La confusa campagna elettorale a Imperia

Non è chiaro se il sindaco uscente Claudio Scajola abbia il sostegno di Fratelli d'Italia, mentre il centrosinistra ha candidato un poliziotto noto per le sue inchieste proprio contro Scajola

(ANSA/ FRANCO CUFARI)
(ANSA/ FRANCO CUFARI)
Caricamento player

Da più di mezzo secolo la politica di Imperia, la quinta città più popolosa della Liguria con 42mila abitanti, è dominata dalla famiglia Scajola. Ferdinando Scajola, impiegato e partigiano, fu sindaco dal 1951 al 1954 nonché primo segretario della sede locale della Democrazia Cristiana, il partito che di fatto ha governato l’Italia fino ai primi anni Novanta. Suo figlio maggiore Alessandro è stato sindaco due volte fra il 1974 e il 1979. L’attuale sindaco è il membro della famiglia Scajola più famoso a livello nazionale: Claudio, più volte ministro con Forza Italia, vicinissimo a Silvio Berlusconi. Claudio Scajola era già stato sindaco due volte fra gli anni Ottanta e Novanta, nel 2018 è stato rieletto e attualmente è candidato a un quarto mandato.

La presenza di Scajola è l’unica certezza in una campagna elettorale che si è fatta invece molto confusa. Fratelli d’Italia, che alle ultime elezioni politiche è stato il partito più votato in città, aveva candidato un colonnello dei Carabinieri, Luciano Zarbano, a cui ha poi ritirato il sostegno, anche se non ufficialmente. Il centrosinistra sostiene invece un vice commissario di polizia, Ivan Bracco, senza alcuna storia di militanza politica, noto soprattutto per le sue inchieste contro Scajola stesso, molte delle quali archiviate o concluse con un’assoluzione. Il Movimento 5 Stelle ha candidato un informatico senza alcuna esperienza politica, subentrato sei mesi fa in consiglio comunale dopo le dimissioni di un’altra consigliera.

Imperia non è mai stata una città con una tradizione molto connotata politicamente, se si esclude l’incidenza della famiglia Scajola. Nella storia ci sono state tornate elettorali sorprendenti, ed è capitato che governassero coalizioni piuttosto trasversali: il predecessore di Scajola è stato Carlo Capacci, vicino al centrodestra ma sostenuto ai tempi sia dal Partito Democratico sia da un pezzo della destra radicale cittadina.

Non è chiaro su quali basi il centrosinistra abbia costruito la candidatura di Bracco, né per quali ragioni sia stato scelto, a parte le indagini su Scajola. Bracco stesso nelle sue dichiarazioni pubbliche ha descritto la sua candidatura come basata soprattutto sulla sua opposizione a Scajola: «Questa è una città che scivola in fondo a tutte le classifiche italiane e questo dipende anche dal fatto che da 50 anni gli Scajola dettano legge» ha detto al Secolo XIX, il quotidiano più letto in Liguria, che nello stesso articolo ha messo in fila tutti i procedimenti giudiziari contro Scajola a cui ha lavorato Bracco, quasi tutti archiviati, fra accuse di abusi edilizi e finanziamento illecito.

In campagna elettorale Bracco ha promesso che in caso di vittoria al centro delle sue politiche «ci sarà il cittadino con tutte le sue esigenze: dal lavoro, alla sanità in modo particolare, che in questa provincia e in questa regione non sta funzionando per niente», anche se né il lavoro né la sanità sono materie di competenza comunale. In un’altra intervista Bracco ha spiegato di essere invece contrario al complesso progetto di riqualificazione e ampliamento del porto turistico della città, avviato da Scajola ma ancora in fase di progettazione. La candidatura di Bracco è arrivata dopo grandi tensioni nel Partito Democratico, che prima di sceglierlo era indeciso se candidare due dirigenti locali. Il M5S ha citato proprio queste tensioni per giustificare la decisione di non sostenere il candidato del centrosinistra.

Anche nella coalizione di destra c’è una certa confusione. Scajola è sostenuto da Lega, Forza Italia e dal piccolo partito del presidente della Liguria, Giovanni Toti. Fratelli d’Italia aveva inizialmente deciso di candidare il colonnello Zarbano, oggi in servizio a Genova ma che in passato è stato comandante dei Carabinieri nella provincia di Imperia. Negli ultimi giorni però ha cambiato idea, non è chiaro in quali circostanze: forse per via di una telefonata del presidente del Senato, Ignazio La Russa, a Claudio Scajola, che in quell’occasione avrebbe ottenuto il sostegno del partito. Fratelli d’Italia ha smentito l’esistenza della telefonata ma al contempo ha parlato della «necessità di ulteriori approfondimenti sulla situazione politica imperiese». Di fatto, insomma, ha ritirato il suo sostegno a Zarbano.

Zarbano ha deciso di rimanere lo stesso candidato, e ha cambiato il nome della lista civica che lo sostiene: da “Centrodestra per Imperia” a “Imperia senza padroni”.