Quattro città alla destra, due al centrosinistra

Tra i capoluoghi in cui si è votato per le comunali sei hanno eletto il sindaco al primo turno, negli altri sette ci sarà il ballottaggio

A sinistra Laura Castelletti, eletta sindaca di Brescia, a destra Matilde Celentano, eletta sindaca di Latina (Facebook/Laura Castelletti/Matilde Celentano Sindaco)
A sinistra Laura Castelletti, eletta sindaca di Brescia, a destra Matilde Celentano, eletta sindaca di Latina (Facebook/Laura Castelletti/Matilde Celentano Sindaco)

Domenica 14 e lunedì 15 maggio si è votato per le elezioni amministrative in 595 comuni italiani, tra cui 12 capoluoghi di provincia e un capoluogo di regione, Ancona. I risultati definitivi sono arrivati nella notte. Tra le città in cui il sindaco è risultato eletto al primo turno ci sono sei capoluoghi: Brescia e Teramo, dove hanno vinto i candidati di centrosinistra, e Latina, Imperia, Sondrio e Treviso, dove hanno vinto i candidati di coalizioni di destra. In tutti gli altri capoluoghi in cui si votava (Pisa, Massa, Siena, Terni, Ancona, Vicenza e Brindisi) si andrà al ballottaggio al secondo turno.

A Pisa la situazione è rimasta in bilico fino a tarda notte, ma alla fine è certo che si andrà al ballottaggio. C’è stato un po’ di caos ai seggi perché il candidato del centrodestra, il sindaco uscente Michele Conti, per pochissimi voti non ha superato il 50 per cento necessario per vincere al primo turno: si è fermato al 49,96 per cento. Il candidato di centrosinistra, Paolo Martinelli, ha preso il 41,1 per cento. I ballottaggi si terranno tra due settimane, domenica 28 e lunedì 29 maggio, in tutti i comuni con più di 15mila abitanti in cui nessun candidato ha superato il 50 per cento dei voti.

Tra i capoluoghi in cui si è votato sette erano governati dal centrodestra (Vicenza, Treviso, Sondrio, Imperia, Siena, Pisa, Terni) e quattro dal centrosinistra (Ancona, Brindisi, Brescia, Teramo). Fino a poco tempo fa Latina era governata dal centrosinistra e Massa dal centrodestra, ma da alcuni mesi erano commissariate entrambe. Nella maggior parte dei comuni più grandi in cui si è votato i partiti politici che si fanno rientrare nel centrosinistra non erano riusciti a trovare candidature unitarie (in otto casi, ad esempio, il Movimento 5 Stelle aveva un proprio candidato), mentre la destra si presentava compatta ovunque con un’unica eccezione: Massa.

A Brescia ha vinto Laura Castelletti, vicesindaca di centrosinistra nella giunta uscente di Emilio Del Bono, che in città finora ha avuto un ampio consenso: a spoglio finito ha ottenuto il 54,8 per cento dei voti, in ampio vantaggio sul candidato del centrodestra, Fabio Rolfi della Lega, che è invece al 41,6 per cento. Castelletti era sostenuta da un’ampia coalizione che comprendeva PD, Azione e Italia Viva, +Europa, Sinistra Italiana e alcune liste civiche. È la prima sindaca nella storia della città. Il terzo più votato è stato il candidato del Movimento 5 Stelle Alessandro Lucà, con il 2,4 per cento dei voti, mentre il candidato civico Alessandro Maccabelli ha ottenuto l’1 per cento.

Anche ad Ancona lo spoglio è concluso e si andrà al ballottaggio: è in leggero vantaggio il candidato del centrodestra Daniele Silvetti, avvocato ed ex vice-coordinatore regionale di Forza Italia, con il 45,1 per cento, mentre la candidata del centrosinistra Ida Simonella è al 41,2 per cento. Francesco Rubini, sostenuto da due liste di sinistra, si è fermato al 6,1 per cento, mentre il candidato del M5S, Enrico Sparapani, ha preso il 3,6 per cento.

A Vicenza i due candidati principali sono quasi pari: il sindaco uscente e candidato della destra, Francesco Rucco, è al 44 per cento, mentre il candidato del centrosinistra Giacomo Possamai è al 46,2 per cento. Possamai è sostenuto soprattutto da Partito Democratico, Azione e Italia Viva. Ci si aspettava qualche difficoltà per Rucco, visto che nella stessa area politica si erano candidati anche due ex assessori, seppur come indipendenti, Claudio Cicero e Lucio Zoppello: entrambi hanno ottenuto poco più del 2 per cento.

