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  • Sabato 22 aprile 2023

Cosa si dice della nuova offensiva dell’Ucraina

Se ne parla ormai da mesi e il suo inizio dovrebbe essere imminente: non si sanno né i tempi né gli obiettivi, ma ci sono alcune ipotesi

Soldati ucraini nella regione di Donetsk il 15 aprile 2023 (Roman Chop via AP)
Soldati ucraini nella regione di Donetsk il 15 aprile 2023 (Roman Chop via AP)
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Da settimane il governo ucraino annuncia un’imminente offensiva del suo esercito nei territori ucraini occupati dalla Russia, che dovrebbe avvenire in primavera ma sulla quale le notizie sono ancora molto incerte. Al momento non si hanno dettagli sui tempi né sugli obiettivi precisi dell’Ucraina, ma si ritiene che l’offensiva potrebbe cominciare già nei prossimi giorni o nelle prossime settimane.

Secondo analisti militari e funzionari d’intelligence di governi occidentali, l’obiettivo dell’Ucraina potrebbe essere la riconquista di Melitopol e di altri territori delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson (quest’ultima era già stata riconquistata lo scorso novembre). Sulla riuscita dell’offensiva ci sono però alcuni dubbi, e una delle ipotesi è che la guerra si protragga senza grossi avanzamenti di nessuna delle due parti per tutto il resto dell’anno.

L’invasione russa dell’Ucraina è iniziata un anno e due mesi fa: la Russia aveva inizialmente invaso il paese da nord, da est e da sud, con l’obiettivo di conquistare in tempi rapidi la capitale, Kiev, e tutta l’Ucraina, per poi instaurare un governo “fantoccio” filorusso. Le cose sono andate molto diversamente: l’esercito russo si è trovato molto più impreparato del previsto, le forze ucraine hanno opposto una resistenza fin da subito molto tenace, e in pochi mesi la Russia ha dovuto drasticamente ridurre i propri obiettivi.

A oggi, la guerra è in una situazione di stallo. La Russia controlla praticamente tutta la regione di Luhansk e parte di quella di Donetsk, di Zaporizhzhia e di Kherson, oltre alla penisola di Crimea, già occupata e annessa con un referendum considerato illegale da gran parte della comunità internazionale nel 2014. L’esercito russo nel corso dell’inverno appena trascorso ha tentato una propria offensiva nel Donbass (cioè nei territori di Donetsk e Luhansk), che però non ha portato a grossi cambiamenti del fronte. Nelle ultime settimane le principali azioni di guerra si sono concentrate soprattutto attorno ad alcuni piccoli centri, come Bakhmut, cittadina della regione di Donetsk, in cui sta andando avanti da mesi una sanguinosa guerra di logoramento.

Nel frattempo ci sono state eccezionali perdite da entrambe le parti. Né il governo ucraino né quello russo sono soliti dare dettagli al riguardo, ma sono state fatte alcune stime dal governo statunitense, secondo cui l’Ucraina avrebbe perso quasi 20mila soldati e la Russia tra i 30 e i 40mila. Secondo le stesse stime, i soldati ucraini feriti finora sarebbero circa 130mila e quelli russi oltre 200mila.

– Leggi anche: Un anno di guerra in Ucraina, messo in fila

La pianificazione dell’offensiva ucraina che dovrebbe partire a breve era iniziata questo inverno, con estese campagne di reclutamento e una consistente mobilitazione di soldati. Nei mesi scorsi in diverse aree dell’Ucraina erano apparsi poster e manifesti in cui si invitavano i civili ucraini a unirsi all’esercito e alle unità di polizia. Il governo ucraino ha inoltre semplificato alcune procedure sul reclutamento, in modo da arruolare più persone. Secondo il Financial Times, le varie campagne avevano l’obiettivo di reclutare circa 40mila altri soldati.

Altre decine di migliaia di soldati ucraini sono stati inoltre formati in diversi centri di addestramento esteri, per esempio negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Polonia, in Germania e in altri paesi membri della NATO, l’alleanza militare che comprende buona parte dei paesi occidentali.

Nel frattempo, l’esercito ucraino ha continuato a dotarsi di nuove armi, in parte inviate da governi esteri, pur con una serie di ritardi e rinvii che secondo alcune analisi hanno in parte indebolito le possibilità di riuscita dell’offensiva. Una delle ultime consegne è stata a fine marzo, quando la Germania ha inviato 18 carri armati Leopard 2 all’Ucraina: sono carri armati di produzione tedesca a disposizione degli eserciti di vari paesi europei, richiesti a lungo dall’Ucraina perché ritenuti i più adatti per sostenere lo sforzo bellico contro l’invasione russa. Altri carri armati Leopard 2 verranno consegnati dalla Danimarca e dai Paesi Bassi.

