’Economist per descrivere i toni aspri ed estremamente conflittuali che ha avuto. I principali avversari politici alle elezioni si sono scambiati accuse molto dure: il leader di Diritto e Giustizia, l’euroscettico e nazionalista Jaroslaw Kaczynski, ha risposto alle critiche del principale leader dell’opposizione Donald Tusk, ex primo ministro ed ex presidente del Consiglio Europeo, definendolo tra le altre cose «il male puro» e dicendo che l’opposizione avrebbe dovuto essere «moralmente sterminata».

Il primo ministro Mateusz Morawiecki, di Diritto e Giustizia, ha poi fatto leva in vari modi sulla guerra in Ucraina per promuovere posizioni sovraniste e populiste: ha esteso un divieto all’importazione di cereali ucraini, molto criticato dall’Ucraina ma particolarmente apprezzato dagli agricoltori polacchi, e annunciato che la Polonia avrebbe smesso di fornire armi all’Ucraina (misura poi parzialmente smentita). In entrambi i casi ha difeso queste posizioni con la necessità di proteggere gli interessi nazionali polacchi. L’anti-europeismo di Diritto e Giustizia si è di fatto tradotto durante la campagna elettorale anche in una forte retorica anti-tedesca.

Parallelamente nelle ultime settimane sono state organizzate estese proteste contro il governo in carica. A Varsavia, la capitale, a inizio ottobre ha manifestato oltre un milione di persone: un numero enorme per un paese in cui vivono circa 37 milioni di persone.

La campagna elettorale è stata anche agitata da due scandali. Il primo, di fine settembre, ha riguardato la presunta vendita di passaporti a decine di migliaia di migranti che cercavano di trasferirsi in Europa e negli Stati Uniti, Stati Uniti, attraverso la corruzione di funzionari di diversi consolati polacchi all’estero. Il caso è stato raccontato per la prima volta da Gazeta Wyborcza, il principale quotidiano indipendente rimasto, e ha portato alle dimissioni di un importante funzionario del ministero degli Esteri. Il 10 ottobre invece due importanti generali dell’esercito polacco si sono dimessi al termine di quella che i giornali polacchi hanno descritto come una lunga polemica e contrapposizione con il ministro dell’Interno Mariusz Błaszczak e con Diritto e Giustizia, che tra l’altro è il principale alleato di Fratelli d’Italia in Europa.

Per un partito di destra come Diritto e Giustizia, che ha incentrato sul contrasto all’immigrazione e sulla sicurezza buona parte della sua campagna elettorale, due scandali del genere a poca distanza dal voto potrebbero influire sul risultato di domenica.

I sondaggi più recenti, comunque, danno Diritto e Giustizia a circa il 36 per cento dei voti (i dati provengono dell’aggregatore di sondaggi di Politico). È un dato molto al di sotto del 43,6 per cento con cui il partito stravinse le elezioni del 2019, e inferiore anche alla percentuale che prese nel 2015. Nel caso in cui questo fosse il risultato finale per formare un governo dovrà trovare almeno un alleato. Il partner più plausibile sembra Confederazione Libertà e Indipendenza, un raggruppamento di partiti che ha posizioni ancora più radicali e che i sondaggi stimano intorno al 10 per cento. Nel caso in cui i due partiti formassero un governo, la Polonia diventerebbe probabilmente un paese ancora più autoritario e illiberale.

Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, di Diritto e Giustizia (AP Photo/Virginia Mayo)

Sempre secondo i sondaggi più recenti, il principale blocco di partiti all’opposizione, Coalizione Civica, è dato intorno al 30 per cento: Coalizione Civica è formato da Piattaforma Civica, il partito di centrodestra di Tusk, e da una serie di altri partiti di area centrista. La possibilità che questo blocco di partiti ottenga più voti di Diritto e Giustizia è molto ridotta e sarebbe uno sviluppo piuttosto eccezionale. Anche in questo caso, comunque, i voti non sarebbero sufficienti a governare autonomamente: un possibile partner potrebbe essere il blocco di sinistra composto da Nuova Sinistra, Sinistra Insieme e altri partiti. Dai sondaggi è dato a circa il 10 per cento.

Il leader dell’opposizione polacca, Donald Tusk, durante un comizio (AP Photo/Czarek Sokolowski)

Il contesto in cui si svolgerà il voto, e in cui più in generale si è svolta la campagna elettorale, potrebbero però spostare una buona quota di elettori verso il partito al governo.

Anzitutto è difficile parlare di un voto realmente libero: in Polonia ormai giornali e televisioni sono quasi interamente controllati dal governo. L’unico dibattito televisivo della campagna elettorale, trasmesso nemmeno in prima serata ma alle sei e mezza di sera, si è tenuto in condizioni che non permettevano realmente un dibattito, sia per i tempi dati ai partecipanti che per il tipo di domande. C’è chi l’ha definito «una farsa».

In secondo luogo nello stesso giorno in cui si vota è stato organizzato un referendum incentrato su quattro quesiti estremamente identitari, quasi delle domande retoriche a favore del governo. Sono domande con cui Diritto e Giustizia mira probabilmente ad attrarre i voti degli elettori più indecisi, e che in qualche modo contengono già una risposta che nei fatti è un incoraggiamento a votare per questo partito: tra le domande c’è per esempio “Sei d’accordo con la vendita di aziende pubbliche agli stranieri, in modo che i polacchi perdano il controllo strategico sulla propria economia?”, oppure: “Sei d’accordo con l’accoglienza di migliaia di immigrati irregolari dal Medio Oriente e dall’Africa, come previsto dal meccanismo di ricollocamento forzato imposto dalla burocrazia europea?”.

I primi dati arriveranno probabilmente in serata, ma il quadro più completo si avrà lunedì. La legge elettorale polacca prevede fra l’altro uno sbarramento al 5 per cento per i partiti e dell’8 per cento per le coalizioni: e a parte Diritto e Giustizia e Coalizione Civica quasi tutti i partiti rischiano di non entrare in parlamento in caso di un risultato leggermente inferiore alle aspettative.

Tag: polonia