Cosa farà l’inviato speciale dell’Unione Europea nel Golfo persico

Fino a poco tempo fa il ruolo per cui è stato indicato Luigi Di Maio non esisteva: si occuperà soprattutto di energia e sicurezza

(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Venerdì l’Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha scritto ai rappresentanti dei governi dei 27 paesi membri dell’Unione di avere individuato la persona che diventerà inviato speciale dell’Unione europea nel Golfo persico: sarà Luigi Di Maio, ex vicepresidente del Consiglio italiano, ex leader del Movimento 5 Stelle e più volte ministro.

La nomina di Di Maio ha generato qualche polemica in Italia perché il governo in carica, guidato da Giorgia Meloni, non è stato consultato, come spesso accade invece quando un italiano o un’italiana vengono nominati a una prestigiosa carica internazionale. Ma su Di Maio anche in ambito europeo circolano dubbi e perplessità da mesi, cioè da quando si seppe che era fra i favoriti per questa nomina.

I rappresentanti speciali dell’Unione Europea sono figure diplomatiche con un mandato in una determinata zona del mondo, che può variare a seconda delle esigenze politiche dell’Unione.

Finora l’Unione non ha mai avuto un rappresentante speciale con i paesi del Golfo persico, cioè Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, Qatar, Oman, Yemen ed Emirati Arabi Uniti. Con l’inizio della guerra in Ucraina, però, diversi paesi dell’Unione Europea hanno aumentato le importazioni di petrolio e gas naturale dai paesi del Golfo persico per rendersi sempre più indipendenti dalle esportazioni russe, pesantemente colpite da sanzioni. A novembre la Germania aveva firmato un accordo con il Qatar per una fornitura di due milioni di tonnellate di gas naturale all’anno per 15 anni: una quantità piuttosto ridotta – coprirà circa il 3 per cento dei bisogni annui della Germania – ma che di fatto obbligherà la Germania ad avere rapporti più stretti con il paese nel medio termine.

Nel Golfo persico inoltre si trovano i principali paesi alleati dell’Occidente contro l’Iran, una delle principali potenze in Medio Oriente, che invece è allineata da decenni con Cina e Russia.

Ancora prima dell’invasione russa dell’Ucraina, Borrell aveva spiegato che l’Unione Europea ha bisogno di un inviato speciale nel Golfo persico che possa occuparsi principalmente di sicurezza ed energia.

Proprio per la delicatezza dell’incarico, però, non tutti erano convinti che Di Maio fosse la persona giusta per ricoprirlo. Qualche mese fa Cinzia Bianco, esperta di paesi del Golfo persico dello European Council on Foreign Relations, aveva fatto notare al Guardian che nel gennaio 2021 da ministro degli Esteri del governo di Giuseppe Conte Di Maio aveva annullato alcune esportazioni di armi italiane verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Quest’ultimo paese reagì chiudendo la base italiana nell’aeroporto di al Minhad, non lontano da Dubai. Secondo Bianco la decisione di Di Maio, e soprattutto il modo brusco con cui la comunicò ai paesi in questione, provocò «la più grave crisi diplomatica fra Italia ed Emirati Arabi Uniti nella storia contemporanea».

Una fonte vicina a Di Maio ha detto invece al Guardian che i paesi del Golfo persico «hanno apprezzato il lavoro che fece da ministro degli Esteri», e che Di Maio ha mantenuto «ottimi rapporti» con i diplomatici più alti in grado di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

Le nomine degli inviati speciali sono una prerogativa dell’Alto commissario per gli Affari esteri dell’Unione: per questo la decisione finale sulla nomina di Di Maio spettava a Borrell, con cui Di Maio lavorerà a stretto contatto, come se fosse un suo collaboratore. L’incarico dovrebbe durare un anno e nove mesi, da giugno fino alla fine di febbraio del 2025: sarà il successore di Borrell a decidere se rinnovare o no il mandato di Di Maio, dato che il mandato della Commissione Europea, di cui fa parte Borrell, scadrà nell’estate del 2024.

Il Corriere della Sera fa notare che nelle prossime settimane la nomina di Di Maio passerà a vari livelli dai rappresentanti dei governi del 27 paesi membri, per essere approvata ufficialmente. Non ci si attendono particolari sorprese: Di Maio dovrebbe entrare in carica il primo giugno.