Secondo stime fatte dall’Economist, a oggi l’esercito ucraino dispone di almeno 12 brigate di soldati, formazioni militari che comprendono circa 4mila soldati ciascuna, la maggior parte dei quali armati con dotazioni occidentali. Ulteriori dettagli sono stati diffusi con la pubblicazione online di alcuni documenti riservati del dipartimento della Difesa americano, secondo cui l’esercito ucraino verrà complessivamente dotato di altri 200 carri armati, 800 veicoli corazzati e 150 pezzi di artiglieria pesante.

L’esercito ucraino, in altre parole, è almeno teoricamente numeroso e ben armato. Allo stesso tempo, molti dei nuovi soldati sono civili che si sono uniti all’esercito e che non hanno sufficiente esperienza sul campo. Un giornalista del Financial Times ha raccontato dall’interno una delle unità di soldati attualmente impegnate nei preparativi dell’offensiva: sono uomini di tutte le età, dai 20 ai 60 anni, che fino a pochi mesi fa – o poco più di un anno fa, nel caso di quelli che stanno combattendo dall’inizio della guerra – facevano tutt’altro: insegnanti, programmatori informatici, avvocati, interpreti, contadini. Oppure soldati che erano andati in pensione e che ora sono tornati a combattere.

Soldati ucraini nella regione di Donetsk, il 15 aprile 2023 (Roman Chop via AP)

Il momento d’inizio dell’offensiva dipenderà da vari fattori, tra cui le condizioni meteorologiche: fino a inizio maggio, in molte aree ucraine il terreno potrebbe essere troppo fangoso per portare avanti efficacemente grandi manovre militari. Un’altra incognita è il completamento delle attività di addestramento necessarie all’offensiva.

L’analista britannico Ben Barry ha detto all’Economist che l’esercito ucraino potrebbe avviare la propria azione militare inviando sul campo i soldati già formati e poi integrarli con gli altri, oppure attendere di aver formato tutte le unità e massimizzare l’impatto dell’inizio dell’offensiva. Mercoledì, comunque, il vice ministro della Difesa Hanna Malyar ha detto che le forze ucraine hanno già avviato alcune azioni, senza dare ulteriori dettagli.

Quanto agli obiettivi, a inizio aprile Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio di Difesa ucraino, ha detto che solo cinque funzionari dell’esercito ucraino conoscono i dettagli dell’imminente offensiva.

Sono però state fatte alcune ipotesi da analisti militari e funzionari d’intelligence, basate in parte sull’osservazione di immagini satellitari della situazione sul campo.

Le immagini mostrano lunghe trincee e “denti di drago” – ostacoli difensivi che consistono in grossi pali infissi nel terreno, circondati di calcestruzzo e ricoperti di un cono metallico che li fa assomigliare a grossi denti di animale – disposti lungo i confini delle province di Zaporizhzhia e di Kherson. Ad Associated Press l’analista militare ucraino Oleh Zhdanov ha detto che l’offensiva ucraina potrebbe iniziare proprio dalla regione di Zaporizhzhia, procedere verso Melitopol e il mare di Azov e puntare a raggiungere lo stretto che unisce la penisola di Crimea al resto dell’Ucraina.

Quest’ipotesi sembrerebbe confermata anche da osservazioni dell’intelligence britannica, secondo cui l’esercito russo si sta preparando proprio alla possibilità di un assalto a Melitopol, una delle prime città conquistate dall’esercito russo, con una serie di lunghe linee di difesa messe insieme nella regione di Zaporizhzhia.

Ci sono tuttavia dubbi sulla possibilità di riuscita dell’offensiva. Al Financial Times alcuni funzionari dell’esercito ucraino l’hanno descritta come particolarmente cruciale e hanno detto che un suo fallimento potrebbe spingere i paesi vicini all’Ucraina a esortarla a raggiungere un qualche compromesso con la Russia pur di porre fine alla guerra. Le analisi del dipartimento della Difesa americano trafugate e pubblicate online sono piuttosto pessimistiche sulle possibilità di riuscita dell’esercito ucraino. In uno di questi documenti si citava la possibilità di un protrarsi della situazione di stallo per tutto il 2023.

Non è detto che le analisi in questione siano tutte quelle fatte dal Pentagono, o che siano rappresentative di come la pensa il dipartimento della Difesa nel suo insieme. Benché preoccupanti, inoltre, queste analisi si basano su stime e su valutazioni empiriche che a loro volta possono essere troppo ottimistiche o troppo pessimistiche. Prima dell’inizio della guerra, per esempio, l’intelligence americana aveva stimato che in caso di invasione russa l’Ucraina sarebbe crollata in due settimane: la resistenza va ormai avanti da oltre un anno.