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  • Martedì 4 aprile 2023

Le isole inglesi chiuse per l’influenza aviaria

Alcune delle isole Farne, famose tra gli appassionati di birdwatching, rimarranno chiuse ai turisti dopo la moria di uccelli del 2022

Isole Farne
(Dan Kitwood/ Getty Images)

Nell’estate del 2022 più di 6mila uccelli migratori arrivati nell’arcipelago inglese delle isole Farne per riprodursi furono trovati morti. La causa era stata la grave epidemia di influenza aviaria, che per uccelli e pollame è estremamente letale, e che negli ultimi due anni ha avuto gravi conseguenze in Europa, sia negli allevamenti intensivi che sulla fauna selvatica. Come misura precauzionale per tutelare il loro habitat, allora le isole vennero chiuse ai turisti e si è deciso di fare lo stesso anche quest’anno, poiché la gravità dell’epidemia è tale da far pensare che quest’estate si possa verificare una situazione simile.

L’arcipelago delle Farne è un gruppo di una quindicina di isole che si trova al largo delle coste del Northumberland, nel nord-est dell’Inghilterra, tra Newcastle ed Edimburgo. Dal 1925 le isole sono gestite dal National Trust, una fondazione britannica creata nel 1895 con lo scopo di tutelare i luoghi storici e gli spazi verdi del Regno Unito: non hanno una popolazione fissa, ma ci vivono i guardaparco che si occupano del loro mantenimento e ogni anno erano frequentate da circa 45mila visitatori, soprattutto amanti del “birdwatching”, cioè dell’osservazione degli uccelli.

Ogni anno infatti, in particolare fra maggio e luglio, circa 200mila uccelli migratori arrivano sulle isole Farne per riprodursi, favoriti sia dalla grande quantità di cibo disponibile che dalla quasi totale assenza di predatori.

– Leggi anche: L’influenza aviaria sta uccidendo i gabbiani del lago di Garda

I primi effetti dell’influenza aviaria alle isole Farne furono osservati nella primavera del 2022 e nel giro dell’anno il numero di uccelli morti fu il più alto mai registrato da quando vengono raccolti i dati relativi alla loro popolazione. Le carcasse trovate e rimosse nell’estate del 2022 sulle isole Farne sono state più di 6mila, ma si ritiene che gli uccelli morti a causa della malattia possano essere stati molti di più, visto che varie specie nidificano vicino alle coste e molti esemplari potrebbero essere caduti in mare. Secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, l’epidemia aviaria della stagione tra il 2021 e il 2022 è stata la più grave osservata finora in Europa.

Come ha spiegato al Guardian Harriet Reid, la responsabile dei guardaparco delle isole, il timore è che quest’anno l’epidemia di influenza avrà conseguenze simili a quelle dell’anno scorso. Per questo, all’inizio dell’anno il National Trust ha deciso che non sarà ammesso sbarcare né a Inner Farne né a Staple Island, due delle isole più frequentate, anche se continuerà a essere possibile girarvi attorno in barca.

Molte delle specie di uccelli che passano per l’isola «sono rare e soprattutto sono già in difficoltà a causa delle conseguenze del cambiamento climatico», ha detto Reid, e uno dei modi in cui si può intervenire per mitigare gli effetti della malattia sugli uccelli è «limitare l’accesso delle persone», e di conseguenza «limitare il disturbo agli animali». Per gli esseri umani in genere il rischio di infezione è basso.

Tra le specie più colpite sull’arcipelago ci sono state le urie, seguite dai gabbiani tridattili e i pulcinella di mare, gli uccelli marini col tipico becco colorato noti anche con il nome inglese puffin: ne sono stati trovati morti rispettivamente 3.542, 818 e 467 esemplari. I guardaparco hanno detto che in precedenza sulle isole dell’arcipelago erano state viste nidificare circa 330 coppie di beccapesci: solo nel 2022 tuttavia erano state raccolte le carcasse di circa 300 esemplari, sia adulti che pulcini.

Adesso c’è preoccupazione proprio per gli uccelli che nidificano sulle scogliere, come le urie o i beccapesci: i loro nidi sono molto vicini gli uni agli altri e di conseguenza la densità di popolazione è molto elevata, quindi il rischio di infezione è maggiore, ha notato il funzionario del National Trust Ben McCarty.

Quest’anno sono già stati trovati morti diversi uccelli marini, tra cui dei gabbiani, anche se per ora non è stato confermato che siano stati uccisi dall’influenza aviaria. L’obiettivo del divieto all’accesso sulle isole, spiega sempre Reid, è creare il migliore habitat possibile per la nidificazione, ma anche osservare il numero di uccelli migratori che tornano dopo la grave situazione del 2022. Lo scorso agosto alcuni biologi citati da BBC avevano detto che ci sarebbero potuti volere anni per ristabilire la situazione alle Farne.