A Imperia ha stravinto il sindaco uscente Claudio Scajola, di centrodestra, con il 62,9 per cento. Scajola, che in passato è stato più volte ministro con Forza Italia e vicinissimo a Silvio Berlusconi, era già stato sindaco due volte fra gli anni Ottanta e Novanta. Nel 2018 era stato rieletto e a queste elezioni si era ricandidato per un quarto mandato. Il candidato del centrosinistra, Ivan Bracco, ha ottenuto il 22,58 per cento. Bracco è un vice commissario di polizia senza alcuna storia di militanza politica, ed è noto soprattutto per le sue inchieste contro Scajola stesso, molte delle quali archiviate o concluse con un’assoluzione.

Anche a Latina ha vinto la destra, con un vantaggio ancora più ampio. Matilde Celentano ha ottenuto il 70,6 per cento. Damiano Coletta, candidato del centrosinistra, si è fermato al 29,3 per cento. Coletta era stato eletto sindaco una prima volta nel 2016 e una seconda nel 2021, ma si era ritrovato a governare con una minoranza in suo sostegno ed era decaduto a settembre del 2022 dopo che tutti i consiglieri di centrodestra avevano presentato le dimissioni.

A Treviso ha vinto al primo turno il sindaco uscente Mario Conte sostenuto, di nuovo, da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. È al 64,7 per cento, mentre il candidato del centrosinistra Giorgio De Nardi, appoggiato da PD, Europa Verde e varie liste civiche, è al 28,2 per cento. Nicolò Rocco, appoggiato da Azione e Italia Viva, è al 4 per cento.

A Terni si andrà al ballottaggio tra Orlando Masselli e Stefano Bandecchi, che hanno ottenuto rispettivamente il 35,8 e il 28,1 per cento. Masselli, di Fratelli d’Italia, è sostenuto dalla destra, ma anche Bandecchi fa riferimento alla stessa area politica: è coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, il partito di centrodestra fondato nel 2017 da Angelino Alfano, ma si è candidato come civico. Bandecchi ha acquisito una certa fama nell’ultimo periodo: è fondatore e presidente dell’Università Niccolo Cusano, amministratore di una decina di società attive in diverse settori e proprietario attraverso Unicusano della squadra di calcio della Ternana. Il candidato del centrosinistra, José Maria Kenny, è rimasto escluso dal ballottaggio: a spoglio concluso ha ottenuto il 21,9 per cento.

A Massa il sindaco uscente Francesco Persiani, sostenuto da Lega e Forza Italia, ha preso il 35,4 per cento, mentre il candidato del centrosinistra Enzo Ricci il 29,9 per cento. I due andranno al ballottaggio. Ci sono poi un candidato sostenuto solo da Fratelli d’Italia, Marco Guidi, che ha ottenuto il 19,9 per cento, e una sostenuta dal Movimento 5 Stelle, Daniela Bennati, che non è andata oltre il 5,4 per cento.

Anche a Siena, dove il voto si è diviso tra tre candidati principali nessuno dei quali ha superato il 40 per cento, ci sarà un ballottaggio: Anna Ferretti, sostenuta da Partito Democratico e Sinistra Italiana, è al 28,7 per cento, mentre Nicoletta Fabio, sostenuta da tutto il centrodestra, è al 30,5 per cento. Fabio era stata scelta come candidata dopo che il sindaco uscente Luigi De Mossi, di centrodestra, aveva deciso di non ricandidarsi dopo aver avuto problemi con la sua maggioranza durante il mandato. Il terzo più votato è Fabio Pacciani, sostenuto da una serie di associazioni civiche collocabili nell’area della sinistra: ha preso il 22,6 per cento.

A Teramo ha vinto al primo turno il sindaco uscente Gianguido D’Alberto, di centrosinistra e sostenuto dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle. Ha ottenuto il 54,4 per cento. Il candidato della destra, Carlo Antonetti, si è fermato al 36,4 per cento.

A Sondrio ha vinto invece Marco Scaramellini, sindaco uscente sostenuto da tutti i partiti di destra, con il 57,8 per cento dei voti. Simone Del Curto, candidato del centrosinistra, ha preso il 36,9 per cento, mentre Luca Zambon, sostenuto dalla lista civica Letizia Moratti Presidente, non ha superato il 3 per cento.

Infine a Brindisi il sindaco uscente Riccardo Rossi si candidava per un secondo mandato, ma ha ottenuto solo il 10 per cento e non sarà rieletto. Sul suo risultato ha influito molto l’aver perso il sostegno del Partito Democratico, che ha deciso invece di sostenere il candidato del Movimento 5 Stelle, Roberto Fusco, arrivato secondo con il 33,3 per cento. Ci sarà un ballottaggio con il candidato della destra, Giuseppe Marchionna, che è molto avanti rispetto a Fusco ma non è riuscito a superare il 50 per cento, fermandosi al 44.